I portali monumentali per riscoprire la storia di Tivoli
Tivoli è stata dimora di illustri personaggi sin dai tempi antichi; ma oltre le note ville patrizie romane, girando per le vie del centro storico, veniamo attratti da elementi architettonici, segni indelebili dell’attività di architetti al soldo delle famiglie blasonate che tra XIII e XX secolo agirono nel tessuto urbano, dai Colonna agli Orsini, dai […]
Tivoli è stata dimora di illustri personaggi sin dai tempi antichi; ma oltre le note ville patrizie romane, girando per le vie del centro storico, veniamo attratti da elementi architettonici, segni indelebili dell’attività di architetti al soldo delle famiglie blasonate che tra XIII e XX secolo agirono nel tessuto urbano, dai Colonna agli Orsini, dai Massimo, ai Torlonia, dai Coccanari ai Brigante Colonna soltanto per citarne alcuni. Oltre le meravigliose Ville, a ragione gloria e vanto della città, si possono scoprire fabbricati monumentali e la storia che custodiscono a partire dai loro portali di fattura di gran pregio. Un viaggio oltremodo interessante nei rioni storici all’insegna dei portali monumentali, permette di ricostruire una storia meno nota ed estremamente affascinante della città.
La posizione geografica
La posizione geografica, determinante per la nascita di Tivoli, ha attratto da sempre molteplici attività. Le famiglie nobili hanno impresso nel lapis tiburtinus , piuttosto che nel peperino o nel tufo il loro prestigio a partire dai portali delle loro abitazioni, sebbene non manchino lavori notevoli anche in edifici di modesto valore architettonico. Alcuni mettono le insegne, altri preferiscono affidarsi ai santi, altri ancora posizionano i segnacoli dell’immunità giuridica. I palazzi nobiliari spesso nei secoli trasformati al loro interno e altrettanto di frequente contesi e venduti di famiglia in famiglia mediante lotte interne per la detenzione del potere civico, hanno una sorta di scatola nera della fabbrica cui appartengono: il portale d’ingresso, che indenne, sebbene con ferite a volte deturpanti, ha mantenuto intatto il messaggio d’ingresso, spesso con decorazioni di pregio, a volte in ottime condizioni, altre con necessità di interventi di conservazione e di valorizzazione; in tutti questi casi però una cosa è certa, la storia di Tivoli si può scoprire anche attraverso gli usci storici. All’inizio di una rassegna vastissima, citiamo per necessità di sintesi, alcuni tra i numerosissimi capolavori su cui vogliamo catalizzare l’interesse del visitatore a testimonianza di un valore storico aggiunto a quanto di più noto si va cercando.
Rione San Paolo
Nel rione San Paolo, diversi esempi di portali notabili si trovano a piazza Colonna come quello del palazzo dei conti Brigante-Colonna, riconoscibilissimo dallo stemma che lo sormonta e dall’iscrizione CLEMENTIS BRIGANTIS DE COLUMNA. Nella stessa piazza un altro portale dava ingresso all’abitazione del cardinale Ciaccia, passato poi ai Rossignoli; le due colonne posizionate davanti simbolo dell’immunità di cui godeva il palazzo è esplicitata dall’iscrizione sull’altro ingresso TAL BIASIMA ALTRUI CHE SE STESSO CONDANNA 1536. Interessanti altri esempi di uscì storici sono in piazza Taddei, come Palazzo Quagliolino del 1550 e numerosi anche quelli lungo la via Postera, datati al XV secolo. Ne appaiono diversi su Via del Colle con lavorazione a bugnato o con stipi rigati, sicuramente degno di nota storica è quello del palazzetto del XIII secolo, poi parte della ex cartiera Marziale, poiché sul portale c’è un antichissimo stemma con l’aquila imperiale che Federico Barbarossa donò a Tivoli nel 1155 e che entrò a far parte così dello stemma cittadino. Quasi alla fine dell’abitato di via del Colle, c’è quello in travertino con bugnato a punta di diamante su cui corre l’incisione della data 1543, situato difronte all’ingresso della Villa d’Este sormontato da timpano. Oltre gli esempi nelle vie e vicoli del rione, spesso antichissimi, occorre citare i meravigliosi manufatti storici di piazza Domenico Tani, per tutti valga il meraviglioso portale con bugne di travertino lavorato a mano del palazzo Coccanari, costruzione del XVI-XVII secolo e quelli lungo la via di San Valerio, tra cui quello del palazzo detto ‘dei giudii’ a testimonianza della cultura ebraica dei proprietari: i fratelli Sonnino. Vari i palazzetti medievali incorniciati dai tipici portali lineari con archivolto di travertino di via del Duomo tra cui quello con volta ogivale al civico 30. Notevoli gli esemplari di via del Seminario, tra cui il portale al civico 17 con bugna di travertino e quello del palazzo che dà nome alla via e alla piazza, ovvero l’ex-seminario vescovile sormontato dallo stemma del cardinal Roma datato al 1634-52; appartiene allo stesso stabile, sul fronte via Teobaldi, il portale particolarissimo con stipiti e architrave poligonale in peperino.
