Concerto dell’Orchestra di Santa Cecilia diretta dal Maestro Myung-Whun Chung
Torna a Santa Cecilia uno dei direttori più amati dal pubblico, Myung-Whun Chung, già Direttore Principale dell’Orchestra ceciliana dal 1997 e dal 2005, e da allora ospite abituale dell’Accademia. Apre il programma la Sinfonia n. 6 “Pastorale” di Beethoven, definita da Berlioz uno “stupefacente paesaggio [che] sembra composto da Poussin e disegnato da Michelangelo” e […]
Torna a Santa Cecilia uno dei direttori più amati dal pubblico, Myung-Whun Chung, già Direttore Principale dell’Orchestra ceciliana dal 1997 e dal 2005, e da allora ospite abituale dell’Accademia.
Apre il programma la Sinfonia n. 6 “Pastorale” di Beethoven, definita da Berlioz uno “stupefacente paesaggio [che] sembra composto da Poussin e disegnato da Michelangelo” e forse la più enigmatica tra le sinfonie beethoveniane, suddivisa in cinque movimenti, ciascuno con un’indicazione programmatica. La sinfonia, eseguita per la prima volta nel dicembre del 1808 a Vienna, è anche la testimonianza del grande amore che il compositore nutriva per la natura, di cui troviamo molte tracce nella sua corrispondenza, come per esempio in una lettera inviata ad una sua amica nel 1810: “Quanto è fortunata Lei che ha potuto trasferirsi così presto in campagna. Io non potrò avere questa gioia fino al giorno 8, ma già me ne rallegro come un bambino solo a pensarci. Che bellezza potermene andare finalmente in giro fra siepi e boschi, fra alberi, erbe, rocce.
Nessuno può amare la campagna quanto io l’amo – boschi, alberi, rocce rimandano l’eco che l’uomo desidera udire”. Nella seconda parte del concerto, Chung dirigerà uno dei massimi capolavori del Novecento, La sagra della primavera, il terzo balletto scritto da Igor Stravinskij per i Ballets Russes di Djagilev e che descrive, come scrisse lo stesso autore, “Lo spettacolo di un grande rito sacro: i vecchi saggi, seduti in cerchio, che osservano la danza fino alla morte di una giovinetta che essi sacrificano per rendersi propizio il dio della primavera”. La prima ebbe luogo nel 1913 a Parigi, tra l’altro alla presenza di Alfredo Casella, Ravel e Camille Saint-Saëns, e fu uno dei più grandi scandali musicali di sempre, di cui riferì lo stesso Casella: “La rappresentazione ebbe principio in un religioso silenzio, davanti al pubblico inverosimilmente eterogeneo, elegante, intellettuale, raffinato, cosmopolita […]. A metà del preludio, scoppiò la tempesta, sotto forma di urli, fischi e schiamazzi di ogni genere. Quando si aprì la scena, la coreografia di Nijinski, anziché attenuare la bufera, la aggravò ancora”. Al termine della rappresentazione Djagilev commentò: “Esattamente quello che volevo”.
Giovedì 11 gennaio 2024
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