Tivoli: bilancio comunale… poche novità!

Il 5 maggio la maggioranza di Centro Destra che governa Palazzo San Bernardino ha approvato il Rendiconto del 2024, cioè il Bilancio finale dell’Ente riferito all’ultimo esercizio.

Poche le novità e molte le conferme: mancano gli equilibri, con una preoccupante sottostima dei potenziali guai che potrebbero a breve abbattersi sui conti tiburtini.

La responsabilità di questo rendiconto non è tanto definita dall’aspetto temporale della gestione, quanto soprattutto dalle scelte finali di chiusura degli equilibri economico finanziari che lo hanno caratterizzato. Queste scelte sono state assunte dall’attuale maggioranza e non sono certo il frutto di un coinvolgimento paritario dei precedenti amministratori.

I tratti salienti sono sempre gli stessi: ridotte riscossioni della competenza e dei residui attivi, scarsa attenzione alle emergenze sociali, mancanza di visione e di proiezione futura, assenza di una Politica delle Entrate degna di questo nome, Fondi inadeguati a fronte delle passività potenziali incombenti, scarsa attitudine alla programmazione (ribadita dall’imponente variazione di Bilancio proposta per il 2025), errori nella previsione di base e, lo dobbiamo evidenziare, risposte inadeguati ai rilievi mossi in Aula.

Ciò che perplime è l’assenza totale nelle file della maggioranza di una capacità di approfondimento critico di temi e contenuti che il decennio proiettiano ha trasferito come un fardello gravoso sulle spalle di tutti i tiburtini.

L’eredità del passato

Questo è un aspetto che è necessario prendere sempre come riferimento per capire le dinamiche del Bilancio del Comune di Tivoli.

La Corte dei conti, con decisione datata 6 luglio 2022, analizzando i Bilanci dell’Ente compresi tra il 2016 e il 2019, ha rilevato “criticità finanziarie e irregolarità contabili”, obbligando gli Amministratori ad assumere scelte profondamente diverse al fine di mettere in sicurezza i conti di Palazzo San Bernardino.

Inoltre, la gestione Proietti ha lasciato in eredità un deficit pari a circa 35 milioni di euro, dovuto ai due disavanzi accumulati nel 2015 e nel 2019. L’adozione degli obbligatori piani di rientro ha costretto l’Ente ad accantonare ogni anno ben 2,2 milioni di euro, sottraendo risorse importanti allo sviluppo della Città. Tale esigenza scadrà, per il recupero del deficit del 2015, nel 2045 e per quello del 2019 nel 2034.

La Corte dei conti, tra le tante cose, ha altresì rilevato gli errori commessi nella gestione del FCDE (Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità) e nelle procedure di accantonamento utilizzate proprio in quegli anni.

La pagella consegnata dai Magistrati Contabili alla maggioranza proiettiana, soprattutto quella riferita al periodo 2014-2019, è piuttosto chiara e negativa: i problemi del bilancio comunale si sono radicati in quegli anni e ancora oggi, a parere di chi scrive, costituiscono un fardello enorme con cui ci si dovrà confrontare nel corso del prossimo futuro.

Il modo di affrontare questa emergenza fa la differenza, in ogni caso.

Le scelte tecniche e politiche connesse con la chiusura del Rendiconto 2024 dimostrano che la maggioranza ancora non ha ben compreso la reale portata dell’emergenza, ci si continua a cimentare con essa adottando misure che somigliano più a dei palliativi che a risoluzioni definitive dei problemi ereditati.

Non vorremmo farla troppo lunga, però è indubbio che nelle scelte della maggioranza di centro destra si respiri un clima di provvisorietà orientata ad un eccessivo formalismo tecnico che con la sostanza dei contenuti poco, a nostro avviso, c’entra.

Se il problema è ancora una volta quello delle riscossioni e se la persistenza di questa falla continua a imperare significa semplicemente che le scelte connesse con la Politica delle Entrate, cioè gli strumenti adottati in gran parte durante l’era Proietti, sono non adeguate e inconcludenti dal punto di vista operativo.

Lo Sportello Unico delle Entrate è semplicemente una panacea, i cui risultati strategici sono raccolti intorno alla lunga e fragile teoria dei desideri, quel “vorrei ma non posso” che non risolve i problemi e li allunga nel liquido insapore dell’inconcludenza. Capiamoci, lo Sportello Unico va bene, indubbiamente. Tuttavia, è una teoria sconnessa dalla prassi, oppure è una processione lastricata di buone intenzioni e, come si sa, la strada per l’inferno è pavimentata di principi assoluti e di buone intenzioni. Sono gli strumenti a fare la differenza, sempre. Essi sono sostanza e indicano la volontà di raggiungere l’obiettivo, senza intoppi e con il coraggio che ne consegue.

Continuiamo a ribadire che il ricorso ad un Agente della Riscossione, selezionato attraverso un bando pubblico, sia indispensabile per garantire accuratezza e risultati probanti in tema di riscossione, sia della competenza che dell’arretrato che è ormai consistente così come palesato dall’imponente FCDE accumulato nel corso degli anni, la cui propensione al gigantismo è stata ribadita anche con le dinamiche esposte attraverso il Rendiconto del 2024.

La ex Cooperativa Conti

In particolare, appare quanto meno inusuale inserire tra i Proventi dei Beni dell’Ente una partita tutta da verificare che per il 2024 è stata calcolata in circa 3,4 milioni di euro e di cui, sempre nel corso di quell’esercizio, è stato incassato uno ZERO assoluto.

