Bonus edilizi: ora lo puoi chiedere solo in questo caso | Nuova stretta dal Governo
Bonus edilizi - Notizielocale.it (Fonte:pexels)
Dal 2025 il bonus edilizio al 50 per cento rimane un beneficio riservato quasi esclusivamente alla prima casa, con regole più severe per tutti gli altri immobili.
Il sistema degli incentivi per la casa cambia profondamente con l’arrivo del nuovo anno. Dopo un lungo periodo caratterizzato da agevolazioni generose e norme in costante evoluzione, la direzione scelta dal Governo punta a rendere gli sconti fiscali più selettivi, limitando l’aliquota massima ai contribuenti che intervengono sulla propria abitazione principale. Una scelta che riduce la platea dei beneficiari e impone maggiore attenzione nella pianificazione dei lavori.
Il nodo cruciale riguarda l’identificazione dell’immobile come “prima casa”, condizione che diventa determinante per accedere al 50 per cento. Tutti gli interventi sulle altre unità, comprese seconde case e immobili non residenziali, vengono ricondotti ad aliquote più basse, seguendo un percorso di riduzione progressiva già definito dalla normativa.
La stretta normativa e cosa cambia davvero
Il nuovo impianto legislativo stabilisce che per la maggior parte degli interventi di recupero edilizio la detrazione standard si assesta al 36 per cento, salvo il caso in cui i lavori riguardino l’abitazione principale. In quest’ultima situazione si mantiene la percentuale del 50 per cento, rendendo ancora vantaggioso avviare opere di ristrutturazione laddove la casa rappresenti il centro della vita familiare. Le regole non si limitano a ridurre le agevolazioni: introducono criteri più rigidi e stringono il perimetro degli interventi considerati ammissibili.
Dal 2026 in poi lo scenario diventa ancora più selettivo. Le aliquote saranno ulteriormente ridimensionate e la distinzione fra prima e seconda casa assumerà un ruolo ancor più marcato. I lavori privi di un reale impatto sulla sicurezza o sull’efficienza energetica saranno progressivamente scoraggiati, mentre si spingerà verso interventi che migliorano la qualità dell’abitare e che garantiscono un uso più responsabile delle risorse. Il risultato è un sistema di incentivi più ordinato, pensato per privilegiare chi vive stabilmente nell’immobile oggetto dei lavori.

Chi può ottenere il 50 % e quali casi restano esclusi
Per accedere all’aliquota più alta è necessario che il contribuente sia titolare di un diritto reale sull’immobile e che l’unità sia destinata a abitazione principale. La condizione può essere soddisfatta anche al termine dei lavori, purché il trasferimento della residenza avvenga nei tempi previsti. Questo consente di programmare interventi di ristrutturazione finalizzati a trasformare una casa in prima abitazione, con la possibilità di sfruttare la detrazione più favorevole.
Restano invece esclusi dal 50 per cento gli inquilini, i comodatari e coloro che utilizzano l’immobile senza un titolo idoneo. Per loro, e per tutte le unità che non rientrano nel concetto di prima casa, si applicano solo le aliquote ordinarie. A complicare ulteriormente il quadro interviene la scomparsa degli strumenti alternativi alla detrazione, come la cessione del credito e lo sconto in fattura, ormai limitati a pochi casi specifici. Chi intende avviare lavori dovrà quindi valutare con attenzione tempistiche, tipologia degli interventi e reale destinazione dell’immobile, evitando sorprese e sfruttando in modo corretto le opportunità ancora disponibili.
