Intervista a Davide Porcelluzzi, artista e cantante tiburtino che ha raggiunto la finale del prestigioso premio Mia Martini
La mia passione per il canto nasce grazie a mio nonno, fin da quando ero bambino mi ha sempre portato al mare con lui e mia nonna e mi faceva cantare a tutti i karaoke sulla spiaggia ogni sera. 5 anni fa ho poi deciso di iniziare a studiare canto.
Studio canto al Beats Generation, con Laura Barchi come docente. Oltre a studiare canto faccio atletica allo stadio Olindo Galli sempre a Tivoli. In generale oltre al canto ho sempre apprezzato ballare e recitare, fino a qualche anno fa praticavo entrambe sempre al Beats Generation. Suono il pianoforte, ho iniziato qualche anno fa come auto didatta per accompagnare il canto, da settembre ho iniziato a studiarlo. Ogni tanto mi diverto in cucina.
Sono andato al Premio Mia Martini come sperimentazione, mi sono interfacciato a questo “mondo” di provini e premi da Gennaio quindi non avevo grandi esperienze passate, anzi questa era proprio la prima. Ad aumentare la preoccupazione e’ stata proprio la canzone che ho portato al premio, il mio primo inedito chiamato “Nel tuo cielo” scritto da me e composto dal mio maestro di pianoforte Giovanni Romani.
Sono contentissimo ed emozionatissimo per la finale del Premio Mia Martini, essendo la mia prima esperienza non voglio aspettarmi nulla, apprezzo il percorso fatto fin’ora, mi ha aiutato a crescere e a prendere sicurezza, comunque vada la soddisfazione per me rimane moltissima, nonostante questo mi impegnerò al massimo delle mie capacità per tentare di arrivare il piu avanti possibile. Quali sono i tuoi artisti preferiti a cui ti ispiri? La mia artista preferita è Amy Winehouse, mi piace il suo modo di comunicare, avverto in tutte le sue canzoni parte della sua anima.
Ho scritto “Nel tuo cielo” ad Ottobre per poi concluderla circa un mese fa grazie a Giovanni Romani, questa canzone nasce dopo un periodo lungo e difficile per me, la canzone parla di un amore complicato o anche non ricambiato nel quale si cambierebbe tutto di se stessi pur di piacere all’altra persona, un amore a senso unico in cui si dá solo e non si riceve niente rischiando di perdere “cocci” ,come li chiamo nella canzone, di se stessi. E’ nata appunto da una mia esperienza personale e da un’esperienza di una persona più grande di me che mi sta molto a cuore. Sarebbe un sogno per me che qualcuno si riuscisse a rivedere in ciò che ho scritto e si sentisse capito, come se le esperienze e le emozioni di tutte le persone che la ascoltassero si fondessero con le mie.
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