Stefano Fresi, non ha bisogno di presentazioni, attore di cinema e teatro ma anche musicista oggi ha accettato di rispondere alle nostre curiosità in vista del pomeriggio che passerà insieme a noi il 13 aprile, un pomeriggio di piena solidarietà.
Ciao, Stefano molti sanno che sei legato a Tivoli e, in generale al nostro territorio e questo è anche il motivo per cui hai accettato, in amicizia, di essere presente a Villa Adriana per “chiacchierare” e raccontarti con e per il pubblico. Come è cambiato quel ragazzino che si firmava “Piacione” a scuola? Il successo, che peso ha avuto? Che legame senti con questi luoghi?
Quel ragazzino è cresciuto tanto, in tutti i sensi. Come tutti, sono passato dagli anni della spensieratezza a quelli delle responsabilità, della paternità, delle preoccupazioni e anche degli acciacchi! Il legame con questi luoghi è molto forte perché ho vissuto qui anni bellissimi e se non mi fossi trasferito da Centocelle a Marcellina, non avrei mai conosciuto Augusto Fornari e Toni Fornari con i quali, insieme a mia sorella Emanuela, abbiamo cominciato a fare teatro.
C’è un angolo di questo territorio che per te ha un valore speciale e ha ispirato la tua sensibilità artistica e il tuo percorso ? Più che un angolo di territorio c’è per me un’umanità che ho incontrato negli anni della formazione e che è stata per me importante.
Più che un angolo di territorio c’è per me un’umanità che ho incontrato negli anni della formazione e che è stata per me importante.
L’incontro che stiamo realizzando vuole abbattere le barriere tra artista e pubblico per far partecipare, anche in modo “improvvisato” i ragazzi presenti, nell’idea che “l’arte appartiene a tutti”. C’è un momento nella tua carriera in cui hai sentito fortemente il potere dell’arte nel creare legami e connessioni profondi tra le persone?
Ogni volta che finisce uno spettacolo e incontro il pubblico fuori, mi rendo conto di quanto sia importante confrontarsi su quello che è appena avvenuto. Tutti gli incontri che ho fatto, con i ragazzi nelle scuole, con il pubblico prima o dopo lo spettacolo, mi hanno fatto capire l’importanza di questo rapporto e del grandissimo rispetto che ci vuole nei confronti di chi sceglie di pagare un biglietto per venirci a sentire. Proprio per questo l’arte è davvero di tutti, se non fosse condivisa, non avrebbe senso.
Guardando indietro. Una retrospettiva. Io ricordo che, da ragazzo, “volevi fare l’attore” Quale è quel bivio che non pensavi avresti preso e ti ha portato dove sei oggi? Cosa diresti a bambini e ragazzi che sognano lo stesso?
Quando ero qui a scuola, era il quarto anno di Liceo Classico, già volevo fare questo mestiere, ne ero innamorato. Non c’è mai stato un vero bivio, è sempre stata l’unica strada quella di fare spettacolo. E uso questa parola per includere anche la musica che è parte di me. Ai ragazzi che sognano lo stesso, non posso che dire di insistere, di perseverare, di amare profondamente tutto ciò che riguarda questo mondo meraviglioso, di leggere tantissimo, di guardare tanti film e tanti spettacoli, di ascoltare tantissima musica.
Sei musicista e attore, musica e teatro creano legami e sono strumenti di inclusione anche per chi ha difficoltà. In quali situazioni hai provato la capacità di queste tue arti di abbattere le barriere?
Ho girato un film a Sofia, recitavamo in inglese e c’era una scena in cui io ero al pianoforte in un’orchestra. Gli altri musicisti erano bulgari e non tutti parlavano inglese. A un certo punto sono partito con un pezzo e mi sono venuti tutti appresso abbiamo fatto un concerto di un’ora e mezza, dicendoci solo i titoli del pezzo che avremmo fatto. Abbiamo comunicato.
Ti ricordo allora in trio con i Favete Linguis che di recente sono “tornati” insieme…come è iniziata? e che peso ha avuto? Su Gigi Proietti ce lo lasciamo per il 13!
I Favete Linguis sono stati l’inizio di tutto, sono ancora in piedi e quest’anno festeggiamo il trentennale. È una delle cose che mi diverte di più. Stare in scena con mia sorella e con Tony è proprio sentirsi a casa.
E in ultimo…il ruolo più divertente, il personaggio che ti sei sentito cucito addosso? …facoceri a parte…
..direi Alberto Petrelli in “smetto quando voglio” anche solo per quello che mi ha regalato!
E se potessi recitare con tutti noi, nel rispetto delle nostre uniche e diverse abilità, cosa ci faresti fare?
Vediamo che succede quando ci troveremo faccia a faccia! …non ti chiedo nulla del tifoso che è in te perché non si dice nulla ma sappi che il Club della Roma di Tivoli ti ha invitato per vedere il derby Andrò volentieri a vedere la partita con loro!
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