La notizia rappresenta una svolta di grande rilievo per il Comune di Tivoli, che finalmente intravede la conclusione di un lungo e complesso contenzioso legale con importanti riflessi sul bilancio pubblico. La decisione della Corte d’Appello di Roma, che ha ribaltato la precedente sentenza di primo grado, riconoscendo l’invalidità dell’esercizio dell’opzione PUTda parte di FINCRES, ha di fatto sollevato l’amministrazione comunale dall’obbligo di riacquisto delle quote e dal pagamento degli interessi correlati — un’eventualità che avrebbe comportato un esborso multimilionario.
FINCRES non poteva esercitare l’opzione PUT nel 2012 perché, al momento dell’esercizio, non deteneva più il 40% delle quote (soglia minima prevista per far valere la clausola), ma solo il 36,55%, a seguito della cessione di un 3,45%.
La mancata validità dell’opzione rende nullo anche il diritto al pagamento di interessi moratori, un ulteriore alleggerimento delle responsabilità finanziarie del Comune.
Nonostante la possibilità, ancora teorica, che FINCRES faccia ricorso in Cassazione, la vittoria in appello rappresenta un precedente fortissimo e un punto di svolta, tanto giuridico quanto politico. Il Comune potrà destinare le risorse che sarebbero state impiegate per saldare il debito a favore di altri interventi sul territorio.
Il Consiglio Comunale straordinario di venerdì 27 giugno, alle ore 9:00, vedrà il Sindaco Innocenzi illustrare nel dettaglio i contenuti della sentenza, le implicazioni economiche e politiche, e il futuro assetto della Società Acque Albule.
La sentenza:
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