Ci si riferisce all’annosa questione della ex Cooperativa Conti che, dopo le recenti sentenze dei tribunali, ha visto il Comune di Tivoli subentrare nella proprietà degli alloggi costruiti in quel di Tivoli Terme per un vizio di forma che ha sancito l’illiceità degli atti connessi con i permessi edificatori concessi a quell’insediamento urbanistico. In pratica il Comune di Tivoli, a metà degli anni Settanta, ha concesso la facoltà di costruire alloggi, con le modalità della Legge 167/62, su un terreno gravato da vincoli demaniali che solo successivamente sono stati spostati in altra parte del territorio comunale. Tale scelta ha obbligato il Comune di Tivoli a farsi carico delle richieste di indennizzo, molto pesanti, avanzate dalle banche che hanno concesso a suo tempo i finanziamenti alla citata Cooperativa che nel frattempo risultava fallita. In tal modo, il Comune di Tivoli è diventato proprietario di circa 140 immobili e adesso sta cercando disperatamente di rientrare dal punto di vista finanziario rivalendosi, con le modalità di legge, sugli stessi ex soci della Cooperativa che risultano residenti nel complesso. Tale partita è stata stimata dal Comune in circa 9 /10 milioni di euro ed è tutta da giocare, nel senso che sarà necessario verificare le stime con il valore reale degli immobili e confrontarsi con ciascuno degli occupati che, teoricamente, potrebbero persino intentare causa al Comune di Tivoli. La scelta, nel rendiconto del 2024 come nel previsionale 2025-27, di accertare questi proventi ha comportato, come da legge, accantonamenti significativi sul FCDE. L’Assessore competente sostiene che, in ogni caso, proprio questo accantonamento al FCDE di tali proventi consente di poter gestire gli eventi successivi e specifici sotto una campana di protezione sostanziale in quanto tutti i mancati incassi saranno sostenuti dallo stesso FCDE, rendendo di fatto neutra l’intera operazione.

Beh, a chi scrive non sembra proprio che le cose stiano in questo modo.

 

 

Il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità

Innanzitutto, cerchiamo di capire come impatta il FCDE sugli equilibri di bilancio a fronte del fatto che un accantonamento consistente sul fondo di partite di credito così rilevante implica un’assenza di liquidità evidente e non smentibile: il Comune di Tivoli fino ad ora nulla ha incassato relativamente a questi residui attivi.

Il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) rappresenta un elemento cruciale nella sana gestione finanziaria degli enti locali. Previsto dai principi contabili, esso costituisce un accantonamento prudenziale destinato a fronteggiare il rischio di mancata riscossione dei crediti. In sostanza, l’ente accantona risorse per coprire quelle entrate che, per diverse ragioni, potrebbero non concretizzarsi.

È fondamentale sottolineare che la costituzione del FCDE, sebbene necessaria e virtuosa, ha un impatto diretto sugli equilibri di bilancio. L’accantonamento al FCDE è considerato un costo e, di conseguenza, riduce il risultato di amministrazione, ovvero la quota di risorse libere che l’ente può destinare a ulteriori spese o investimenti. Più elevato è l’ammontare dei crediti ritenuti di dubbia esigibilità, maggiore sarà l’accantonamento al FCDE e, di conseguenza, minore sarà la flessibilità finanziaria dell’ente.

In questo contesto generale si inserisce la questione relativa al rendiconto consuntivo 2024 del Comune di Tivoli, dove un accertamento di riscossione particolarmente significativo, pari a 3,4 milioni di euro e classificato come di ‘difficilissima gestione’, è stato coperto da un accantonamento al FCDE. L’affermazione secondo cui tale operazione non avrebbe impatti sugli equilibri, proprio in virtù della copertura nel FCDE, merita un’analisi più approfondita alla luce della reale natura e delle implicazioni del Fondo.

L’accantonamento al FCDE costituisce un costo per l’ente, riducendo di fatto la quota di risorse libere utilizzabili per altre finalità. Inoltre, l’iscrizione di un credito di così elevato importo come di ‘difficilissima gestione’ e la sua immediata copertura con il FCDE appaiono in contrasto con il principio contabile della prudenza, che imporrebbe una maggiore cautela nella valutazione degli elementi attivi.

Sebbene l’accantonamento al FCDE sia un atto responsabile, presentare un accertamento di riscossione così problematico come ‘neutro’ rischia di non offrire una rappresentazione pienamente trasparente e veritiera della reale situazione finanziaria del Comune e delle sfide che esso si trova ad affrontare sul fronte della riscossione.

Inoltre, anche se l’FCDE non è un parametro diretto, la sua entità è strettamente legata alla capacità di riscossione e può influenzare negativamente altri indicatori finanziari presi in considerazione per la valutazione della deficitarietà strutturale di un Ente Locale. Pertanto, un FCDE elevato, soprattutto se dovuto a partite di difficile riscossione, deve essere attentamente monitorato per i suoi potenziali impatti sugli equilibri di bilancio e, di conseguenza, sui parametri di deficitarietà.

Poi, c’è la questione della quota accantonata a FCDE di questa rilevante partita. A pagina 17 della Relazione sulla Gestione si sostiene che tale accantonamento specifico è avvenuta con una percentuale dell’88% e non del 100%, lasciando cioè libera la somma di circa 4000mila euro.

Questa scelta, se da un lato comporta un miglioramento immediato e apparentemente positivo degli equilibri di bilancio per l’esercizio 2024, liberando di fatto 400.000 euro che non vengono imputati come costo, dall’altro lato presenta diverse criticità.

Questo ‘risparmio‘ di accantonamento si traduce in un risultato di amministrazione più elevato e in una maggiore disponibilità di risorse libere nell’anno in corso. Tuttavia, è fondamentale considerare che tale miglioramento è artificiale, in quanto non elimina il sottostante rischio di mancata riscossione di una partita definita di ‘difficilissima gestione’.

Non accantonare integralmente l’importo rappresenta una sottostima del potenziale danno finanziario e un trasferimento del problema agli esercizi futuri. Quando, con alta probabilità, questi 400.000 euro non verranno incassati, il Comune dovrà comunque far fronte alla perdita, con possibili ripercussioni negative sugli equilibri futuri. Tale pratica, inoltre, appare in contrasto con il principio contabile della prudenza, che imporrebbe un accantonamento commisurato al reale rischio di esigibilità del credito.

