Acque Albule: valorizzazione o vendita?
In tempi in cui i cosiddetti social la fanno da padroni ed ognuno può scrivere e diffondere idee e commenti a proprio piacimento, quello che manca ai fruitori è il desiderio di cercare le informazioni. Eppure con un minimo di impegno si potrebbero facilmente acquisire notizie importanti tali da evitare di scrivere inesattezze, a meno […]
In tempi in cui i cosiddetti social la fanno da padroni ed ognuno può scrivere e diffondere idee e commenti a proprio piacimento, quello che manca ai fruitori è il desiderio di cercare le informazioni. Eppure con un minimo di impegno si potrebbero facilmente acquisire notizie importanti tali da evitare di scrivere inesattezze, a meno che si sia in malafede o intenzionati a diffondere notizie false, quelle che si definiscono ormai come fake news. Uno dei veicoli di notizie certe è l’Albo pretorio presente sul sito internet di ogni Comune, in esso vengono pubblicati tutti, o quasi, gli atti amministrativi che l’Amministrazione in carica produce, i verbali delle sedute del Consiglio comunale, le delibere della Giunta oltre al Documento Unico di Programmazione.
Il DUP
Il DUP è il documento fondamentale di programmazione degli enti locali, obbligatorio e di carattere generale, che guida le attività strategiche e operative, costituisce il presupposto indispensabile per la redazione del bilancio di previsione e contiene gli obiettivi politici e finanziari dell’Amministrazione comunale. Il cittadino attento troverebbe molte notizie ed informazioni interessanti scorrendone le pagine. Su quello del Comune tiburtino, per esempio, ne appare una di grande rilievo per la cittadinanza: il testo di uno Schema di accordo di cooperazione istituzionale tra Comune e Invimit Sgr SpA. Si tratta della società, il cui capitale è interamente detenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, di gestione del risparmio dedicata alla valorizzazione, dismissione e rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico.
La valutazione
Nel testo dell’accordo, obbligatoriamente reso pubblico dalla normativa in vigore, si legge che: “il Comune ha manifestato un interesse preliminare e non vincolante in relazione alla valutazione e possibile strutturazione di una possibile operazione di investimento in un Fondo ex art. 33 gestito da Invimit avente ad oggetto la quota di partecipazione del Comune nella Società Acque Albule S.p.a, e relativo patrimonio immobiliare, nell’ambito dei quali viene svolta in via principale l’attività ricettiva e di balneazione in prossimità di acque termali, oltre ad ulteriori attività di varia natura (la “Società”) nonché ulteriori immobili/terreni di proprietà del Comune” Inspiegabilmente, nel testo un po’ fumoso dell’accordo pubblicato, che dovrebbe essere composto da 10 articoli manca l’articolo 5 ma all’articolo 4 comma 3 si legge: …le Parti hanno concordato – in via prioritaria – di avviare la valutazione della quota di partecipazione del Comune nella Società Acque Albule S.p.a e relativo patrimonio immobiliare (la “Fase 1”), che verrà incaricata da INVIMIT ad un advisor esterno, previa condivisione con il Comune delle prestazioni e del relativo onorario (il “Rimborso”).
L’intenzione di vendere
Leggendo tra le righe appare fondata l’ipotesi che “la valutazione della quota partecipazione del Comune nella Società Acque Albule” sia propedeutica ad una ipotesi di valorizzazione tramite vendita delle Terme Acque Albule. D’altronde sul sito internet della società Invimit sono annunciate diverse valorizzazioni di immobili tramite vendita. È quindi certo che l’Amministrazione comunale in carica intenda vendere le Terme Acque Albule e la determinazione è, per così dire, certificata sul DUP, il Documento Unico di Programmazione 2026-2029. A pagina 134, è scritto: “Concludere parallelamente il percorso di privatizzazione avviato nel 2000 dismettendo le partecipazioni azionarie residue attraverso la procedura pubblica eccezion fatta per una quota di partecipazione azionaria pari al 5%-10% del capitale sociale (Golden Share)
Italia Nostra
Questo emerge a pochi mesi dalla sentenza della Corte di Appello di Roma, relativo ad un ricorso presentato da Italia Nostra, che ha visto respinte le richieste della Fincres, società che detiene poco meno del 40% delle azioni delle Terme, tese ad ottenere, grazie alla famigerata Opzione Put, il riacquisto della quota azionaria da parte dell’Amministrazione comunale accompagnata da un esborso di interessi per milioni di euro.
Il dibattito pubblico
Vendere le Terme Acque Albule è un tema che non può essere fatto di soppiatto nelle segrete stanze comunali, il dibattito deve essere pubblico. La cittadinanza, memore di altri tentativi avvenuti in passato deve potersi esprimere pro o contro l’alienazione di un patrimonio a tutt’oggi dei tiburtini. Da considerare il momento poco opportuno per un eventuale vendita di un bene che, ricordiamolo, è dei tiburtini, nel 2031 infatti scadrà la concessione regionale a favore del Comune di Tivoli per l’utilizzo delle sorgenti e l’incertezza di un rinnovo peserebbe sicuramente sul valore delle Terme. Allo stesso modo peserebbe sicuramento in modo negativo, il periodo di crisi che da diversi anni si è abbattuto su tutto il termalismo nazionale e su complessi come Salsomaggiore e Montecatini per citare i più noti. Il tema è scottante e non può essere avviato senza che l’intera città ne sia messa a conoscenza, occorre un ampio dibattito, cittadini e società civile devono essere messi in condizione di esprimere il proprio parere. Non si tratta di qualche ettaro di terreno, nel bene e nel male le Terme Acque Albule fanno parte della storia della Città.
I Sindaci
Qualche giorno fa è stata apposta, in Via Colsereno, una targa a ricordo del Sindaco Ignazio Missoni. Fu proprio lui, primo Sindaco dell’immediato dopoguerra nella completa proprietà del Comune tiburtino lo stabilimento termale e ne aveva avviato l’ampliamento. Il 2 giugno 1947 presentò pubblicamente la relazione delle attività amministrative alla cittadinanza. Nelle sessantaquattro pagine, argomento di rilievo erano Bagni di Tivoli e lo sviluppo dello stabilimento termale. Giova anche ricordare il progetto che, in difesa della proprietà comunale delle Terme Acque Albule, l’Amministrazione Proietti aveva avviato. Un mutuo di oltre sei milioni di euro, concesso al Comune da Invitalia, l’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo che favorisce la nascita, la crescita e il rilancio delle imprese italiane gestendo incentivi e agevolazioni nazionali, avrebbe consentito al Comune di Tivoli di riacquistare le azioni in possesso della Fincres. La società, cui va riconosciuta la buona gestione attuale, a sua volta avrebbe ricevuto in affitto lo stabilimento termale versando un canone annuo tale da estinguere nel tempo il prestito e così mantenere, nel patrimonio della città e dei suoi abitanti, le Terme. (Gianni Innocenti)
