Tivoli : Circolo Gobetti e la legge sull’aborto

 “Un tema importante nell’ultima conferenza del 2024: n sulla tutela sociale della maternità e della interruzione della gravidanza, a 47 anni dalla sua emanazione”

Nella Sala Conferenze del Museo della Città di Tivoli il Circolo Gobetti ha organizzato lo scorso 22 novembre un incontro per riflettere sullo stato di attuazione della legge n.194 del 22 maggio 1978 riguardante la tutela sociale della maternità e della interruzione della gravidanza.                                                                                                                 Alla presenza attenta e qualificata di tanti cittadini e di un’equipe della rete televisiva ARTE di Strasburgo (Association Relative à la Television Europeenne), il Presidente del Circolo prof. Alcibiade Boratto, nell’introdurre la tematica così importante e delicata, ha ricordato che la legge, a firma del Ministro della Sanità Tina Anselmi del quinto Governo Andreotti, su proposta socialista, fu approvata in giornate drammatiche subito dopo l’uccisione di Aldo Moro e della sua scorta. La legge, che abrogava precedenti articoli del Codice Civile risalenti al regime fascista, rappresenta una legge equilibrata ottenuta nel clima fecondo del compromesso storico in coerenza con i valori della Resistenza riportati nella Costituzione.                                                                                                                                                                La relatrice della Conferenza dr.ssa Silvana Agatone, già medico del Servizio Sanitario Nazionale e specializzata in Ginecologia ed Ostetricia, è la Presidente della “Libera Associazione Italiana Ginecologi Applicazione legge 294/78”.

La LAIGA, fondata nel 2008, ha creato tra l’altro una rete di associazioni che si occupano della salute della donna con l’intento di sostenere il personale sanitario addetto al servizio IVG (Interruzione Volontaria della Gravidanza) nelle buone pratiche clinico-assistenziali, fornisce l’informativa sugli Ospedali italiani che offrono il servizio IVG, auspica una corretta educazione sessuale nelle scuole ed opera da tempo per “accendere i riflettori” sugli ostacoli tuttora presenti per un’effettiva tutela sociale della maternità e per un’interruzione volontaria della gravidanza con le modalità previste dalla legge 194/78.

La dr.ssa Agatone ha evidenziato nella sua brillante relazione alcune delle principali criticità per l’integrale applicazione di questa legge, non perfetta ma degna di un Paese civile:                                                                                                                                                               – l’ultima relazione annuale sullo stato di attuazione della legge, che il Ministro della Sanità dovrebbe presentare al Parlamento entro il mese di febbraio dell’anno successivo (art.16), risale all’anno 2023 e riporta i dati dell’anno 2021: in totale in quell’anno sono state notificate 63.653 “Interruzioni Volontarie di Gravidanza” (IVG) in continua e progressiva diminuzione dalle oltre 234mila del 1982;

– i dati sul numero di IVG è da mettere in relazione però, oltre che all’abnegazione del personale sanitario e alla promozione della contraccezione, anche a diffuse carenze funzionali delle strutture pubbliche che hanno così causato un numero imprecisato di aborti clandestini (da ricordare che nel mondo una donna su sette muore per aborti in condizioni inadeguate);

  – in Italia si confondono interventi contraccettivi e abortivi, come nel caso della  “pillola dei cinque giorni dopo” che è esclusivamente  un contraccettivo di emergenza e non un abortivo;                                                                                                                                         –  poco più del 40% degli ospedali italiani non erogano i servizi previsti dalla legge (art.9) come l’IVG volontaria (entro i primi 90 gg.) e quella per malformazioni fetali e/o pericolo di vita della donna (dopo i 90 gg.): al riguardo si evidenzia che gli ospedali religiosi convenzionati hanno solo sanitari obiettori di coscienza;

– il diritto all’obiezione (art.9) è esercitato da due ginecologi su tre e quasi un anestesista su due con notevoli differenze regionali (dati 2020) e l’obiezione di struttura è presente nel 40% degli ospedali pubblici italiani. Sarebbe opportuno per contrastare il fenomeno, che rischia di sabotare la legge, di istituire per le nuove assunzioni nella sanità pubblica concorsi che prevedano la metà dei posti per gli obiettori e l’altra metà per i non obiettori;

– si auspica una maggiore responsabilizzazione dei primari ospedalieri nel fare applicare le norme previste dalla legge 194/78: solo il 60% delle strutture ospedaliere (dato 2021) eroga il servizio IVG di tipo farmacologico e chirurgico;                                                                                                                                                                                                                                                            – risulta indispensabile un potenziamento dei Consultori Familiari (art. 2): dai dati 2021 del Ministero della Sanità emerge infatti la capacità dei servizi consultoriali di aiutare la donna a rimuovere la cause che la porterebbero all’interruzione della gravidanza mediante un numero di colloqui IVG superiore al numero di certificati rilasciati (46.194 colloqui e 31.065 certificati rilasciati);                                                                                                                                                                                                                             Alla relazione sono seguiti diversi interventi, a partire da quelli programmati della dr.ssa Elisabetta Canitano (ginecologa) dell’Associazione “Vita di Donna” e della dr.ssa Alessandra Zampetti del “Coordinamento Consultori del Lazio”, le quali hanno denunciato carenze ed omissioni della Regione Lazio, nell’esercizio delle proprie competenze, per una effettiva ed integrale applicazione della legge 194/78.

Altri ostacoli alla legge sono emersi negli altri interventi (Sergio Semproni, Rosella Flavia, Alessandra De Santis) che hanno avuto per oggetto la denuncia di possibili connivenze pubbliche con il mondo cattolico.

Il Presidente del Circolo Gobetti, prof. Alcibiade Boratto, a conclusione dell’incontro, ha ringraziato l’opera benemerita svolta dalle Associazioni di volontariato che operano nella sanità che si battono per l’applicazione integrale della legge 194/78.

Il Circolo Gobetti, con questa iniziativa, ha intesso dare un contributo di conoscenze alla denuncia di problematiche connesse al drammatico percorso di molte donne che si trovano in situazioni di fragilità personale e sociale. (emmebi)

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