Tuttavia, a pagina 87 della medesima Relazione si sostiene che gli accantonamenti a FCDE dei Residui Attivi connessi con i Proventi dei Beni dell’Ente sono stati effettuati al 46,08% e la partita ex Cooperativa Conti è ricompresa in questo passaggio contabile del bilancio comunale. Qualora l’accantonamento effettivo fosse stato del 46,08% le preoccupazioni aumenterebbero in maniera esponenziale proprio perché la somma liberata e messa a disposizione degli equilibri generali ammonterebbe a ben 2,4 milioni di euro. Però, non vogliamo fare gli allarmisti e preferiamo accettare l’impostazione di pagina 17 della Relazione, immaginando che l’accantonamento del 46,08% rappresenti una media delle differenti misure di accantonamento adottate nello specifico del capitolo in questione. Pur facendo questa scelta, in ogni caso, il ragionamento rimane lo stesso: la scelta finale dell’accantonamento dell’88% a FCDE di questo credito ha liberato artificiosamente una cifra cospicua che è stata utilizzata per gli equilibri di bilancio.

La disciplina dell’accantonamento al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) per gli enti locali è principalmente dettata dai Principi Contabili Generali e Applicati allegati al D.Lgs. 118/2011 e successive modifiche e integrazioni, che costituiscono il fondamento normativo per l’armonizzazione dei sistemi contabili e dei bilanci degli enti territoriali.

In particolare, il principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria (All. 4/2 al D.Lgs. 118/2011) dedica specifiche sezioni alla gestione dei residui attivi e passivi, inclusa la necessità di accantonare al FCDE gli importi relativi a crediti di dubbia e difficile esazione. Questo principio stabilisce che la quantificazione dell’accantonamento deve essere effettuata in modo da coprire le potenziali perdite derivanti da tali crediti, in applicazione del principio della prudenza.

La Circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 2/2015 ha fornito ulteriori chiarimenti e indicazioni operative in merito alla corretta applicazione dei principi contabili concernenti il FCDE, sottolineando l’importanza di una valutazione realistica e prudenziale dei rischi di mancato incasso.

Pertanto, la scelta del Comune di Tivoli di accantonare all’88% una posta di credito definita di ‘difficilissima gestione‘ dovrebbe essere motivata in modo trasparente e rigoroso, in linea con i principi contabili e le indicazioni ministeriali, al fine di garantire la veridicità e la attendibilità del rendiconto consuntivo e la sana gestione delle finanze pubbliche locali.

Il surplus della gestione e le emergenze sociali

Il valore negativo in corrispondenza della “Quota non ripianata da porre a carico del nuovo bilancio di previsione” indica che il disavanzo è stato ripianato in misura maggiore rispetto a quanto previsto.

Infatti, il disavanzo residuo accertato con il Rendiconto 2024 (€ 31.068.167,06) è inferiore al disavanzo residuo atteso (€ 31.356.959,65). La differenza di € 288.792,59 rappresenta una quota aggiuntiva di disavanzo che è stata assorbita nel corso del 2024, oltre alla quota annua prevista.

Quindi, la necessità di ripianare il disavanzo pregresso “assorbe” risorse che altrimenti sarebbero state disponibili per migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso maggiori servizi o investimenti. I 288.000 € in più che sono stati destinati a questo scopo rappresentano un’opportunità mancata per finanziare altre priorità a causa del fardello del passato.

La decisione di ripianare una quota di disavanzo superiore a quella minima obbligatoria è stata una scelta volontaria da parte dell’amministrazione comunale.

Infatti, l’obbligo legale era di ripianare la “quota annua” (€ 2.206.730,21). La destinazione di ulteriori € 288.792,59 al ripiano del disavanzo rappresenta una scelta politica e amministrativa volta ad accelerare il risanamento finanziario dell’ente; quella somma, pur essendo stata destinata a un obiettivo importante come la riduzione del debito pregresso, rappresenta una scelta che ha implicitamente comportato la non utilizzazione di quelle stesse risorse per altre finalità (spese correnti, investimenti, riduzione di tasse, ecc.).

In un contesto di risorse scarse e di una “parte disponibile” dell’avanzo negativa, ogni decisione sull’allocazione dei fondi comporta delle rinunce. La scelta di accelerare il ripiano del disavanzo è stata presumibilmente ritenuta prioritaria rispetto ad altre potenziali destinazioni di quelle risorse aggiuntive.

Se la priorità fosse stata diversa, quei fondi avrebbero potuto essere destinati a:

  • Finanziare progetti di inclusione sociale: Creare o ampliare programmi per persone con disabilità, anziani non autosufficienti, famiglie in difficoltà, o per l’integrazione di minoranze.
  • Potenziare i servizi sociali esistenti: Aumentare le risorse per l’assistenza domiciliare, i centri diurni, i servizi di supporto psicologico, o l’emergenza abitativa.
  • Sostenere iniziative di contrasto alla povertà: Implementare misure di sostegno economico, alimentare o di inserimento lavorativo per le fasce più vulnerabili della popolazione.
  • Rafforzare la rete di welfare locale: Collaborare con associazioni del terzo settore e volontariato per ampliare l’offerta di servizi sociali.

La scelta di accelerare il ripiano del disavanzo pregresso, pur avendo una sua logica nel lungo termine per la stabilità finanziaria dell’ente, ha comportato implicitamente la rinuncia a utilizzare quelle risorse per interventi più immediati e diretti sul tessuto sociale della comunità.

Questo evidenzia come le decisioni di bilancio siano sempre delle scelte politiche che riflettono le priorità dell’amministrazione in un dato momento, bilanciando le esigenze di risanamento finanziario con le necessità di investimento sociale e di erogazione di servizi ai cittadini. In un contesto di risorse limitate, ogni euro destinato a un obiettivo rappresenta un euro non disponibile per un altro.

