Continua il nostro giro di interviste alle figure di rilievo del territorio. Oggi Giuseppe Proietti, sindaco di Tivoli che guida per il secondo mandato il comune tiburtino con una coalizione di liste civiche
Il conflitto in Ucraina è il più drammatico evento bellico vissuto in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Io sono nato appena terminata la Seconda Guerra Mondiale. Non credevo che fosse possibile anche solo immaginare che al centro del continente, che si ritiene il più civile dell’intero pianeta, si potesse più combattere una guerra fra due stati.Tivoli ha conosciuto l’orrore dei bombardamenti e centinaia di civili della guerra – bambini, bambine, donne, uomini – vittime inermi dei bombardamenti del 26 maggio del 1944. Quindi, questa terra ha provato nel secolo scorso l’orrore della guerra che ha coinvolto civili inermi. Non credevo davvero che fosse possibile che si potessero ripetere orrori di questo genere. Spero veramente che le vittime innocenti che ci sono state fino ad ora siano le ultime e che la loro morte serva a far riflettere i governanti tutti sulla urgentissima necessità di porre fine ai bombardamenti. Naturalmente, noi cercheremo di fare tutto quello che è nelle possibilità di una città come Tivoli, ma anche di tutte le altre città italiane ed europee, per essere vicini non soltanto virtualmente, ma anche concretamente allo stato di bisogno in cui l’Ucraina si trova oggi.
L’Amministrazione comunale, essendo l’istituzione più vicina alla comunità che vive sul territorio, è stata in questa emergenza di supporto alle strutture sanitarie, ma è stata anche, in prima persona, l’istituzione più vicina ai bisogni della comunità. In modo particolare per quello che riguarda i bisogni economici, che hanno investito il territorio a seguito della chiusura prolungata di molte attività, dell’azzeramento in pratica delle attività turistiche e per fortuna invece, della continuità delle attività industriali. Tivoli è una città storicamente industriale, che ha potuto, grazie soprattutto alla responsabilità dei dirigenti di varie società, garantire una continuità lavorativa. In effetti, le industrie Tiburtine non hanno mai chiuso e questo ha consentito di attenuare l’impatto della crisi economica, che altrimenti sarebbe stata devastante. Il Comune di Tivoli, soprattutto attraverso le proprie strutture di assistenza sociale, ha coordinato le attività di supporto alle famiglie in difficoltà grazie all’assegnazione di contributi stanziati dallo Stato e della Regione Lazio, ma anche grazie all’Amministrazione Comunale, che attraverso i propri servizi sociali ha individuato con bandi pubblici le famiglie che erano state duramente colpite dai risvolti economici della pandemia, contribuendo a ridurre ed alleggerire queste difficoltà per qualche migliaio di persone. L’amministrazione Comunale non si é limitata ad assegnare contributi finanziari, ha anche messo a disposizione buoni spesa che potevano essere richiesti ed utilizzati da coloro che hanno dimostrato di averne il diritto, acquistando cibo, bevande o vestiario. A tal proposito c’è stata un’adesione coesa da parte delle attività commerciali, molto sentita in questo frangente. Purtroppo, anche Tivoli come la totalità delle altre comunità della nostra Italia, ha vissuto esperienze drammatiche seguite dalla malattia e dai decessi. Ad oggi il Comune di Tivoli, su una popolazione totale di circa 57.000 abitanti, ha avuto complessivamente poco più di 11.000 contagi totali, dall’inizio della pandemia fino ai giorni odierni. Come indice del contagio complessivo siamo leggermente al di sotto della media nazionale, ma tuttavia i numeri sono sempre elevati. Speriamo che le misure di prevenzione che abbiamo dovuto adottare, tra cui quelle per scoraggiare gli assembramenti, siano da considerarsi un’esperienza superata, grazie soprattutto alle attività vaccinali; il Comune di Tivoli ha messo a disposizione per l’emergenza sanitaria sia le Scuderie Estensi, sia il Palazzetto dello Sport che è stato aperto come centro vaccinale per la comunità Tiburtina, anche di notte, nella fase di maggior bisogno.
