Dovrebbe essere giunta al termine, dopo ben sessantacinque anni, la vicenda della famigerata Lottizzazione Nathan che doveva sorgere sui terreni a ridosso della Villa di Adriano confinanti con la Via Maremmana.
Il primo progetto risaliva al 1965 e prevedeva l’edificazione di 1.000.000 di metri cubi. I lavori furono avviati ad inizio 1990, se ne vedono ancora gli effetti degradati e degradanti, in seguito alle autorizzazioni rilasciate dal Comune nonostante le proteste delle associazioni ambientaliste locali, Italia Nostra, Legambiente e WWF.
Il rinvenimento di reperti archeologici portò alla loro sospensione da parte della Soprintendenza archeologica di allora, sospensione che tale è rimasta fino ad oggi quando, la sentenza del Consiglio di Stato pubblicata il 23 luglio scorso, dovrebbe aver decretato lo stop definitivo.
Le vicende si sono susseguite negli anni: il ridimensionamento della cubatura, le nuove autorizzazioni comunali del 2011, le rinnovate proteste di associazioni e Verdi locali con in prima fila Angelo Bonelli, le interrogazioni parlamentari e in Regione, l’impegno della Sottosegretaria Borletti Buitoni e dei Ministri in carica. Una sequenza che ha di fatto impedito la posa del primo mattone.
Non sono state sufficienti a battere la diffusa opposizione contraria, la conferenza stampa dei costruttori davanti a Montecitorio e neanche gli annunci pubblicitari pubblicati su un quotidiano romano che annunciavano, con tanto di immagine, la vendita di appartamenti di alto livello a Ponte Lucano nel 2014.
Si è giunti alle recenti vicende che hanno visto, nei dieci anni di amministrazione del Sindaco Proietti il fermo convinto delle autorizzazioni ed il passaggio di mano della Impreme spa ad un fondo di investimenti statunitense che, dopo alcuni incontri con l’amministrazione comunale, aveva avviato un nuovo ricorso davanti al TAR Lazio richiedendo al Comune di Tivoli un indennizzo di ben 93 milioni di euro che però ha avuto esito negativo.
Nel frattempo l’associazione Italia Nostra aveva presentato un ricorso presso il TAR Lazio contro il Comune di Tivoli che nel 2011 aveva approvato il Piano di lottizzazione di 120.000 metri cubi.
Il ricorso è stato accolto nel 2023 ed proprio a quell’atto del Tribunale amministrativo che Impreme e il Comune di Tivoli, che non poteva farne a meno per non delegittimare una amministrazione precedente, hanno fatto l’opposizione che ha avuto esito negativo.
Dovrebbe essere stata posta una pietra tombale sulla Lottizzazione Nathan dato che i ricorsi ad una sentenza del Consiglio di Stato sono ammessi esclusivamente per limitatissimi argomenti!
Resta una zona degradata che necessita di un progetto che dia finalmente al sito Unesco di Villa Adriana un ingresso degno della sua importanza in collegamento con l’area dell’antico Ponte Lucano ed il Sepolcro dei Plautii.
L’amministrazione tiburtina in carica, maggioranza ed opposizione, ha ora un obiettivo molto importante da avviare e raggiungere!
Gianni Innocenti
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