La politica, cioè le opzioni evidenziate dalla maggioranza di Centro Destra, ha indirizzato le proprie scelte specifiche assecondando un’operazione tecnica, abdicando cioè alla sua funzione strategica, per accelerare l’idea di un recupero del piano di rientro dal deficit pregresso, lasciato in eredità da Proietti. Dinanzi alle macerie lasciate dalla decisione della maggioranza di Centro Destra che governa la Regione Lazio di tagliare in maniera consistente i fondi alla fragilità fisica e psichica (vedi Comunicazione Aumentativa Alternativa, per esempio), coloro che governano Palazzo San Bernardino, sodali politicamente di coloro che gestiscono il governo regionale, hanno preferito non assegnare quei fondi al comparto dei Servizi Sociali assecondando una negoziazione al ribasso tutta tecnica, lontana mille miglia dalla gestione politica delle scelte mirate di Bilancio, soprattutto in una fase emergenziale dal punto di vista dell’inclusione sociale. Una scelta tecnica, in cui l’appartenenza politica è risultata preponderante a danno della Comunità Tiburtina che pure l’Amministrazione dovrebbe tutelare e rappresentare.

Il Fondo TARI

La tabella presente nella Relazione sulla gestione, relativamente alla composizione delle Quote Accantonate nel Risultato di Amministrazione al 31/12/2024, fornisce il dettaglio degli accantonamenti effettivi al termine dell’esercizio 2024. Scorrendo, veniamo a sapere che nella voce Altri Accantonamenti vengono comprese diverse voci, tra cui il Fondo Avanzo Vincolato TARI (€ 800.000,00). Trattasi di risorse vincolate di cui non si può disporre a proprio piacimento. Questi 800.000 euro possono essere utilizzati soltanto nell’ambito della gestione della Tariffa Rifiuti, non per altre destinazioni. Tale somma è il risultato dell’eccesso di incasso, rispetto ai pagamenti, che il Bilancio ha registrato nel rapporto con ASA SpA che gestisce lo specifico servizio. Cioè, il Comune ha incassato di più di quanto abbia pagato. Sono soldi dei Cittadini e non definiscono un virtuosismo gestionale.  Essendo soldi dei Cittadini è giusto che vengano restituiti anche sotto la forma di calmierazione degli aumenti tariffari previsti dal PEF sulla TARI approvato recentemente. Non è stata una scelta politica, ma una restituzione di risorse visto che il Comune ha fatto pagare per il servizio TARI un costo maggiore delle spese affrontate. Il problema semmai è un altro: cosa accadrà per il futuro? Il Fondo TARI è stato completamente utilizzato nel 2025 e se dovesse perdurare la richiesta di aumento tariffario così come certificato dallo specifico PEF, i tiburtini si troverebbero a pagare circa un milione di euro in più di costi per la gestione rifiuti urbani. È necessario strutturare in maniera strategica e definitiva questo passaggio al fine di non far aumentare le spese del servizio scaricandole sulle spalle degli utenti. Tutto questo manca come indicazione strategica del consuntivo riferito al 2024 e del previsionale 2025-2027, oltre che nel DUP.

Ripetiamo un concetto basilare: non si è trattato di una scelta politica, ma di un obbligo tecnico imposto dal vincolo di bilancio. La scelta politica semmai sarebbe quella di strutturare in maniera definitiva questo contenimento della tariffa, tendendo alla sua graduale e progressiva riduzione. È altresì necessario rivedere il bilanciamento dei costi tra utenze domestiche e utenze non domestiche, al fine di utilizzare il riequilibrio specifico come volano a supporto dello sviluppo economico della Città.

L’Avanzo di Amministrazione

Durante lo scarno dibattito in Aula, c’è stato chi si è sforzato di spiegare le verità nascoste dell’Avanzo di Amministrazione registrato e certificato al 31.12.2024.

La gestione di competenza del 2024 si chiude con un avanzo significativo. Tuttavia, è cruciale considerare che questo avanzo è “lordo” e non tiene conto delle specifiche destinazioni delle risorse.

L’inserimento in bilancio, tra le entrate del titolo III, di 3,5 milioni di canoni ex Cooperativa Conti potrebbe aver alterato i conti dell’Ente per una cifra di circa 400.000 euro, come abbiamo visto. Questo potrebbe avere avuto ripercussioni sia sul sistema degli indici di deficitarietà dell’Ente che sul prospetto degli equilibri finanziari appena analizzato.

È importante ora analizzare come questo avanzo di competenza verrà applicato nel Risultato di Amministrazione, tenendo conto delle quote accantonate, vincolate, destinate e della gestione dei residui. La presenza di un equilibrio di parte corrente positivo è un prerequisito fondamentale per la sostenibilità finanziaria dell’Ente.

L’Avanzo lordo

Lordo” in questo contesto significa che l’avanzo di € 12.186.514,60 è il risultato contabile “grezzo” della gestione di competenza. Non tiene ancora conto di una serie di “uscite” o destinazioni specifiche che riducono la sua effettiva disponibilità.

Immaginiamo di aver guadagnato € 100 (l’avanzo lordo). Però, di quei € 100, devi metterne da parte € 20 per le tasse (gli accantonamenti), € 10 perché avevi promesso di darli a un amico per un progetto (i vincoli) e € 30 per comprare un nuovo strumento di lavoro (la destinazione agli investimenti).

L’avanzo “lordo” è quei € 100 iniziali. L’avanzo “netto” o “disponibile” sarebbe quello che ti rimane dopo aver tolto le tasse, i soldi per l’amico e quelli per il nuovo strumento (in questo caso, € 100 – € 20 – € 10 – € 30 = € 40).

