Una clamorosa sentenza del Consiglio di Stato apre nuovamente le porte alla riapertura del TMB di Guidonia, ribaltando completamente quanto stabilito in precedenza. Con la decisione n. 02758/2025, pubblicata il 1° aprile 2025, il Consiglio di Stato ha annullato e modificato radicalmente la propria stessa sentenza n. 8208/2024, che aveva gettato le basi per la revoca dell’autorizzazione regionale allo smaltimento dei rifiuti nel TMB di Guidonia, confermata poi dal TAR lo scorso gennaio.
Questa nuova pronuncia smonta l’assunto su cui si basava la precedente decisione, che stabiliva l’impossibilità di sanare procedimenti ambientali in assenza di specifiche normative. Ora, i giudici sostengono che non si trattava di una sanatoria, ma di un semplice “errore di percezione del Consiglio di Stato”, come si legge nella sentenza stessa. In pratica, viene ammesso un errore di valutazione che porta ora a un esito completamente opposto.
Si tratta di un duro colpo per cittadini e associazioni ambientaliste, che stanno analizzando la documentazione per comprendere come sia possibile un cambio di rotta così drastico da parte dello stesso organo giudicante nel giro di pochi mesi.
E ora cosa succede?
Giovedì 3 aprile si discuterà l’appello presentato da Guidonia Ambiente, la società che gestisce l’impianto e attualmente sottoposta a interdittiva antimafia e commissariata dalla Prefettura. L’appello riguarda la sentenza del TAR che aveva revocato ogni autorizzazione al TMB. La successiva sentenza, emessa dopo la discussione in camera di consiglio, sarà decisiva, ma la posizione odierna del Consiglio di Stato sembra già averne indirizzato l’esito.
Se anche in quell’occasione verranno ribaltati i precedenti provvedimenti, nulla impedirà a Guidonia Ambiente e a Manlio Cerroni di stipulare nuovi contratti, anche con Ama, per riprendere lo smaltimento dei rifiuti nell’impianto dell’Inviolata, tornando a ricevere tonnellate di rifiuti ogni giorno come se nulla fosse accaduto.
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