A seguito di una scossa sismica che provocò il crollo di una scuola elementare a San Giuliano di Puglia, un piccolo comune del Molise, la quale purtroppo causò la morte di ben 27 bambini e della loro maestra, lo Stato emanò una legge nazionale, che obbligava i Comuni e le Province ad eseguire verifiche sulla vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, in modo particolare quella degli istituti scolastici. Le Province sono da allora tenute ad eseguire annualmente gli appositi test per gli Istituti di Istruzione Superiore Secondaria mentre tutti i Comuni hanno il dovere di farlo per gli Istituti Comprensivi, ovvero le scuole materne, le elementari e le medie. A Tivoli le prime verifiche di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici sono state effettuate a partire dal 2017. Dopo quei primi accertamenti, eseguiti sugli edifici di competenza del Comune, si è potuto intervenire con una serie di interventi anti-sismici. Sulla Scuola Elementare Sandro Pertini, meglio conosciuta come “Scuola del Gesù”, le due verifiche eseguite – quella preliminare e la successiva di controllo – hanno evidenziato delle criticità non superabili con interventi: per poter conservare quell’area ad uso scolastico, l’edificio dovrà essere completamente demolito e ricostruito. A tal proposito è stato realizzato un bando al quale hanno partecipato molti studi di architettura. Dalla commissione è stato scelto un progetto preliminare ritenuto il più meritevole. Il progetto vincitore è stato poi visionato dalla Soprintendenza ed è stato ritenuto molto interessante, poiché ripercorre anche architettonicamente alcune delle linee che erano state alla base di realizzazione di quell’edificio negli anni cinquanta. Tuttavia il Comune non ha attualmente la disponibilità economica per realizzare i lavori. L’opera richiede infatti una spesa che si aggira intorno ai 10 milioni di euro. Stiamo perciò partecipando a più bandi, che il Ministero dell’Istruzione, in modo particolare, destina proprio a interventi di questo tipo. L’intento dell’Amministrazione Comunale è quello di mantenere quell’area a destinazione scolastica, l’unica collocata nel centro storico della nostra città; questo è un nostro punto fermo.
Il progetto è in fase di realizzazione grazie alla collaborazione instauratasi tra la Regione Lazio, la Città Metropolitana di Roma ed il Comune di Tivoli, che aveva predisposto il progetto per la riapertura della strada mettendola in sicurezza secondo le modalità tecniche di consolidamento e di riqualificazione dovute. Per questo progetto la Regione Lazio ha stanziato una somma pari a poco più di 500.000 euro e la Città Metropolitana di Roma, una somma di poco più di 300.000 euro. Con i fondi stanziati dalla Città Metropolitana si metterà anche in sicurezza l’incrocio tra la Strada di Quintiliolo e la strada Provinciale, che va da Tivoli verso Marcellina e Palombara.
La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, pubblicata qualche giorno fa, stabilisce intanto che la società costruttrice non ha diritto a nessun risarcimento per la sospensione che io ho disposto sette anni fa. Questi sette anni sono serviti per avere, con la società costruttrice, dei rapporti volti a delocalizzare la volumetria che era prevista dal piano di lottizzazione approvato nel 2012 in altre parti del territorio comunale tiburtino. Abbiamo fatto più sopralluoghi, insieme alla proprietà ed ai tecnici della società cosiddetta Nathan. Continueremo a lavorare in questa direzione. Quel che è certo che in sette anni non si è potuto costruire nulla in quell’area, e né si potrà costruire nulla nel futuro. Anche il Ministero per i Beni Culturali, per parte sua, si è impegnato a tutelare il sito Unesco di Villa Adriana. Noi, come Comune, dobbiamo tenere in prima importanza la tutela della pubblica incolumità. Quella è una zona soggetta agli allagamenti provocati sia dal Fiume Aniene sia dai fossi che confluiscono nel fiume Aniene. Quindi lì, fino a quando non verrà dimostrato, così come il comune ha chiesto di fare agli enti preposti e precisamente al governo idrogeologico del territorio, che si può costruire, il Comune non rilascerà nessun permesso di costruire. Noi dobbiamo salvaguardare l’incolumità degli abitanti, che è stata messa più volte a rischio, anche nel corso degli anni recenti. Quindi non capisco come si possa sostenere ancora che lì si può costruire. Lì non si può costruire!
Il nostro progetto per l’area industriale Ex Stacchini è antecedente a quello del nuovo ospedale che é stato proposto solo successivamente. Non c’è interferenza urbanistica tra le diverse destinazioni. Esiste un piano regolatore, che destina quell’area ad area industriale, quindi compatibilmente con il vincolo del SIC (Sito di Interesse Comunitario). Per quanto riguarda il progetto, stiamo studiando, insieme al Parco Naturale dei Monti Lucretili, una soluzione che possa prevedere la creazione di un parco nel quale poter meglio tutelare l’habitat che é oggetto anche della tutela Europea. Bisogna tenere conto anche delle prospettive di sostenibilità del sistema economico Tiburtino. Dobbiamo anche tenere presente il futuro dei nostri giovani: se su questo territorio non si può fare nulla, anche dove previsto dal Piano regolatore, i nostri giovani dovranno emigrare e questo è un fatto di cui tenere conto. Il Parco su cui stiamo lavorando prevede una superficie di 20 ettari all’interno del quale c’è l’habitat che verrà tutelato; il rimanente resterà destinato ad area industriale.
La proprietà rimarrà comunale? Il Comune non deve risarcire niente. La sentenza non ha condannato il Comune a risarcire nulla, ha soltanto detto che il Comune deve acquistare la quota delle azioni della proprietà del Socio Privato. La sentenza ha stabilito anche il prezzo ed è il prezzo notevolmente inferiore (meno della metà!) al prezzo preteso dal Socio Privato per far acquistar le proprie quote azionarie. Stiamo lavorando per arrivare ad una soluzione che contemperi le esigenze di entrambe le parti. L’unica cosa certa è che, anche se si dovesse arrivare ad una divisione dei beni, il Comune non rinuncerà mai alla proprietà dello stabilimento termo-balneare.