Allo stesso modo, l’avanzo di competenza del Comune è “lordo” perché non ha ancora sottratto contabilmente le somme che sono già state accantonate (come il Fondo Rischi Contenzioso), vincolate (come l’Avanzo Vincolato TARI) o destinate agli investimenti, cioè risorse che verranno utilizzate per finanziare progetti di investimento.

Quindi, anche se la gestione di competenza mostra un saldo positivo, la somma effettivamente disponibile per essere utilizzata liberamente dal Comune è inferiore a questo importo “lordo” una volta considerate queste destinazioni specifiche.

In sintesi, “lordo” indica un risultato contabile prima di considerare specifiche destinazioni o accantonamenti che ne riducono la disponibilità effettiva.

Conclusioni:

  • Il saldo positivo della gestione di competenza è un indicatore importante, ma non rappresenta l’intero importo disponibile per gli investimenti.
  • È fondamentale considerare gli accantonamenti, i vincoli e le destinazioni specifiche per determinare la reale disponibilità finanziaria per gli investimenti.

Gli equilibri di bilancio tengono conto delle destinazioni specifiche dell’avanzo. L’avanzo lordo non implica che non possa finanziare investimenti con mezzi propri, ma che la quota effettivamente utilizzabile a tal fine sarà inferiore all’avanzo lordo.

L’ammontare preciso dell’avanzo disponibile per finanziare investimenti con mezzi propri sarà determinato solo dopo aver sottratto dall’avanzo lordo le quote accantonate, vincolate e le altre destinazioni specifiche nel Risultato di Amministrazione.

L’analisi del Risultato di Amministrazione fornisce il quadro completo di come l’avanzo della gestione di competenza viene ripartito e quanta parte di esso rimane effettivamente libera e utilizzabile per finanziare investimenti o per altre finalità discrezionali del Comune. Alla fine, dai 12 milioni e rotti dell’avanzo di competenza, l’analisi degli equilibri ci dice che in effetti sono veramente utilizzabili soltanto € 425.102,09. Questa è quanto potrebbe essere potenzialmente disponibile per altre finalità, inclusi gli investimenti, a livello di competenza, prima di considerare ulteriori dinamiche del Risultato di Amministrazione. Poiché i € 288.000 utilizzati per accelerare l’abbattimento del deficit pregresso sono stati generati dalla gestione del Bilancio 2024 come una quota aggiuntiva non prevista, essi hanno contribuito positivamente al risultato finale dell’Equilibrio di Bilancio (W2).

In altre parole:

  • La gestione complessiva del 2024 (entrate meno spese di competenza, tenendo conto degli FPV) ha generato un certo avanzo “lordo” (W1).
  • Da questo avanzo lordo sono state sottratte le risorse accantonate e vincolate a bilancio.
  • La cifra risultante (W2) è il saldo “netto” della gestione di competenza, e include l’effetto positivo dei € 288.000 aggiuntivi che si sono resi disponibili e sono stati utilizzati per ridurre il deficit pregresso.

Quindi, W2 riflette la sintesi finale delle operazioni di competenza del 2024, inclusa la generazione di quella quota extra di € 288.000 che ha permesso di accelerare il piano di rientro. Dentro ci sono anche gli effetti dei 400.000 euro non accantonati a FCDE per quanto riguarda i proventi connessi e stimati alla questione già trattata della ex Cooperativa Conti. Stando così le cose, al posto dell’Assessore al Bilancio non sarei così sereno.

Il Risultato complessivo di Amministrazione al 31 dicembre 2024 è positivo e ammonta a € 56.762.067,35. Tuttavia, la sua composizione evidenzia:

o Parte Accantonata (€ 69.902.357,26): Questa quota, la più consistente, è destinata a coprire specifici rischi e passività potenziali (FCDE, fondo anticipazioni liquidità, fondo perdite società partecipate, fondo contenzioso, altri accantonamenti). La sua elevata entità riduce la disponibilità effettiva dell’avanzo per altre finalità.

o Parte Vincolata (€ 11.501.710,32): Queste risorse sono legate a specifiche destinazioni previste da leggi, trasferimenti, mutui o decisioni formali dell’ente, limitandone l’utilizzo discrezionale.

o Parte Destinata agli Investimenti (€ 6.426.166,83): Questa quota è specificamente riservata al finanziamento di investimenti.

o Parte Disponibile (€ -31.068.167,06): Questo dato negativo indica che, al netto degli accantonamenti, dei vincoli e delle risorse destinate agli investimenti, vi è un deficit. Questo conferma quanto avevamo dedotto in precedenza sulla “parte disponibile negativa ma in miglioramento”. L’avanzo complessivo è quindi “assorbito” da accantonamenti e vincoli, lasciando una scopertura potenziale.

In Sintesi (Aspetti Meno Positivi Evidenziati dal Prospetto):

  • Entità Elevata del FCDE: Sottolinea la persistente difficoltà nella riscossione di crediti pregressi.
  • Consistenza dei Residui Attivi Finali: Indica che una parte significativa dei crediti rimane da incassare.
  • Parte Disponibile Negativa dell’Avanzo: Nonostante un risultato di amministrazione complessivamente positivo, la sua “parte disponibile” è negativa, in quanto l’avanzo è assorbito da accantonamenti e vincoli. Questo limita la flessibilità finanziaria dell’ente.

Questi elementi, letti insieme alle segnalazioni dell’Organo di Revisione, forniscono un quadro più completo delle aree di attenzione nella gestione finanziaria del Comune di Tivoli, nonostante il giudizio positivo sul Rendiconto 2024.

Quindi l’avanzo di amministrazione è vincolato al FCDE, agli investimenti e alla spesa corrente vincolata. Praticamente non ci sono quote libere da utilizzare per la gestione di competenza o da riportare a nuovo come svincolato. La lettura combinata del Prospetto Dimostrativo del Risultato di Amministrazione e delle indicazioni dell’Organo di Revisione porta proprio a questa conclusione.

