Un importante luogo di incontro e snodo economico per il centro di Tivoli, che deve cambiare in funzione delle nuove normative e restare attivo
Tivoli – Il mercato ortofrutticolo tiburtino di Piazza del Plebiscito è, storicamente, una delle caratteristiche del centro storico della città. Con i suoi banchi ed i fiorai, il forno, la farmacia, i bar, rappresenta un notevole elemento di richiamo per un quartiere medievale che, nelle sue propaggini più antiche, vede ormai una vera e propria desertificazione degli esercizi commerciali. Tanto più che a pochi passi ci sono l’ufficio postale, il ferramenta, la libreria, negozi di alimentari e di abbigliamento.
L’utilità del mercato
Può essere considerato un mutuo soccorso reciproco quello tra le attività, una sostiene l’altra grazie alle diversificazioni delle merci in vendita e dei servizi. Tutti insieme mantengono l’interesse per il centro e per le vie adiacenti, invitano alla frequentazione ed alla socializzazione che, nei tempi di Internet, è fondamentale.
Lungo il percorso turistico che collega, attraverso Via del Trevio, Villa d’Este a Villa Gregoriana, il mercato ortofrutticolo è anche notevole attrazione turistica, molto fotografati i banchi di frutta e verdura e quelli dei fiorai anche se gli allestimenti espositivi non sono particolarmente eleganti.
Dopo tanti anni l’Amministrazione comunale ha deciso di procedere ad una riqualificazione del mercato di Piazza Plebiscito che negli anni ha visto, pian piano, scomparire gran parte dei piccoli banchi gestiti dai produttori diretti, alcuni dei quali provenivano anche dai Comuni limitrofi. Le ciliegie di Castel Madama di Antonietta, le verdure di Umbertino e Rosanna, erano prodotti freschissimi dei quali le più anziane ed i più anziani ricordano ancora la fragranza.
Nel tempo sono cambiate molte cose: le normative ed i regolamenti intanto, gli stalli occupati dai banchi sono diminuiti, la presenza dei produttori diretti che vendono esclusivamente prodotti propri si è ridotta a quattro o cinque contadini la cui presenza è limitata prevalentemente al sabato. Gli spazi vuoti prevalgono, anche se i gestori si auto concedono qualche metro quadrato in più.
Perchè e come si cambia
Nella Delibera di Giunta 134 del 15 maggio scorso sono enunciate le motivazioni che hanno spinto il Comune ad affrontare il tema mercato:
“-sostenere lo sviluppo di una rete distributiva che tuteli la produzione ortofrutticola “a chilometro zero” e riconosca e potenzi il ruolo delle piccole e medie imprese, soprattutto quelle condotte da giovani imprenditori agricoli;
– garantire la tutela del consumatore, con particolare riguardo alla possibilità di approvvigionamento di prodotti ottenuti attraverso metodi colturali biologici certificati.”
Gli indirizzi agli uffici, che dovrebbero avere esito in tempi brevi, vedono un aumento degli stalli da mettere a disposizione di nuovi “soggetti interessati, in possesso della qualifica di produttore agricolo e/o produttore agricolo a km zero, fermo restando il numero degli operatori già autorizzati e ferme restando le concessioni rilasciate agli attuali assegnatari se ancora in regola con i presupposti di legge”.
Per assegnare gli stalli, cui il regolamento comunale, bisognoso di adeguamenti, consente una superficie massima di 25 metri quadrati, sarà emesso un avviso di manifestazione di interesse.
Tutela particolare, sempre secondo la delibera, dovrà essere riservata alla produzione agricola “a chilometro zero” e ai metodi di produzione biologica certificata. In modo particolare viene favorita la valorizzazione per le piccole e medie imprese, condotte da giovani imprenditori, che abbiano ottenuto finanziamenti attraverso i Piani di Sviluppo Rurale, ISMEA ed i Gruppi di Azione Locale.
E’ facile prevedere, quindi, un vantaggio offerto a quelle realtà agricole del territorio che coltivano biologicamente e sono certificate, che hanno avuto la lungimiranza di aderire al Gal Terre Sabine e Tiburtine costituito nell’ultimo periodo della precedente Amministrazione tiburtina e sostenuto da quella attuale, in un positivo passaggio del testimone.
Gianni Innocenti
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