Non più di proprietà della famiglia Mezzaroma, il progetto cosidetto Nathan è stato acquistato da un Fondo di investimento statunitense con sede nella Città di Minneapolis, che ha presentato un ricorso al TAR perdendolo contro il comune di Tivoli. Un ulteriore atto della vicenda che può ormai definirsi storica, è stato attivato in questi giorni dalla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio-Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti. E’stato avviato il procedimento di rinnovo della Dichiarazione dell’interesse culturale del “Complesso dei casali e delle villae rusticae in Contrada Galli
Sul territorio del Comune di Tivoli alcune vicende assumono aspetti da romanzo storico, in analogia con i resti di epoche precedenti che rendono la città famosa nel mondo nonostante alcuni si impegnino a svilirne l’aspetto. E’ sufficiente passeggiare al mattino lungo le strade del centro o dei quartieri periferici, prima che gli operatori di ASA Spa abbiano terminato il loro lavoro, per osservare quanti rifiuti vengono esposti in modo scorretto o quante deiezioni non vengono raccolte dai proprietari dei cani. Storie vecchie si dirà, quasi scontate in una città che molti degli abitanti non amano, storie vecchie come quella della lottizzazione che, ipotizzata oltre quaranta anni fa, nel 1981, a ridosso del sito Unesco della Villa dell’imperatore Adriano, ogni tanto torna alla ribalta.
La Nathan
La lottizzazione, è tornata recentemente alla ribalta. Inizialmente di circa duecentotrentacinquemila metri cubi ed ora ridotta a due lotti, di centoventimila il primo e sessantamila il secondo, è inedificabile gravato come è dal vincolo R4 per pericolo di esondazione dell’Aniene. Non più di proprietà della famiglia Mezzaroma, il progetto Nathan è stato acquistato da un Fondo di investimento statunitense con sede nella Città di Minneapolis. Dopo alcuni incontri, tesi a sondare le intenzioni dell’Amministrazione comunale, la nuova proprietà ha presentato al TAR del Lazio, nei confronti del Comune di Tivoli, un ricorso teso ad ottenere un risarcimento danni di ben 93 milioni di euro per non aver ancora ottenuto i permessi di costruire.
L’esito del giudizio è stato favorevole al Comune che non dovrà risarcire i ricorrenti. Analogo esito, questa volta a favore della sezione locale di Italia nostra. Ancora il TAR del Lazio ha riconosciuto le ragioni dell’associazione a tutela delle misure di salvaguardia del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale e di quelle richieste dall’Unesco allo Stato Italiano per la permanenza del Sito Villa Adriana nell’elenco dei Beni “Patrimonio dell’Umanità. A questa seconda sentenza i proprietari hanno, nel mese di ottobre scorso, presentato ricorso al Consiglio di Stato.
Un ulteriore atto della vicenda che può ormai definirsi storica, è stato attivato in questi giorni dalla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio-Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti. E’stato avviato il procedimento di rinnovo della Dichiarazione dell’interesse culturale del “Complesso dei casali e delle villae rusticae in Contrada Galli – Area compresa tra Via Maremmana inferiore ad Ovest, Via Antonio Marziale e Strada Galli a Nord, Via di Villa Adriana e Piazza Margherite Yourcenar a Sud, Via Rosolina a Nord-Est e Strada Roccabruna a Sud-Ovest/Sud-Est.
Secondo la Soprintendenza il procedimento è motivato con “La permanenza, nell’area, delle testimonianze archeologiche, rappresentate dai resti delle ville rustiche rinvenuti al suo interno, ed architettoniche, consistenti negli antichi complessi del Casale Galli, del Casale Lolli e del Casale Colleoni e dei territori ad essi afferenti, la cui presenza è acclarata, nei limiti della documentazione rinvenuta nell’ambito di questa procedura, almeno dal sec. XVII, unita alla sostanziale conservazione del territorio circostante qui individuato, formano un insieme inscindibile di interesse culturale particolarmente importante, con riferimento al paesaggio storico-archeologico che l’area rappresenta ancora ai nostri giorni, costituendo così un completamento ed un prezioso margine del limitrofo magnifico sito della Villa Adriana”.
La comunicazione dell’avvio del procedimento, che dovrà concludersi entro centoventi giorni, è stata inviata al Comune di Tivoli con obbligo di pubblicazione ed ai proprietari delle particelle catastali ricomprese nell’area identificata. Conseguenza immediata su edifici e terreni: qualsiasi intervento dovrà essere autorizzato dalla Soprintendenza proponente mentre il Sindaco di Tivoli “è invitato a vigilare affinché non siano intraprese iniziative che possano pregiudicare la salvaguardia del complesso in parola. ” Gli aventi diritto potranno presentare memorie scritte e documenti, se pertinenti all’oggetto del procedimento, nei termini e nelle modalità di cui all’art. 14, comma 2 del D.Lgs. 42/04 entro trenta giorni dalla data di avvenuto ricevimento della comunicazione. Le osservazioni dovranno essere presentate direttamente alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti.
E’ l’ennesimo atto di una vicenda che contrappone da decenni i proprietari di un’area a ridosso di uno dei monumenti di epoca romana più importanti al mondo alla necessità di conservarne integra e dignitosa la porzione di territorio che lo circonda e nasconde ancora, con certezza, altri resti preziosi che le prossime generazioni potranno recuperare. Se il nuovo procedimento arriverà a conclusione nei tempi previsti, potrebbe avere un esito definitivo nei confronti dei procedimenti giudiziari in corso e forse, avviare una riqualificazione dell’area con la creazione di percorso di avvicinamento all’ingresso della Villa di Adriano degno della sua importanza universale.
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