Torna l’incubo discarica tra Villa Adriana e Ponte Lupo: il comune di Poli ribadisce il no

Il “Tar del Lazio, con sentenza del 7 dicembre scorso, ha nominato il Responsabile Nazionale della Protezione Civile, Angelo Borrelli, commissario ad acta per decidere sul rinnovo della concessione per la discarica di inerti in località Porta Neola, in comune di Roma, lungo il vallone dell’Acqua Rossa”. Lo denuncia ALP-Alleanza Prenestina, il network di 18 associazioni ambientaliste.

La discarica dovrebbe sorgere a due chilometri da Villa Adriana (la residenza extraurbana del grande imperatore romano) e a poche centinaia di metri da uno “straordinario canyon – illustra ALP – che ospita una delle cascate più pittoresche del Lazio, la cascata di Campo Orazio (alta 40 metri), Ponte Lupo, eccezionale testimonianza dell’ingegneria idraulica di epoca imperiale, sorgenti di acque sulfuree, antiche colate di crateri eccentrici del  vulcano laziale, piante rare come lo storace, animali in via di estinzione come il lupo, il merlo acquaiolo, il martin pescatore, il capriolo, la testudo hermanni (una tartaruga di terra protetta dalla Convenzione di Berna, ratificata nel 1979, e veicolata in legge dall’Italia nel 1981 –n.d.r.) e tanti altri”.

“Proprio in questi ultimi mesi il Comune di Poli – dichiara il Sindaco Federico Mariani – seguito poi dal Comune di Palestrina, da quello di San Gregorio da Sassola e dalla IX e XI Comunità Montana, ha approvato una delibera d’indirizzo sulla base delle proposte contenute nel Manifesto di ALP affinché in  questo vallone venga istituita la prima Riserva Naturale Regionale dell’Agro Tiburtino-Prenestino. Posizioni che questa amministrazione non solo condivide, ma si sta impegnando e si impegnerà per raggiungere  gli obiettivi previsti nel Manifesto. Poli è per un comprensorio verde”.

“La Regione Lazio e il commissario Borrelli – prosegue ALP – non potranno tirarsi indietro. Dovranno scegliere di fronte ai cittadini e alle amministrazioni locali e sovraordinate, fra discarica e Riserva Naturale. Noi abbiamo già scelto”. Ma la sentenza del TAR riapre la questione.

Perché si dovrebbe autorizzare una discarica in un’area di elevatissimo pregio naturalistico, paesaggistico, architettonico, storico? Perché riconsiderare l’ipotesi di un impianto che tratti rifiuti inerti in un territorio a forte vocazione culturale e ambientale e, quindi, anche con importanti potenzialità turistiche? Già, perché?

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