L’avanzo di amministrazione di € 56.762.067,35 è ampiamente assorbito da:

  • FCDE (€ 53.756.628,37): La quota più consistente è accantonata per coprire i crediti di dubbia esigibilità, il che implica che queste risorse non sono liberamente utilizzabili.
  • Parte Vincolata (€ 11.501.710,32): Queste risorse hanno una destinazione specifica (leggi, trasferimenti, mutui, decisioni dell’ente) e non possono essere utilizzate per la gestione corrente generale o riportate come avanzo libero senza rimuovere il vincolo.
  • Parte Destinata agli Investimenti (€ 6.426.166,83): Questa quota è specificamente accantonata per finanziare spese in conto capitale programmate.

Se sottraiamo queste componenti dall’avanzo totale:

€ 56.762.067,35 (Avanzo Totale)

  • € 69.902.357,26 (Totale Parte Accantonata, che include il FCDE)
  • € 11.501.710,32 (Totale Parte Vincolata)
  • € 6.426.166,83 (Totale Parte Destinata agli Investimenti) = € -31.068.167,06 (Totale Parte Disponibile)

Come evidenziato dal prospetto, la parte disponibile dell’avanzo è negativa. Questo significa che, al netto degli accantonamenti necessari per coprire potenziali perdite su crediti e delle risorse già vincolate o destinate, non solo non c’è un avanzo libero da utilizzare per la gestione di competenza o da riportare a nuovo come svincolato, ma c’è il famoso e proiettiano “deficit” da coprire con risorse future.

In sostanza, l’avanzo di amministrazione del Comune di Tivoli per il 2024 è strutturalmente vincolato o accantonato, lasciando una disponibilità effettiva negativa. Questo sottolinea la necessità di una gestione finanziaria prudente e di un continuo sforzo nel migliorare la riscossione dei crediti per ridurre la pressione sul FCDE e potenzialmente liberare risorse in futuro.

La situazione che emerge dal Prospetto Dimostrativo del Risultato di Amministrazione suggerisce che la realizzazione di un avanzo di amministrazione di quell’entità, con la sua attuale composizione, era fondamentale per evitare un ulteriore peggioramento della situazione finanziaria pregressa.

Se l’avanzo fosse stato minore, la “parte disponibile negativa” sarebbe stata ancora più consistente, implicando un maggiore fabbisogno di risorse per coprire gli accantonamenti necessari e i vincoli esistenti. In altre parole, un avanzo inferiore avrebbe probabilmente evidenziato un disavanzo complessivo ancora più elevato, derivante dalla somma della parte disponibile negativa con eventuali disavanzi pregressi non ancora completamente assorbiti.

Quindi, l’avanzo realizzato, per quanto strutturalmente vincolato, ha avuto la funzione cruciale di contenere e potenzialmente assorbire parte delle debolezze finanziarie pregresse, evitando l’accumulo di un disavanzo ancora maggiore. Questo sottolinea l’importanza di monitorare attentamente l’evoluzione della “parte disponibile” nei prossimi esercizi, con l’obiettivo di renderla positiva attraverso una migliore riscossione e una gestione oculata della spesa.

Il problema è sempre lo stesso: riscossione bassa sia della competenza che del pregresso, per esempio evasione e non pagato. Questo è il nodo cruciale e persistente della gestione finanziaria del Comune di Tivoli, come emerge anche dalla relazione dell’Organo di Revisione e dall’analisi del Risultato di Amministrazione.

La bassa riscossione, sia per quanto riguarda le entrate di competenza dell’anno in corso che per il recupero dei crediti pregressi (inclusa l’evasione e il non pagato), rappresenta un vincolo strutturale che influenza negativamente diversi aspetti:

  • Necessità di Accantonamenti Elevati (FCDE): La difficoltà nel riscuotere i crediti pregressi costringe l’ente ad accantonare somme significative al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, immobilizzando risorse che potrebbero essere destinate ad altre finalità.
  • Limitata Disponibilità dell’Avanzo: Come abbiamo visto, la scarsa riscossione contribuisce a “vincolare” gran parte dell’avanzo per coprire il rischio di mancato incasso, riducendo la sua disponibilità per investimenti o per la gestione corrente.
  • Potenziale Ricorso a Debito o Altre Forme di Finanziamento: Se le entrate correnti e il recupero del pregresso rimanessero insufficienti a coprire le spese, l’ente potrebbe trovarsi nella necessità di ricorrere a indebitamento o ad altre forme di finanziamento, con conseguenti oneri finanziari.
  • Impatto sulla Qualità dei Servizi: Una minore disponibilità di risorse liquide può influire sulla capacità dell’ente di erogare servizi di qualità ai cittadini.

L’invito reiterato dell’Organo di Revisione a migliorare la riscossione, sia dei residui attivi che, implicitamente, delle entrate di competenza, sottolinea la centralità di questo problema. Un’azione più incisiva sul fronte della riscossione, attraverso strategie mirate al recupero dell’evasione e al sollecito dei pagamenti, è fondamentale per sbloccare risorse, ridurre la pressione sul FCDE e aumentare la flessibilità finanziaria del Comune di Tivoli nel lungo termine. Senza un miglioramento sostanziale in questo ambito, le criticità finanziarie rischiano di persistere, nonostante i segnali positivi evidenziati per altri aspetti.

Praticamente questa carenza, sommata ai disastri dei risultati degli esercizi precedenti, vedi disavanzo da ripianare ereditato, è il vero problema del bilancio del comune di Tivoli. Fino a che non si saneranno questi aspetti il bilancio non avrà margini da dedicare agli investimenti, sia diretti con mezzi propri che derivati attraverso l’accensione di mutui: manca il cash flow positivo in grado di sostenere lo sviluppo.

