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Lottizzazione Nathan: una storia senza fine!

Torna alla ribalta, in questi giorni, il progetto urbanistico a ridosso della Villa di Adriano, che da decenni occupa le cronache locali e che, per le sue implicazioni paesaggistiche, economiche e archeologiche, in passato ha avuto risalto anche in campo nazionale e internazionale

Il progetto urbanistico

E’ di questi giorni l’arrivo, a Palazzo San Bernardino, di una comunicazione che ha portato nuovamente alla ribalta la lottizzazione Nathan. Si tratta di un progetto urbanistico localizzato tra la via Maremmana e la residenza imperiale dell’imperatore Adriano il cui percorso iniziò nel lontano 1965 e la cui enorme volumetria iniziale prevedeva edificazioni per circa un milione di metri cubi. La localizzazione a ridosso degli imponenti ruderi della Villa Adriana fu immediatamente considerata improponibile dal mondo della cultura cittadina e da chi era già sensibile (non esistevano ancora le associazioni ambientaliste odierne) alla tutela del paesaggio. Negli anni l’opposizione al progetto dei costruttori romani Mezzaroma, che nella Capitale hanno realizzato interi quartieri, fu sempre più forte ed il progetto venne, a più riprese, ridimensionato. Arrivò poi, l’inserimento del grande monumento adrianeo nella lista UNESCO dei siti Patrimonio mondiale dell’Umanità.

La vertenza tra costruttori, politici favorevoli e contrari, ambientalisti, negli anni divenne aspra. Sentenze giudiziarie, pareri favorevoli condizionati espressi da parte della Soprintendenza, enti sovradeterminati: Regione e Città metropolitana che inviarono al Comune pareri contrastanti, confusione. Nel 1990 furono ritrovati nell’area i resti di una villa romana, nel 1991 il Ministero dei beni culturali impose un nuovo vincolo, nel 1992 la regione Lazio confermò l’invito al Comune di Tivoli di sospendere le concessioni edilizie già espresso in precedenza. Successivamente una conferenza dei servizi tra Ministero, Regione Lazio e Comune, aveva invitato i proponenti a delocalizzare le cubature.

Il Parlamento e i provvedimenti

Le edificazioni proposte a ridosso del monumento arrivarono anche in Parlamento, la prima interrogazione al Ministro della Cultura fu presentata, nel 1992, dall’allora Senatore Alcibiade Boratto. In essa il professore chiedeva “i necessari provvedimenti, decreti, ordinanze o altro, per scongiurare oggi e per sempre il rischio concreto ed impellente, che un’opera, pervenuta a noi attraverso diciotto secoli di storia sia sottratta d’un colpo all’amore ed alla ammirazione delle generazioni a venire”. Seguirono negli anni altre interrogazioni parlamentari, tutte tese a scongiurare le edificazioni di quella che ormai veniva definita semplicemente “la Nathan”. Forte la campagna di stampa di Verdi, WWF, Italia Nostra e Legambiente, estremamente contrari al piano di lottizzazione che tra l’altro doveva realizzarsi in una zona nella quale le esondazioni dell’Aniene si ripetevano di frequente come continua ad avvenire. Spuntò poi la muraglia che, offendendo la bellezza del Sepolcro dei Plauzi, era destinata, in teoria, a contenere le piene del fiume e ad attenuare il rischio di pericolo esondazione R4 che, attualmente, continua a gravare sulla zona di Ponte lucano.

Il vincolo R4

Tra pareri favorevoli e contrasti forti, percorsi giudiziari e nuovi ricorsi, la “Nathan” è tornata alla ribalta nel 2011, grazie ad un permesso edificatorio per circa 180.000 metri cubi a ridosso e con vista su Villa Adriana. Sessantamila di essi però, non potranno essere edificati fino a quando il vincolo R4 conseguente ad eventuali esondazioni del fiume, non sarà eliminato. Causa del nuovo permesso fu un ricorso della società proponente Impreme nel quale si chiedeva al Comune di Tivoli un risarcimento danni di ben 198 milioni di euro in caso di mancato rilascio del titolo edilizio per costruire. La sentenza del Consiglio di Stato, interpretata in senso affermativo dagli uffici comunali fece sì che, nel Consiglio comunale del 6 dicembre 2011, dodici Consiglieri approvassero il progetto ridenominato Residenzia Tibur. Su alcuni quotidiani apparvero anche pubblicità che invitavano all’acquisto sulla carta degli appartamenti.

La convenzione con il privato

La fase successiva vide la firma della convenzione tra Comune ed Impreme propedeutica al rilascio del Permesso a costruire che però non è stato finora rilasciato. Appena eletto, il Sindaco Giuseppe Proietti, conscio del danno all’immagine della città tiburtina che le costruzioni prossime a Villa Adriana avrebbero portato, e del rischio concreto che il monumento imperiale fosse inserito dall’UNESCO nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità in pericolo, scrisse una lettera inviata per conoscenza anche alla Procura della Repubblica. Nella missiva chiedeva agli Enti competenti di garantire che le acque nere e quelle di superficie, derivanti dagli oltre mille nuovi abitanti del nuovo insediamento, non accentuassero il fenomeno, sempre più ricorrente e corposo, degli allagamenti della zona di Ponte lucano. Da Regione Lazio, Città metropolitana di Roma, Autorità di bacino, Protezione civile, nessuna risposta. Conseguenza: l’atto amministrativo relativo al permesso resta ancora sospeso.

L’ultimo atto

Mentre un ricorso al TAR Lazio, presentato anni addietro da Italia Nostra e WWF contro l’eventualità della concessione a costruire resta ancora fermo, uno di Impreme sta per arrivare in udienza a gennaio. In vista del giudizio la società, dalla quale sarebbero usciti i Mezzaroma a favore di un fondo di investimento USA con sede a Minneapolis, ha quantificato in circa 93 milioni di euro l’entità dei danni che avrebbe subito per l’impossibilità di realizzare gli edifici con vista Villa Adriana e che intende richiedere al Comune di Tivoli. Il Ministro Gli avvocati sono al lavoro, per un procedimento complicato che, in caso di soccombenza, porterebbe il Comune di Tivoli al dissesto. In conclusion, giova ricordare che in risposta ad una interrogazione parlamentare del 10 luglio 2014 il ministro Franceschini aveva dichiarato: “Mi pare che la posizione del ministero sia netta e chiara. Non poteva essere altrimenti: Villa Adriana è un sito di straordinaria importanza e anche l’Unesco ha fatto rilievi molto seri sugli effetti negativi del piano di lottizzazione”. Sottolineando poi che “vi sono i presupposti di legge per avviare un eventuale procedimento di revisione degli atti fin qui adottati” Una dichiarazione cui il ministro dovrebbe, essendo ancora responsabile del dicastero della cultura, dare seguito.

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