Lazio, 30 milioni per gli alloggi sociali | Approvati criteri e riparti: come funziona la compensazione tra fasce A e fasce B
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La Giunta regionale vara i criteri e le modalità per una misura triennale di compensazione economica: 30 milioni tra 2025 e 2027 per coprire il divario tra costi e ricavi della gestione degli alloggi sociali assegnati ai nuclei più fragili.
La Regione Lazio mette sul tavolo risorse strutturate per sostenere la gestione degli alloggi sociali. Con un provvedimento approvato in Giunta, sono stati definiti i criteri e le modalità di applicazione di una misura di compensazione che punta a colmare la differenza tra i costi vivi di gestione e i ricavi derivanti dai canoni calmierati degli alloggi assegnati ai nuclei familiari in fascia A e B. Il plafond previsto è di 30 milioni di euro nel triennio 2025–2027: un’entrata dedicata che servirà alle Ater e ai soggetti gestori per tenere in equilibrio conti e servizi senza scaricare la pressione sui locatari a basso reddito.
La logica del provvedimento è semplice: se gli alloggi sociali, per missione, applicano canoni contenuti per garantire un tetto alle famiglie più fragili, la gestione quotidiana (manutenzioni, interventi d’urgenza, custodia, oneri tecnici e amministrativi) rischia di scontare un divario fisiologico rispetto ai costi. La compensazione regionale interviene proprio qui, con riparti annuali che seguiranno criteri stabiliti dalla delibera, così da rendere prevedibile il flusso di cassa e programmabili gli interventi. Il riferimento alle fasce A e B ribadisce che la priorità va ai nuclei con maggiore vulnerabilità economica, dove l’equilibrio di bilancio non può essere garantito dai soli canoni.
Come funzionano criteri e ripartizione: a chi vanno le risorse e per quali spese
I criteri fissati dalla Giunta definiscono innanzitutto la platea dei beneficiari e l’ambito delle spese compensabili. La ripartizione tiene conto del numero di alloggi effettivamente assegnati a nuclei in fascia A e B, dei costi standard di gestione e manutenzione e dell’andamento dei ricavi attesi. In sostanza, più ampia è la quota di patrimonio ERP/ERS occupata da famiglie con canoni contenuti e maggiori sono i costi non coperti, maggiore sarà la quota di compensazione spettante al gestore. La misura, costruita su base triennale, punta a dare stabilità ai bilanci evitando tagli ai servizi o rinvii delle manutenzioni che, nel tempo, costano di più e peggiorano la qualità dell’abitare.
Nella pratica, le Ater del Lazio potranno utilizzare le somme per coprire attività ordinarie e straordinarie strettamente connesse all’esercizio: dalla manutenzione programmata dei fabbricati alla messa in sicurezza degli impianti, fino agli interventi su parti comuni e all’assistenza tecnica di prossimità. L’orizzonte triennale consente inoltre di impostare gare e contratti quadro con maggiore certezza, migliorando prezzi e tempi. La Regione, dal canto suo, potrà monitorare gli esiti con indicatori omogenei: stato del patrimonio, tempi di ripristino, qualità dei servizi all’utenza e capacità di spesa rispetto agli obiettivi fissati.

Impatto per inquilini e gestori: qualità, manutenzioni e programmazione
Per gli inquilini in fascia A e B il messaggio è concreto: più risorse per la gestione significano balconi messi in sicurezza, scale curate, ascensori più affidabili, impianti termici controllati, tempi di intervento più rapidi su guasti e infiltrazioni. Non si tratta di “extra”, ma di standard minimi che spesso saltano quando le casse sono in sofferenza e le manutenzioni vengono rinviate. Con la compensazione, le Ater possono evitare il circolo vizioso del “taglio oggi, spesa maggiore domani”, mantenendo la qualità dell’abitare su livelli dignitosi e riducendo l’arretrato dei lavori.
Per i gestori la novità è la prevedibilità. Stabilire a monte criteri e modalità di riparto permette una programmazione pluriennale, indispensabile per portare a termine cantieri, accorciare i tempi tra segnalazione e intervento e migliorare la rendicontazione. La chiarezza delle regole aiuta anche a evitare squilibri tra territori: i riparti, basati su indicatori oggettivi (platea fragile, costi/ricavi, fabbisogni), rendono trasparente perché una Ater riceve una certa quota e a quali capitoli deve destinarla. È un passo in avanti sul terreno delle politiche abitative, complementare ai programmi di nuova offerta (alloggi a canone calmierato) e agli strumenti per la locazione sociale in itinere nei Comuni.
Resta il nodo, più ampio, della domanda abitativa crescente e del patrimonio da riqualificare. La compensazione non sostituisce investimenti su nuove case o rigenerazioni profonde, ma mette in sicurezza l’oggi: garantisce che gli alloggi già assegnati restino funzionali, sicuri e vivibili. In parallelo, l’attenzione sugli strumenti di sostegno alla locazione e sulle future delibere di riparto potrà rafforzare la rete tra Regione, Comuni e gestori, così da tenere insieme l’urgenza della manutenzione e la strategia di medio periodo per aumentare l’offerta.
Il calendario prevede step tecnici rapidi per attuare i riparti annuali e accompagnare le Ater nella rendicontazione. La sfida è dare continuità: usare bene le risorse, dimostrare con indicatori chiari gli effetti sul patrimonio e sugli inquilini e far sì che il triennio 2025–2027 diventi il ponte verso una gestione più robusta e trasparente dell’edilizia sociale regionale. In un contesto in cui l’inflazione ha fatto lievitare costi energetici e materiali, avere una fonte dedicata per coprire il “delta” tra costi e ricavi è la condizione minima per non scivolare in nuovi arretrati e contenziosi.