In definitiva, la sanificazione strutturale della riscossione e il completo assorbimento delle conseguenze negative dei bilanci passati sono condizioni imprescindibili per sbloccare il potenziale di investimento del Comune di Tivoli e per creare un circolo virtuoso di sviluppo economico e finanziario sostenibile. Senza un’azione decisa e continuativa su questi fronti, il bilancio rimarrà inevitabilmente “ingessato”, con margini limitati per iniziative di crescita e miglioramento dei servizi.

L’andamento delle Riscossioni

Al fine di evitare un appesantimento della lettura inserendo troppi dati, ci limiteremo ad un’analisi macro di questo aspetto. In ogni caso, anche adottando una metodologia di questo tipo, emerge la più volte evidenziata difficoltà del Comune di Tivoli a incassare i propri crediti, con percentuali molto al di sotto delle medie nazionali riferite alla fascia di Comuni compresa tra i 50.000 e i 100.000 residenti.

Il Riepilogo Generale delle Entrate riferito al Conto del Bilancio 2024 ci invita a riflettere sulle seguenti performance:

Titolo dell’Entrata Incassi Residui (%) Incassi Competenza (%)
Titolo 1 20 60
Titolo 2 39 63
Titolo 3* 24 36
Titolo 4 9 35

*Nel Titolo 3 sono allocati i proventi dei Beni dell’Ente. Cioè, anche quelli connessi con la questione ex Cooperativa Conti.

Come abbiamo visto la consistenza del FCDE, a causa di questi scarsi risultati della riscossione, ammonta alla cifra rilevante di circa 54 milioni di euro.

Questo è il nodo, trastullarsi oltre escogitando teorie tramate di buone intenzioni, ma del tutto inefficaci sul piano pratico, significa non avere il coraggio di affrontare la questione in maniera risolutiva, indicando anche di chi sono le responsabilità di questa situazione.

Il Fondo Rischi

L’ammontare accantonato nel Fondo Rischi Contenzioso è di € 4.290.845,59 al 31/12/2024. Se il rischio di soccombenza per le cause con importi elevati si concretizzasse, il fondo attuale potrebbe non essere sufficiente a coprire interamente le passività, con potenziali impatti negativi sulla “parte disponibile” dell’avanzo e sulla capacità di spesa futura del Comune.

Particolare Attenzione va prestata alla vicenda FINCRES SPA, cioè Terme Acque Albule. L’importo elevatissimo e lo stato di “TRATTENUTA IN DECISIONE” rendono questa causa la più critica dal punto di vista finanziario. Anche se la relazione indica una stima di rischio sul solo “interesse”, l’esito rimane incerto.

Il prospetto dei contenziosi evidenzia un’area di potenziale fragilità finanziaria per il Comune di Tivoli. Un monitoraggio costante dell’evoluzione di queste cause e un accantonamento prudenziale maggiore nel Fondo Rischi Contenzioso sarebbe risultato fondamentale per mitigare l’impatto negativo sul bilancio in caso di esiti sfavorevoli.

La relazione indica un rischio di soccombenza del 100% ma solo sulla parte interessi. Questo è un elemento cruciale. Sebbene il Comune possa avere argomentazioni solide per contestare il capitale principale, la probabilità di dover pagare gli interessi sembra elevata.

L’ammontare totale degli importi “DARE” relativi ai contenziosi senza rivalsa assicurativa elencati nel prospetto è di € 9.080.441,71.

È importante ricordare che questo totale non include l’importo “INDETERMINABILE” per alcune cause. L’esposizione finanziaria potenziale del Comune potrebbe quindi essere significativamente più alta.

La variazione di Bilancio

Nella stessa seduta del 5 maggio il Consiglio Comunale ha votato la manovra correttiva al Bilancio di previsione, approvato durante il mese di dicembre del 2024.

Si è trattato di una variazione imponente che, praticamente, ha riscritto il Bilancio di Previsione per il triennio 2025-2027.

TABELLA COMPARATIVA ENTRATE E SPESE (COMPETENZA ANNO 2025)

Voce Previsionale Nov. 2024 (€) Variazione Apr. 2025 (€) Variazione Assoluta (€) Variazione Percentuale (%)
ENTRATE
Titolo 1: Entrate Correnti 40.757.041,30 40.740.808,38 -16.232,92 -0,04%
Titolo 2: Trasferimenti Correnti 10.840.827,44 12.494.076,17 +1.653.248,73 +15,25%
Titolo 3: Entrate Extratributarie 10.276.559,25 10.918.917,80 +642.358,55 +6,25%
Titolo 4: Entrate in Conto Capitale 14.520.052,10 31.229.557,71 +16.709.505,61 +115,08%
Titolo 5: Entrate da Riduzione Attività Finanziarie 7.840.000,00 7.840.000,00 0,00 0,00%
Totale Entrate Finali 84.234.480,09 103.223.360,06 +18.988.879,97 +22,54%
Titolo 6: Accensione Prestiti 7.840.000,00 7.840.000,00 0,00 0,00%
TOTALE COMPLESSIVO ENTRATE 268.896.776,26 300.318.978,26 +31.422.202,00 +11,70%
SPESE
Titolo 1: Spese Correnti 60.536.962,58 70.750.712,81 +10.213.750,23 +16,87%
Titolo 2: Spese in Conto Capitale 11.717.732,54 32.926.184,31 +21.208.451,77 +181,00%
Titolo 3: Spese per Incremento Attività Finanziarie 15.680.000,00 15.680.000,00 0,00 0,00%
Totale Spese Finali 87.934.695,12 119.356.897,12 +31.422.202,00 +35,73%
Titolo 4: Rimborso Prestiti 3.309.479,54 3.309.479,54 0,00 0,00%
Titolo 5: Chiusura Anticipazioni ricevute 40.000.000,00 40.000.000,00 0,00 0,00%
Titolo 7: Uscite per conto terzi e partite di giro 135.445.871,39 135.445.871,39 0,00 0,00%
TOTALE COMPLESSIVO SPESE 268.896.776,26 300.318.978,26 +31.422.202,00 +11,70%

L’analisi comparativa tra il bilancio di previsione adottato dal Comune di Tivoli nel novembre 2024 e la successiva proposta di variazione presentata nell’aprile 2025 evidenzia una rimodulazione finanziaria di portata significativa, che trascende la mera operazione di aggiornamento tecnico e configura una sostanziale riscrittura delle previsioni iniziali. L’entità complessiva delle variazioni, con un incremento di oltre 31 milioni di euro sia sul versante delle entrate che su quello delle spese a livello di competenza per l’esercizio 2025, impone una riflessione critica sulla qualità della pianificazione finanziaria e sulla solidità degli equilibri prospettati.

