Il “contratto di fiume” dell’Aniene

Un importante passo avanti per il Contratto di Fiume dell’Aniene si è registrato a Palazzo Valentini, sede storica della Città Metropolitana di Roma Capitale, lunedì 26 Settembre. Il percorso, avviato oltre quindici anni fa con una serie di riunioni tra associazioni, alcune delle quali si svolsero nella sala convegni della Biblioteca comunale di Tivoli, ebbe […]

Il “contratto di fiume” dell’Aniene
Un importante passo avanti per il Contratto di Fiume dell’Aniene si è registrato a Palazzo Valentini, sede storica della Città Metropolitana di Roma Capitale, lunedì 26 Settembre.
Il percorso, avviato oltre quindici anni fa con una serie di riunioni tra associazioni, alcune delle quali si svolsero nella sala convegni della Biblioteca comunale di Tivoli, ebbe input importante grazie all’allora Presidente della X Comunità montana Luciano Romanzi che convocò una serie di riunioni nei Comuni della Val d’Aniene per stimolare le amministrazioni comunali a sottoscrivere il Manifesto di impegno.

Palazzo Valentini

Tra i Comuni anche Tivoli, grazie al locale Circolo Legambiente che si assunse l’importante impegno che portò, da parte della Amministrazione Proietti, alla delibera di Consiglio Comunale per l’adesione al Manifesto di intenti.
Nell’assemblea di Palazzo Valentini alla quale, a causa della concomitanza con una seduta di Consiglio comunale per il comune tiburtino ha partecipato l’ingegner Neri dirigente dei settori Urbanistica, Ambiente e Mobilità, si è sottoscritto il passaggio di consegne tra la Presidente della X Comunità montana dell’Aniene Gina Panci e Rocco Ferraro, Consigliere delegato per la Città Metropolitana di Roma Capitale alla Transizione ecologica, Ambiente, Aree protette e Tutela degli animali.
Sarà infatti la Città metropolitana a seguire il progredire del Contratto di fiume dell’Aniene cui hanno aderito recentemente anche il Comune di Roma ed alcuni Municipi romani del quadrante est.

Regione Lazio

Assente purtroppo la Regione Lazio che, sottovalutandone l’importanza, ha abbandonato il ruolo che aveva portato la precedente amministrazione regionale a costituire un Ufficio speciale per i Contratti di fiume mentre le Comunità montane del Lazio sono in fase di Commissariamento e ridefinizione.
La cinquantina tra sindaci, delegati ed associazioni presenti hanno firmato l’adesione ed il testo dell’Accordo, che in quattordici pagine e quattro allegati, riassume l’impegno di tutela e sviluppo sostenibile del quale i Comuni il cui territorio è attraversato dall’Aniene e le Associazioni che sul territorio agiscono si prenderanno la responsabilità.

Le assenze

Singolari le assenze in sala di ACEA ed ENEL che pure avevano partecipato ad alcune assemblee pubbliche iniziali.
ACEA che dell’Aniene sfrutta impunemente le sorgenti per trasferirne l’acqua, non solo a Roma e in Valle come facevano gli antichi, ma per trasferirla fino a Latina e dintorni. ENEL che si ostina, nonostante i solleciti da parte del Comune di Tivoli, a non avviare opere per eliminare i fanghi emergenti nel Bacino San Giovanni, che costituiscono vere e proprie isole di rifiuti ed emanano a volte olezzi malsani
Si attendono ora gli atti amministrativi dei Comuni della Val d’Aniene che, per diversi motivi, non hanno ancora approvato la specifica Delibera di Consiglio Comunale di adesione definitiva mentre il Consiglio comunale di Tivoli ha già deliberato nel 2022.

I contratti

I Contratti di Fiume (CdF) sono strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale.
I soggetti aderenti al CdF definiscono un Programma d’Azione (PA) condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un Accordo.
Contribuiscono al perseguimento degli obiettivi delle normative in materia ambientale, con particolare riferimento alla direttiva 2000/60/CE (direttiva quadro sulle acque), che prevede il raggiungimento del “buono stato” di qualità dei corpi idrici, alle relative direttive figlie, unitamente alla direttiva 2007/60/CE (direttiva alluvioni), e alle direttive 42/93/CEE (direttiva Habitat) e 2008/56/CE (direttiva quadro sulla strategia marina) , in quanto utile strumento per la prevenzione e riduzione dell’inquinamento, l’utilizzo sostenibile dell’acqua, la protezione dell’ambiente e degli ecosistemi acquatici; la mitigazione degli effetti delle inondazioni e della siccità nonché per il coordinamento e la coerenza delle azioni e degli interventi previsti per l’attuazione delle suddette direttive.
Il Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente, ISPRA ed il contributo di 35 esperti ha fissato nel 2015 i criteri di qualità dei processi con il documento “Definizioni e Requisiti Qualitativi di base dei contratti di fiume”

Requisiti

I contratti di fiume sono utile strumento per la prevenzione e riduzione dell’inquinamento, l’utilizzo sostenibile dell’acqua, la protezione dell’ambiente e degli ecosistemi acquatici; la mitigazione degli effetti delle inondazioni e della siccità nonché per il coordinamento e la coerenza delle azioni e degli interventi previsti per l’attuazione delle suddette direttive. Nel Decreto “Sblocca Italia” all’art. 7 vengono destinate risorse pari ad almeno il 20% del totale di quelle destinate ad interventi contro il dissesto idrogeologico e ad interventi integrati, che agiscono cioè, secondo la filosofia dei Contratti di fiume.