Parco di Centocelle, via 5 ettari di cemento | Partono i lavori di rinaturalizzazione: nuovi alberi e percorsi | Addio barriere, il parco si riapre alla città

Parco Centocelle

Parco Centocelle (Comune di Roma) - NotiziaLocale

Ruspe al lavoro lungo il margine su viale Palmiro Togliatti: demolite superfici impermeabili e recinzioni, si avvia il cantiere verde per suolo, alberature e accessi.

Al Parco di Centocelle si cambia passo. Dopo anni di attese, sono iniziati gli interventi che cancellano circa cinque ettari di cemento e lamierati sul fronte di viale Palmiro Togliatti, primo tassello della rinaturalizzazione promessa nel masterplan. La scena è concreta: mezzi meccanici che frantumano le platee, squadre che rimuovono reti e barriere, tecnici che misurano le quote per riportare il terreno alla sua forma naturale. L’obiettivo è semplice e ambizioso insieme: togliere ciò che separava il parco dai quartieri e ricucire il bordo urbano con alberi, prati, sentieri e varchi pubblici.

Il cantiere si innesta in un percorso più ampio di riqualificazione: dalla rimozione del “muro di lamiere” all’acquisizione di nuove superfici (oltre 15 ettari) che ampliano il perimetro della grande area verde tra Centocelle e Torre Spaccata. Lungo la fascia su strada, dove per decenni hanno trovato posto attività incompatibili con un parco pubblico, oggi restano cumuli di calcestruzzo da conferire e pavimentazioni da scarificare. Subito dopo arriverà la fase “morbida”: modellazione del suolo, drenaggi, semine, tracciatura dei percorsi ciclopedonali e prime piantumazioni. L’idea guida è restituire permeabilità, ombra e continuità al margine est, trasformando un confine opaco in un fronte vivo e fruibile.

Cosa prevede la rinaturalizzazione: suoli, alberi, accessi e sicurezza

La sequenza degli interventi segue una logica ambientale precisa. Prima si demolisce e si rimuove il materiale inerte, poi si ripristina uno strato fertile che consenta alle radici di attecchire in tempi rapidi. La messa a dimora di nuove alberature – affiancata da siepi e arbusti autoctoni – servirà a costruire un “bordo bosco” capace di schermare la viabilità, assorbire rumore e catturare parte delle polveri sottili. In parallelo saranno ridisegnati gli accessi con varchi su viale Togliatti e su via Santi Romano, in modo da collegare il parco alle fermate bus e ai percorsi quotidiani di chi va a scuola o al mercato. I nuovi tracciati ciclopedonali avranno pendenze dolci e manti drenanti, così da evitare ristagni e ridurre la manutenzione.

Non si tratta solo di verde. Il masterplan prevede un set di dotazioni leggere – aree gioco, punti sosta, fontanelle, illuminazione efficiente – pensate per far vivere gli spazi dall’alba al tramonto in sicurezza. La bonifica dei terreni prosegue con indagini e rimozioni mirate nelle porzioni più delicate: la priorità è garantire un suolo sano prima di piantare. Nelle aree già pronte, la forestazione iniziale potrà contare su centinaia di nuovi alberi, con specie adatte al clima romano e alla vita in città. Tutto con un vincolo operativo chiaro: tutelare le emergenze archeologiche e storiche, che in quest’area raccontano secoli di stratificazione.

 

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Dal “muro” al parco aperto: tempi, ricadute e cosa vedranno i cittadini

Il cronoprogramma parte dai cinque ettari liberati dal cemento e procede per fasi, così da consegnare segmenti di parco pronti all’uso senza attendere la fine di tutte le lavorazioni. Nelle prossime settimane i residenti vedranno scomparire le ultime superfici impermeabili e comparire le prime modellazioni del terreno; a seguire, i tracciati dei sentieri, i filari e le piazzole di sosta. Con l’apertura dei nuovi varchi su viale Togliatti, il parco tornerà visibile e attraversabile: un cambio psicologico prima ancora che fisico, perché abbatte la barriera che per anni ha separato due quartieri e ha reso l’area percepita come “chiusa”.

Le ricadute toccano più piani. Ambientale: più suolo permeabile significa meno isole di calore e migliore gestione delle piogge. Sociale: percorsi e spazi semplici da usare rendono il parco un’estensione naturale della vita di quartiere, tra passeggiate, sport di base e aree gioco. Economica: la rinascita del bordo su strada può spingere piccoli servizi di prossimità, portare cura spontanea e presidio diffuso. E c’è il tema identitario: il Parco di Centocelle è anche memoria – dall’aeronautica alle ville storiche – e la sua riapertura “fisica” ai quartieri è un modo per riconnettere storia e quotidiano.

La sfida, ora, è mantenere il ritmo: cantieri ordinati, informazioni chiare, manutenzione programmata delle nuove piantumazioni per evitare perdite nella prima estate. Ogni varco che si apre, ogni albero che attecchisce, accorcia la distanza tra progetto e vita reale. Il segnale è arrivato: le ruspe non stanno solo abbattendo cemento, ma stanno costruendo la porta di un parco più grande, permeabile e vissuto. È la differenza tra un confine e un bordo: il primo separa, il secondo connette. E Centocelle, finalmente, torna a connettere.