Un primo elemento di criticità emerge dall’analisi comparata delle entrate. L’aumento complessivo è trainato in modo preponderante dalle Entrate in Conto Capitale (Titolo 4), che registrano un incremento esponenziale del +115,08%. Sebbene un afflusso di risorse per investimenti possa apparire positivo, una dipendenza così marcata da entrate strutturalmente meno stabili e prevedibili rispetto a quelle correnti introduce un elemento di vulnerabilità finanziaria. Parallelamente, si osserva un incremento delle Entrate Extratributarie (Titolo 3, +6,25%) di entità considerevole, la cui mancanza di una dettagliata relazione esplicativa in seno alla proposta di variazione solleva interrogativi sulla loro natura, origine e sostenibilità, alimentando una criticità in termini di trasparenza e di corretta informazione finanziaria.

Sul versante delle spese, si riscontrano incrementi significativi sia nelle Spese Correnti (Titolo 1, +16,87%) che nelle Spese in Conto Capitale (Titolo 2, +181,00%). L’aumento delle spese correnti, in particolare, merita un’analisi approfondita per comprenderne le motivazioni a livello di singole missioni e programmi, al fine di valutarne l’impatto sulla capacità di generare risorse per gli investimenti. L’incremento delle spese in conto capitale, pur coerente con l’aumento delle relative entrate, necessita di una chiara definizione delle priorità strategiche sottostanti.

 

 

La Criticità evidente

La criticità più rilevante si manifesta nell’evoluzione dell’equilibrio di parte corrente ai fini della copertura degli investimenti pluriennali, che peggiora significativamente passando da un valore negativo di -401.402,70 € nel previsionale di novembre 2024 a -1.228.342,70 € nella proposta di variazione di aprile 2025. Questo deterioramento di oltre 800.000 € evidenzia una progressiva incapacità della gestione ordinaria del Comune di contribuire al finanziamento degli investimenti, incrementando la dipendenza da fonti esterne o dall’utilizzo di avanzi vincolati, con potenziali implicazioni negative sulla flessibilità finanziaria futura.

L’entità complessiva delle variazioni tra i due documenti di bilancio, a distanza di soli cinque mesi, suggerisce una limitata affidabilità delle previsioni formulate nel novembre 2024, configurando di fatto un rifacimento sostanziale del bilancio previsionale.

Conclusioni

Il rendiconto 2024 del Comune di Tivoli presenta le medesime problematicità di sempre e non sembrano fugati i dubbi che la Corte dei conti ha manifestato con la Decisione del 6 luglio 2022.

Le mancate risposte, riproposte anche con il previsionale 2025-2027, trasferiscono una insicurezza generale all’intero impianto e, in attesa di alcune sentenze definitive, prima fra tutte quella concernente il contenzioso sulla Società Terme Acque Albule, il quadro si presenta a tinte ancora più preoccupanti.

Manca una definitiva e congruente politica delle Entrate che la semplice intuizione teorica che ha portato alla costituzione dello Sportello Unico delle Entrate non riporta al suo naturale alveo strategico.

Servono strumenti più cogenti e di profondità, in grado di risolvere in via definitiva il problema delle riscossioni, sia dei Residui che della Competenza. In assenza di ciò tutto diventa molto più difficile.

Ovviamente, la speranza è una sola: che tutte le previsioni negative non si manifestino concretamente. Però, a dire il vero, non è che si può vivere solo di speranze, ogni tanto serve un minimo di concretezza in un presente capace di preparare un domani meno inquieto.

 

Share
Published by

Recent Posts

La favola delle luci vista mare | A Gaeta “Favole di Luce” dal 9 novembre all’11 gennaio illumina bastioni e vicoli: fila di turisti per le foto su Instagram

“Favole di Luce” trasforma Gaeta in un grande percorso luminoso sul mare: installazioni scenografiche, bastioni…

8 ore ago

Addio strisce blu 2026: ecco le esenzioni per il nuovo anno | Finalmente possiamo salutarle

Dal 2026 alcune categorie di cittadini potranno dire davvero addio al pagamento delle strisce blu:…

8 ore ago

Assegno unico, nel 2026 arrivano gli aumenti promessi: ecco quanto percepiranno gli aventi diritto

Nel 2026 l’assegno unico subirà un adeguamento al rialzo grazie alla rivalutazione annuale, con incrementi…

10 ore ago

Errori fiscali, il 2025 introduce ravvedimenti ultra-ridotti | chi agisce subito paga quasi niente

Il 2025 porta con sé una novità che cambierà radicalmente il modo di gestire gli…

11 ore ago

Santa Marinella, incendio in centro | Locale distrutto in via Alessandro Volta: fumo intenso e intervento dei vigili del fuoco

Le fiamme sono divampate sabato 15 novembre poco prima delle 20: negozio devastato, attività confinanti…

11 ore ago

Roma tra le città peggiori per sicurezza: 104ª su 107 province | vivere qui diventa una sfida

Roma scivola nelle ultime posizioni della classifica nazionale sulla qualità della vita, fermandosi al 104°…

11 ore ago