Infermieri: no a professionisti usa e getta

Pubblichiamo una nota inviataci da alcuni infermieri che  sollecitano lo scorrimento della graduatoria  al San Andrea e allo stesso tempo evidenziano, a loro dire,  pratiche insolite per il discorso assunzioni.
“Cari governatori, doveva arrivare il Corona Virus per farvi capire che la Sanità Italiana era già al collasso. Siamo certi non vi sfugga la situazione che la professione infermieristica sta attraversando. Dopo anni di blocco del turnover e dopo aver superato una dura selezione, tantissimi colleghi hanno conseguito l’idoneità in uno dei concorsi per infermieri più grandi d’Italia, il concorso Regionale Sant’Andrea bandito dalla Regione Lazio.
La conclusione della procedura selettiva ha portato alla formazione di una graduatoria di circa 7400 infermieri. Di questi, solo 1486 sono stati chiamati a prendere servizio a tempo indeterminato presso le varie aziende sanitarie. Il restante, circa 6000 infermieri idonei, sono ancora in attesa di chiamata. Un considerevole numero è stato contattato dalla stessa graduatoria per fare fronte all’emergenza Covid-19 con la proposta di un contratto a tempo determinato. Le modalità di tali chiamate sono state del tutto particolari, 24h per dare risposta e disponibilità a prendere servizio in cinque giorni e nessuna disponibilità all’aiuto per un alloggio, come invece è successo in altre regioni.
È bene ricordare che il concorso era regionale e aperto a tutti e che molti colleghi erano e sono fuori dalla regione Lazio, pertanto impossibilitati (in alcuni casi dalle limitazioni dettate dall’emergenza quali malattia, quarantena forzata ecc.) a prendere servizio. Di conseguenza “scavalcati” da infermieri in posizione inferiore. Non si vorrebbe assistere ad una situazione per la quale, terminata l’emergenza, le posizioni ufficiali della graduatoria venissero trascurate con un “ormai è andata così” e si procedesse con la stabilizzazione di coloro che hanno potuto accettare a discapito degli aventi diritto.
Con questo non vogliamo remare contro il principio per il quale il precariato vada contrastato, ma sostenere piuttosto l’idea che non debba proprio essere creato, non per poi uscirne fuori calpestando i diritti di chi, un posto, l’ha sudato e guadagnato.
Vogliamo che la graduatoria, le posizioni della stessa e la legge siano rispettati, almeno all’interno della gestione di un concorso pubblico, che deve svolgersi nell’ottica del rispetto del lavoro e dell’essere umano, cercando di operare per questo e non per la costruzione di decisioni articolate in base a cavilli burocratici di comodo grazie ai quali scavalcare le persone.
Chiediamo pertanto di voler sostenere la nostra istanza a far sì che si realizzi lo scorrimento della graduatoria e che si assegnino i posti di lavoro in base alle posizioni dei candidati, sia ora che in futuro, alla fine di questa emergenza.
Senza considerare poi, l’enorme mole di pensionamenti (Quota 100) che a partire da quest’anno interesserà la nostra professione. Occorre precisare, che al pari di altre graduatorie anche questa ha validità triennale a partire dalla data di pubblicazione della stessa e che, alla luce degli immani vuoti, si vorrebbe evitare di giungere, al termine del triennio, a chiedere un prolungamento della validità della stessa visto che la Regione Lazio è una Regione in Piano di Rientro dovuto all’uscita recente dal commisionamento.
No ad agenzie interinali, cooperative o contratti precari di 12 mesi per tenere calme le acque. No a professionisti Usa e Getta”.
Lettera firmata
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