Bisogna attendere intanto l’esito dei contenziosi in essere, che ci sono fra la Società Acque Albule ed i titolari delle cosiddette polle sorgive, che sono dei luoghi privati all’interno dei quali possono accedere soltanto i soci provvisti della tessera. Spero che si riesca ad arrivare ad una soluzione condivisa da tutti: noi ci stiamo adoperando in questo senso, nel bene della città.
Tivoli è una città turistica, ma non dimentichiamo che è anche stata nel passato una importante città industriale e lo è ancora oggi. I due anni di pandemia hanno azzerato completamente il turismo e non soltanto a Tivoli, ma in tutta l’Italia. Come conseguenza, le città che si reggono solo grazie al turismo hanno conosciuto in questi ultimi anni una crisi spaventosa. A Tivoli, questa conseguenza economica della pandemia è stata ridotta nei suoi effetti sulla vita della comunità proprio perché ci sono le industrie e qui vorrei citare la più grande di quelle, la Trelleborg, che in due anni non ha mai chiuso, nemmeno per una notte. Vi lavorano 800 dipendenti diretti, più tutto l’indotto, si può ben immaginare che cosa sarebbe successo all’economia Tiburtina se si fosse retta solo sul turismo. Tivoli però ha tutto il potenziale turistico, che deve essere sfruttato. Nell’anno 2019 ci sono state 900.000 visite complessive nelle ville di Tivoli: Villa D’Este e Villa Adriana e 100.000 circa a Villa Gregoriana. Soltanto nel gennaio 2020 rispetto al gennaio 2019 c’era stato un incremento degli ingressi del 20%, ma poi, purtroppo con la pandemia si è fermato tutto. In questi due anni si è lavorato tuttavia molto con l’Istituto Villa Adriana e Villa D’Este, con il FAI che gestisce la Villa Gregoriana, con le associazioni Tiburtine dei commercianti e dei titolari delle strutture ricettive ed anche con le Terme. Si è dato vita ad un tavolo tecnico per affrontare questa situazione assolutamente imprevista prima e si sono individuate alcune forme di collaborazione interessanti, come per esempio sconto per l’acquisto prodotti presso gli esercizi commerciali per le famiglie che esibiscono i biglietti d’ingresso alle Ville. La pandemia ha dimostrato che il turismo tradizionale, quello mordi e fuggi dei grandi Tour Operator avrà qualche difficoltà e comunque non avrà una ripresa immediata. Il turismo quindi verso il quale nell’immediato e nel medio termine ci si sta rivolgendo è quello motivato ed esperienziale, che prevede di fermarsi per più giorni nel territorio. La DMO comprende Tivoli, ma anche la Valle dell’Aniene, perché la Valle Aniene può integrare l’offerta turistica della nostra città con l’offerta esperienziale (fiume Aniene, escursionismo, ecc.)
Intanto si sta attuando un’azione importante per il recupero dell’evasione. Per quel che riguarda il caso citato, ossia “il mancato pagamento dell’Imu da parte dell’Asl Roma 5 per gli anni 2013 e 2014”, l’Asl in quegli anni non aveva mai pagato. Possiamo quindi parlare di un’evasione totale. Siccome tuttavia l’individuazione di questo mancato pagamento è avvenuta nel 2021 – proprio perché si sta procedendo anno per anno nell’individualizzazione dell’evasione – gli anni 2013 e 2014 erano ormai prescritti dai trascorsi cinque anni, perché per legge non si può più risalire negli accertamenti a prima dei cinque anni passati. Però sono state incassate dal Comune di Tivoli altre somme dovute, l’Asl ha pagato totalmente tutti gli anni successivi fino al 2021. Il Comune ha quindi incassato da parte dell’ASL una cifra pari a 1.500.000 euro circa, a ristoro degli anni precedenti non pagati. Questo è un risultato indubbiamente positivo. L’azione che si sta portando avanti, erga omnes, porta proprio a recupero di evasione.
Spero che le forze politiche abbiano fatto buon uso della indicazione venuta dall’elettorato: di aprirsi alla partecipazione della gente. I partiti devono rappresentare un canale corretto, attraverso il quale scorra la partecipazione della gente al governo della cosa pubblica. Il Polo Civico che governa Tivoli da quasi 8 anni intanto sta lavorando. Abbiamo tutta una serie di progetti finanziati, opere pubbliche importanti. Alcuni di questi progetti vedono lavori appena iniziati, altri sono in corso di appalto, altri ancora sono già stati finanziati ma non ancora appaltati. Sono progetti per un totale di circa 30 milioni di euro: parliamo della più grande azione di realizzazione di opere pubbliche che sia stata fatta sul territorio Tiburtino nel corso della sua storia contemporanea. I lavori comprendono tutti i quartieri, dal centro storico tiburtino a Tivoli Terme, a Villa Adriana, a Campolimpido, agli Arci. L’ntervista è del 4 marzo a cura di Piergiorgio Monaco
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