Rapporto Mafie nel Lazio: attivi 93 clan, 50 nel territorio di Roma

I clan attivi nel Lazio al dicembre 2017, citati in indagini o atti istituzionali negli ultimi 4 anni, corrispondono a 93 tra gruppi, clan, famiglie tradizionali e autoctone e narcotrafficanti che usano il metodo mafioso. Di questi circa operano nel solo territorio della Capitale. È il dato che emerge dal terzo rapporto “Mafie nel Lazio“, stilato dall’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalita’ della Regione Lazio presentato a Roma, al WEGIL. II monitoraggio quantitativo dei clan nella regione e in provincia di Roma viene elaborato a partire dalle fonti giudiziarie e istituzionali. Nella terza edizione del rapporto si e’ provveduto a dettagliare la presenza criminale dei boss nel Lazio, cercando di identificare i numeri e i tempi d’ingresso e permanenza dei clan sul territorio regionale.

Alla luce di questo approfondimento, il numero complessivo dei gruppi criminali storicamente presenti nella regione dagli anni Settanta ad oggi e’ complessivamente di 154. Di questi, 62 clan sono stati tracciati da indagini e processi per molti anni ma, in base alla documentazione consultata dall’Osservatorio, non sono piu’ citati in indagini giudiziarie o rapporti istituzionali da almeno 4 anni. Il fatto che queste consorterie criminali non siano state interessate negli ultimi 4 anni da attivita’ repressiva, secondo l’Osservatorio non significa automaticamente che queste non siano piu’ operativi. In alcuni casi, in base ad elementi scaturiti da indagini e sentenze, gruppi criminali pesantemente colpiti dalla repressione giudiziaria, hanno continuato ad operare appoggiandosi a personaggi della criminalita’ di secondo piano.

Il resoconto rigoroso e documentato delle principali inchieste giudiziarie sulle organizzazioni criminali nel Lazio e dei documenti istituzionali degli interventi pubblici sul fenomeno mafioso nel periodo tra luglio 2016 e dicembre 2017 e’ il protagonista delle trecento pagine del terzo rapporto “Mafie nel Lazio“. Il testo realizzato dall’Osservatorio Sicurezze e Legalita’ della Regione Lazio e’ stato presentato al WEGIL, a Trastevere, dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, dal prefetto di Roma, Paola Basilone, da Don Luigi Ciotti, presidente Associazione Libera, dal questore di Roma, Guido Marino, dal comandante provinciale dei Carabinieri di Roma, Gen. Antonio De Vita, dal comandante del GICO della Guardia di Finanza, Col. Gerardo Mastrodomenico, dal capo del centro operativo DIA di Roma Col. Francesco Gosciu, e da Gianpiero Cioffredi, presidente Osservatorio Sicurezza e Legalita’ della Regione Lazio.

Un quadro di insieme per un’analisi sulla penetrazione delle mafie nel Lazio, e in particolare a Roma, alimentata dal confronto dell’Osservatorio con le Forze di Polizia e la Magistratura. In questa terza edizione del rapporto, avvenuta in collaborazione con LazioCrea e dedicata alle donne e agli uomini della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, del Tribunale per le misure di Prevenzione, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza,della Polizia Penitenziaria e della Dia, e’ emerso che nel 2017, secondo i dati forniti dalla Direzione distrettuale antimafia – sono stati 6 i procedimenti con 29 indagati per associazione di stampo mafioso, 58 i procedimenti con 412 indagati per reati con l’aggravante del metodo mafioso, 102 procedimenti con 1010 indagati per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, 21 procedimenti con 164 indagati per traffico di rifiuti e 9 procedimenti con 40 indagati per usura.

I gruppi organizzati, in gran parte romani, gestiscono le piazze di spaccio con una rigidissima suddivisione del territorio, spesso nella stessa strada, e hanno rapporti e relazioni con soggetti componenti appartenenti ai casalesi, gruppi di camorra e soprattutto calabresi, che sono i grandi fornitori delle piazze di stupefacenti. E’ comunque la ‘ndrangheta che puo’ essere considerata l’organizzazione leader nel settore del narcotraffico romano e non solo. Queste organizzazioni oltre alla gestione del traffico degli stupefacenti si “occupano” anche di fatti criminali, come usura, estorsione etc. Per Gianpiero Cioffredi “in queste pagine e’ documentato uno scenario criminale complesso che evidenzia un sistema multilivello che e’ tenuto in equilibrio da tre fattori, individuati nella pax mafiosa siglata dai diversi boss storici che hanno interesse a salvaguardare questo mercato privilegiato di investimenti e di accordi fra le diverse mafie, nelle reti di corruzione che rendono permeabili e convenienti i contesti in cui operano i boss e infine, come dimostrato da alcune operazioni dell’ultimo anno, dai ‘facilitatori’, soggetti in grado di facilitare, appunto, l’incontro fra la domanda e l’offerta in questo mercato criminale complesso e non sempre stabile”.

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