Discarica a San Vittorino, la Regione dice no al sito alle porte della Villa Adriana. La notizia è arrivata questo martedì pomeriggio direttamente dalla Regione Lazio dopo che, in giornata, diverse associazioni avevano protestato contro il progetto.
“La Direzione regionale Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti – hanno scritto dalla Regione -ha respinto la richiesta della societa’ ‘Immobiliare Agricola San Vittorino’, poi volturata in DAF srl, di poter conferire in discarica anche le macerie provenienti dai Comuni colpiti dal sisma. In particolare, la domanda di poter acquisire il codice Cer 200399 per lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalle zone di Amatrice e Accumoli, non e’ stata accolta perche’ legata allo stato di emergenza terminato il 28 febbraio 2018. La gestione di rimozione dei detriti, pertanto, proseguira’ nel rispetto delle procedure ordinarie”.
La DAF Srl del gruppo Donzelli ha presentato ricorso al Tar contro il fermo lavori richiesto a gennaio dalla Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma guidata da Prosperetti, che richiedeva la verifica delle relative autorizzazioni e il blocco di qualsiasi attività all’interno della ex cava di proprietà Salini, che la DAF Srl vuole trasformare in una discarica per i rifiuti provenienti dalle aree colpite dal terremoto, ad un passo dalla Villa di Adriano, in una delle zone più importanti del mondo dal punto di vista archeologico, paesaggistico e ambientale, sulle falde acquifere e i pozzi di captazione, a confine col corso d’acqua.
La strategia per arrivare a tale scempio è quella solita, vergognosa, dei piccoli passi che, attraverso una procedura semplificata, riesce ad ottenere l’autorizzazione per un presunto ripristino ambientale (riempimento con terra e rocce di scavo) di una ex cava, anche se abusiva e priva delle autorizzazioni all’esercizio di coltivazione, che successivamente, attraverso una serie di atti amministrativi d’ufficio che apportano modifiche cosiddette “non sostanziali”, si cerca di trasformare, sommando l’insieme dei singoli atti, in un’autorizzazione per una discarica di smaltimento rifiuti inerti. Ricordiamo poi, come ultimo passo, la richiesta fatta dalla proprietà Salini alla Regione di un cambio codice per ricevere “rifiuti urbani generici” e non inerti.
“Tentare trasformare in una discarica un sito archeologico e paesaggistico di grande valore ad un passo dalla villa di Adriano e sopra le falde acquifere è un gesto oltraggioso, non si possono seppellire di rifiuti secoli di storia – afferma Urbano Barberini portavoce del Comitato Salviamo Villa Adriana e Assessore alla Cultura di Tivoli – non ci stancheremo mai di ripeterlo”.
“Qualunque azione che possa danneggiare o compromettere l’integrità del contesto paesaggistico nel quale si trova Villa Adriana va fermata con decisione sostenendo l’azione della Sovrintendenza insieme alle associazioni espressione di una società civile attenta a garantire il diritto alla tutela del paesaggio” così ha dichiarato Ilaria Borletti Buitoni, già Sottosegretario al Mibact e promotrice della Carta del Paesaggio di fronte al ricorso della DAF”.
“Sostenibilità ambientale e valorizzazione culturale sono i due assets su cui si costruirà il futuro di questo Paese e il benessere dei suoi cittadini – afferma Andrea Bruciati direttore del Nuovo Istituto Villa Adriana-Villa d’Este – ritengo che qualsiasi azione politica ed economica che invalidi queste istanze sociali ed esistenziali debba essere intesa quale operazione programmatica di abbrutimento etico e civile e conduca al suicidio morale di una collettività alla quale si oblitera qualsiasi domani”.
Più di 20 tra comitati e associazioni ambientaliste si stanno mobilitando per difendere, così come nel 2012, la Villa di Adriano e tutta quell’area di Agro Romano Antico, che sarà la linea del Piave della cultura italiana, e lanciano un appello al Presidente della Regione Nicola Zingaretti, sensibile ai temi della valorizzazione turistica e culturale, affinché approvi quanto prima la carta del paesaggio e metta così definitivamente al riparo le nostre aree più preziose da simili progetti che rischiano di compromettere per sempre le aree più preziose del Lazio.
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