Rione Castrovetere
Passando al rione Castrovetere e citando soltanto alcuni esemplari nella serie su via della Sibilla con bugne lavorate a mano, tra cui quello del palazzo del principe Orsini datato al XIII secolo, sicuramente curiosa è la scritta che corre sul portale al civico 22 che recita ERUBESCANT ET CONFUNDANT con tutta la curiosità implicita in questo invito alla vergogna! Interessante è lo stemma con due leoni rampanti sul portale all’angolo della via con via Ciaccia, probabilmente araldica della famiglia Masci. Altri esempi degni di nota, sono su via delle Mole come quelli del palazzo Santini.
Rione Santa Croce
Nel rione Santa Croce oltre l’ingresso della Villa estense su piazza Trento, si possono osservare, tra i molti, il portale in piazza Santa Croce del palazzo Rosa De Angelis e i vari su via della Missione, spesso unica traccia di ciò che resta dopo il bombardamento del 1944 e conseguente ricostruzione degli stabili, a partire da quello d’ingresso all’Istituto San Getulio al n.27 con architrave realizzato con materiale di spoglio, con tralci d’acanto, o il portale del palazzo De Santis-Scozza prima appartenuto alla famiglia Proli. Gli stipiti sormontati da stemma con esemplare di maschio della capra detto zappo, ricorda la famiglia Zappi, al civico 14; mentre ai Coccanari apparteneva l’ingresso adornato da bugne di tufo lavorate a mano al n.9 della stessa via. Altri usci adornati da stipiti lavorati sono su piazza Campitelli, tra cui quello sormontato da iscrizione PETRO DE FATIO FECIT PER ANIMA.
Rione Trevio
Nel rione Trevio, nell’angolo tra Via Domenico Giuliani e via dei Sosii, c’è il portale del Palazzo Bandini -Piccolomini attribuito alla scuola del Buonarroti. Il palazzo fu eretto su progetto di Sebastiano Serlio noto architetto vissuto tra 1475 e il 1552. Si tratta di un manufatto pregiato tra i molteplici su via dei Sosii, dal portale del palazzo Regnoni Macera sormontato dal monogramma di San Bernardino e dallo stemma araldico della famiglia, proseguendo con quello bugnato del palazzetto Bravetti, passando per quello Piccolomini Bandini che dà accesso al cortile del palazzo cinquecentesco; altrettanto numerosi i manufatti per gli uscì di Via Domenico Giuliani: il portale di palazzo Bassani con monogramma di San Bernardino nella chiave di volta o la serie del fabbricato Farinelli per passare al palazzo un tempo della famiglia Santini con bugne di travertino come quello del palazzo Pacifici già di proprietà del vescovo Santa Croce. Oggi è murato il portale dell’orto del palazzo alle origini appartenente al principe Massimo su via Colsereno, sulla quale danno molti palazzetti con portali recanti stipiti lavorati: dai Serra, ai Mancini a quelli imponenti con bugne di travertino dei palazzi Pozzi al civico n.10 e Carlandi al n.3. Esemplari antichi tra i vicoli del rione come quello nel vicolo del Pilaro al civico 32 a sesto acuto e i numerosi con archivolto su via Sant’Andrea. Arricchiscono il palazzo Mosti che dà su piazza Plebiscito: stipiti con bugne mentre quello al civico 22 presenta una fattura lineare. Meritano una nota quelli di piazza e via Palatina per le varie fogge delle bugne. Infine, lungo via del Trevio, detto il Corso, luogo dello struscio pomeridiano e serale dove quasi ogni attività commerciale è incorniciata da splendidi esemplari di portali un tempo uscio di palazzetti dei notabili della città.
A conclusione della passeggiata in centro una riflessione: è curioso come un elemento che segna il limite, il confine tra intimità della famiglia e spazio urbano riesca, attraverso i secoli, a conservare la storia di entrambi come uno scrigno, basta fermarsi a guardare e leggere sulla pietra ciò che ha da raccontare. (Ilaria Morini)
