Nonostante la rilevante utenza quotidiana di lavoratori e studenti pendolari, senza dimenticare che la stazione ferroviaria di Tivoli vede aumentare progressivamente i turisti che utilizzano il treno per arrivare ad una delle più importanti città italiane che è sede di due monumenti iscritti nell’elenco dei beni patrimonio dell’Umanità, le società ferroviarie RFI e Trenitalia, non hanno il minimo rispetto per l’utenza che la frequenta. Da anni ormai i gabinetti della stazione ferroviaria di Tivoli sono chiusi ed inutilizzabili, non basta, da qualche mese dalle due cannelle della fontanella che offriva ristoro ai viaggiatori non sgorga più l’acqua e l’aquila dello stemma tiburtino guarda mestamente in alto priva del gocciolio cui era abituata.
La fontana era stata realizzata, intorno alla metà del secolo scorso, con impegno e passione, utilizzando le pause del lavoro ed il suo tempo libero, da Nicola del Vecchio uno dei ferrovieri che lavorava nella stazione. Erano tempi in cui la maggior parte delle stazioni avevano un aspetto diverso, un piccolo e ben curato giardino, con l’immancabile fontanella, le rendeva gradevole luogo di attesa ed accoglienza. La stazione tiburtina, come la gran parte di quelle della rete nazionale, ora è praticamente deserta tranne per i pochi operai addetti alla linea aerea ed agli impianti elettrici.
Per le informazioni solo pannelli elettronici e annunci metallici che provengono dagli altoparlanti. Non è dato sapere il perché dalla fontana non esca più acqua, se il motivo ipotizzabile fosse quello del risparmio idrico, sarebbe sufficiente sostituire le due cannelle con due rubinetti a pulsante. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella dei costi, è bene ricordare che ACEA Ato 2 fa pagare al Comune di Tivoli, per ognuna delle circa cinquanta fontanelle pubbliche, un canone annuo di 7.000 euro, oppure un canone fisso più i consumi registrati dal contatore idrico per quelle che ne sono state dotate ed hanno il rubinetto a pulsante per eliminare gli sprechi del prezioso liquido. Sarà questione di costi per l’unica fontanella della stazione di Tivoli, oppure si tratta di un guasto che non viene riparato? In entrambi i casi la spesa non sembra così esosa da non poter essere sostenuta da Rete Ferroviaria Italiana, la società che gestisce le infrastrutture ferroviarie.
Certo è che, rassegnazione dei pendolari a parte, l’immagine che viene offerta dalla stazione di una città famosa nel mondo al turista che arriva, lascia molto a desiderare e non sono le “ritirate” delle vetture del treno o il distributore automatico di bibite nella sala d’aspetto che la migliora! Comunque è bene ricordare che si è in presenza di una infrazione alla legge in vigore: il Dlgs 18 del 23 febbraio 2023, in attuazione della Direttiva UE 2020/2184 del parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2020 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano entrato in vigore il 21 marzo 2023, all’articolo 17 comma 2 recita: le regioni e province autonome: a) individuano sul proprio territorio le persone prive di accesso o con un accesso limitato alle acque destinate al consumo umano, compresi i gruppi vulnerabili tra cui senzatetto, rifugiati, individui appartenenti a culture minoritarie stanziali o nomadi, nonché i motivi di tale mancanza di accesso; b) adottano le misure che ritengono necessarie e adeguate a garantire l’accesso all’acqua destinata al consumo umano; c) adottano una disciplina volta a consentire e favorire l’accesso all’acqua, che comprenda obblighi di punti di accesso alle acque per gli edifici prioritari, quantomeno per aeroporti, stazioni, stabilimenti balneari; conseguenza ovvia, nelle stazioni una fontanella attiva, magari con il pulsante da premere, ci deve essere! E’ un segno di civiltà e civiltà non vuol dire solo far correre i Frecciarossa a 300 chilometri l’ora! (Gianni Innocenti)
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