Tivoli – Non è ancora giunta al termine la annosa vicenda della Cooperativa edilizia Conti che per decenni ha visto contrapposti in tribunale, in una serie di procedimenti civili, il Comune tiburtino ed i soci e abitanti degli appartamenti realizzati negli anni settanta a Tivoli Terme.
Tutto nacque nel lontano 1979 quando, nell’ambito della realizzazione di un Piano di edilizia economica e popolare, la cooperativa ricevette dal Comune un terreno considerato edificabile a Tivoli terme sul quale vennero realizzati i progetti edilizi. Furono realizzati così centotrenta appartamenti quaranta dei quali vennero acquistati dal Comune per essere ceduti in uso a famiglie che si trovavano in condizioni di necessità. Successivamente venne accertato che il terreno, al tempo concesso dal Comune, era gravato da uso civico destinato a pastorizia, quindi non avrebbe potuto essere edificato e gli appartamenti attribuiti ai soci non potevano essere ceduti.
Si era nel 1994 e da allora iniziarono i procedimenti giudiziari attraverso i quali i soci della cooperativa, ormai ex essendo stata posta in liquidazione coatta amministrativa, iniziarono un contenzioso conclusosi nel 2016, dopo una serie di sentenze con esiti alterni, con esito sfavorevole al Comune di Tivoli. L’ente venne condannato ad un risarcimento che ammontava a 2 milioni 192.949,84 di euro più gli interessi legali. Nel frattempo una sentenza, relativa ad un contenzioso parallelo precedente, aveva condannato il Comune al risarcimento nei confronti della Fonspa Bank-Credito Fondiario Industriale. La somma era stata di 1 milione 897.474,85 di euro, identico il motivo: era stato concesso per l’edificazione un terreno inalienabile e quindi provocato un danno all’istituto bancario che aveva finanziato i mutui. L’accordo transattivo tra cooperativa Conti e Comune aveva previsto dieci rate annuali per il risarcimento definitivo ma ha avuto una ulteriore conseguenza: dal 2019 gli appartamenti sono diventati di proprietà del Comune di Tivoli che ora li ha posti in vendita o riscatto. Nel 2023 infatti, utilizzando una legge nazionale, il Comune ha potuto trasferire il Diritto di superficie da Tivoli terme ad un’area di proprietà ricompresa nella Riserva di Monte Catillo. con la conseguenza di rendere alienabili gli appartamenti e possibile la cessione.
E’ stato pubblicato il bando, con il termine entro il quale gli interessati al diritto di riscatto dell’appartamento possono presentare domanda. Occorre compilare il modulo apposito che è reperibile presso l’URP e deve essere inviato via pec o consegnato a mano entro il 31 gennaio prossimo. C’è un ultimo atto della vicenda: gli occupanti degli appartamenti divenuti di proprietà comunale, che hanno goduto dei risarcimenti, dal 2019 erano e sono tenuti a pagare un canone mensile di affitto. Il Comune lo ha stabilito in base ad una serie di parametri definiti dalla Banca OMI dell’Agenzia delle entrate. Per il bilancio comunale potrebbe trattarsi di un necessario ed ovvio recupero rispetto agli oltre cinque milioni spesi per i risarcimenti ed i lunghi procedimenti legali. .Gli alloggi del Piano di zona numero 2 “Bagni Albule” sono formalmente acquisiti al patrimonio immobiliare del Comune di Tivoli e possono essere riscattati.
A ratificarlo lunedì 2 ottobre è la determina numero 2530 – firmata dal dirigente al Patrimonio Riccardo Rapalli. Con l’atto l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Proietti ha definitivamente chiuso il contenzioso giudiziario con la Società “Cooperativa Giovanni Conti Arl” alla quale nel 1979 il Comune aveva assegnato i terreni per la realizzazione di un “Piano di edilizia economica e popolare”, sui quali in realtà sussisteva un uso civico. L’iter giudiziario era iniziato nel 1994, quando la Cooperativa in liquidazione coatta amministrativa citò in giudizio il Comune richiedendo un risarcimento danni. Ventidue anni di cause fino alla sentenza numero 2115 del 9 marzo 2016 della Corte d’Appello di Roma, che condannò il Comune di Tivoli a pagare alla “Giovanni Conti” la somma di 2 milioni 192.949,84, oltre interessi legali e rivalutazione. Precedentemente l’amministrazione era stata condannata con sentenza definitiva della Corte d’Appello di Roma (n. 4531/2007) a risarcire alla FONSPA Bank-Credito Fondiario Industriale la complessiva somma di un milione 897.474,85 per aver arrecato un ingiusto danno all’istituto mutuante, avendo concesso il diritto di superficie per la realizzazione degli immobili su area comunale gravata da uso civico e pertanto inalienabile. Insomma, la vicenda è costata alle casse pubbliche circa 5 milioni e mezzo di euro.
Nel frattempo l’uso civico è stato trasferito su autorizzazione della Regione Lazio dagli 11 ettari del Piano di zona “Bagni Albule” ai 30 ettari della Riserva naturale di Monte Catillo. “Finalmente – commenta in una nota Laura Cartaginese, Presidente del Gruppo Lega in Regione Lazio – dopo un’attesa lunga circa 35 anni, i 500 appartamenti, liberati dal gravame, possono essere riscattati dai rispettivi abitanti, ai quali rivolgo le mie più vive felicitazioni”.
L’INPS ha confermato gli ultimi aggiornamenti sulle pensioni minime: tra rivalutazione, piccolo adeguamento percentuale e…
In dodici mesi Roma ha visto un aumento dei prezzi che colpisce ogni aspetto della…
Dal 2025 lo sconto in bolletta per luce e gas non va più rincorso con…
L’uso del contante torna protagonista: la soglia per i pagamenti in banconote viene alzata oltre…
La Giunta regionale vara i criteri e le modalità per una misura triennale di compensazione…
Allarme all’1:30 in via Mario dei Fiori, a due passi da via Condotti: spaccata con…