Mitra, il Dio persiano dal manto stellato: evento da non perdere al museo Lanciani di Montecelio. “Il Dio persiano dal manto stellato. Il culto di Mitra nell’area tiburtino-cornicolana e in altri contesti fra Lazio ed Etruria” – Conferenza e presentazione di reperti mitraici provenienti dal territorio.
Una conferenza e l’esposizione di nuovi reperti presso il Museo Civico Archeologico “Rodolfo Lanciani” illustrano la larga diffusione del culto di Mitra nel territorio ad Est di Roma e in altri significativi contesti fra Lazio ed Etruria. A Montecelio si torna a parlare del culto di Mitra. A distanza di un anno dalla conferenza sugli antichi culti misterici tenuta presso il Museo “Rodolfo Lanciani” dal Sergio Ribichini, al via un evento da non perdere sul culto di Mitra nell’area tiburtino-cornicolana, a seguito del “recente rinvenimento nei pressi di Tor Mastorta di un vaso tardo-antico in ceramica invetriata, arricchito da un bassorilievo che rappresenta il dio che uccide il toro”. Per l’occasione, verrà esposto anche un piccolo bassorilievo con la stessa scena, rinvenuto a Montecelio.
L’appuntamento è presso il San Michele di Montecelio sabato 20 febbraio a partire dalle 16.30.
Promotori dell’evento sono Comune di Guidonia Montecelio e Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’Area metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale in collaborazione con la Sezione Cornicolana del Gruppo Archeologico Latino.
Testo illustrativo a cura degli organizzatori
Il “Dio persiano dal manto stellato” è Mitra che così appare abbigliato nell’iconografia classica in cui compie il vigoroso gesto di uccidere il toro. Sin dalle origini indoiraniche, poiché combattente nella lotta contro il male, egli significò la luce e la vita, tanto da essere identificato con il Sol Invictus, particolarmente venerato fra i soldati che lo elessero a simbolo di fedeltà verso l’imperatore. La religione mitraica penetrò in Occidente nel I sec. d.C. e si diffuse rapidamente anche in seno alla casa imperiale, come dimostra il favore elargito da vari imperatori soprattutto fra il III e il IV secolo fino a Costantino. Il credo mitraico, che contese il passo al Cristianesimo, prometteva ai fedeli (solo uomini) iniziati ai misteri la salvezza e l’immortalità attraverso il potere rigenerante del sangue del toro ucciso da Mithras. La tauroctonia, quindi, è la scena topica di tanti rilevi e pitture rinvenuti non solo nei mitrei (in genere ricavati in ambienti semipogei) dei centri urbani, ma anche nelle campagne. Nell’area tiburtino-cornicolana, strettamente legata a Roma, numerose sono le testimonianze del culto. Uno o due mitrei, noti da iscrizioni, erano a Tibur (Tivoli) e altri nel territorio come attestano il bassorilievo in marmo recuperato nel 1953 a Montecelio e un interessante vaso rinvenuto recentemente nello scavo di una villa presso Guidonia, entrambi esposti nella piccola mostra che accompagna la conferenza. L’area tiburtino-cornicolana è a sua volta inquadrabile nel più ampio contesto di diffusione del mitraismo nel Lazio e nell’Etruria meridionale, recentemente portato all’attenzione di studiosi e appassionati grazie alle ultime scoperte o recuperi di gruppi scultorei e altre tracce rituali dell’antico culto misterico.
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