Guidonia, stretta sulle case popolari | Sgombero per l’occupante senza titolo: 15 giorni per liberare l’alloggio

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Provvedimento del Comune contro un abusivo a La Botte: chiavi consegnate o scatterà lo sgombero coatto con forza pubblica, inventario dei beni e addebito delle spese.

A Guidonia Montecelio arriva una mossa decisa contro le occupazioni abusive negli alloggi pubblici. Con un’ordinanza appena firmata, l’amministrazione ha imposto a un occupante senza titolo di lasciare entro 15 giorni un appartamento di edilizia residenziale pubblica nel quartiere di La Botte. Il caso è emblematico di un problema diffuso: case popolari entrate in mano a chi non ne ha diritto mentre, fuori, ci sono famiglie in graduatoria che aspettano da anni un’assegnazione regolare.

L’immobile si trova in via Colle Carino 23, in un complesso che il Comune aveva acquistato nel 2013 per fronteggiare l’emergenza abitativa. Secondo gli atti, l’attuale inquilino si sarebbe stabilito tre anni fa senza alcuna autorizzazione. Le prime verifiche ufficiali risalgono al 29 agosto 2022, quando la Polizia Locale ha accertato l’occupazione senza titolo. Da allora, diffide e richiami non sono bastati a ripristinare la legalità, fino alla decisione di procedere con un ordine di rilascio con tempi e modalità molto chiari.

Ordinanza 417: tempi, passaggi e sanzioni previste

L’atto, la ordinanza n. 417 del 13 novembre, è firmato dalla dirigente dell’Ufficio Casa Paola Piseddu. Concede al soggetto 15 giorni per lasciare l’alloggio “libero da persone e cose”. Se il termine scadrà senza esito, il Comune procederà allo sgombero coatto con l’ausilio della Forza Pubblica. È previsto l’inventario dei beni presenti e l’addebito di tutte le spese (accesso, trasporto, deposito), oltre alle eventuali responsabilità penali per comportamenti illeciti.

L’ordinanza arriva dopo una diffida formale dell’8 agosto, con cui l’Ufficio Casa aveva già dato 30 giorni per regolarizzare o liberare l’appartamento. L’occupante non ha ottemperato, né ha presentato osservazioni o documenti utili a dimostrare un diritto al subentro. Nelle carte si precisa anche che non esiste un provvedimento di assegnazione o una procedura di subentro autorizzata dal Comune, proprietario dell’immobile.

Il quadro amministrativo è quindi definito: prima finestra per il rilascio spontaneo, poi, in caso di inottemperanza, sgombero d’ufficio. La linea è improntata alla tutela del patrimonio ERP e di chi è in graduatoria. Il messaggio è chiaro: senza titolo non si resta nelle case popolari e il Comune userà gli strumenti a disposizione per ripristinare la legalità.

Case popolari
Alloggi sociali (Pexels) – NotiziaLocale

Cosa cambia per le famiglie in graduatoria e per il quartiere

Resta il tema sociale: gli sgomberi, soprattutto se riguardano famiglie fragili, vanno accompagnati da percorsi di presa in carico dei servizi sociali, per evitare che il problema si sposti solo di qualche strada. Ma sul piano delle regole la direzione è tracciata: tutela del patrimonio pubblico, rispetto delle graduatorie, controlli contro chi prova a “saltare la fila” approfittando dei varchi del sistema.

Nelle prossime settimane l’attenzione sarà puntata sul rispetto del termine di 15 giorni. Se l’alloggio verrà riconsegnato volontariamente, l’iter si fermerà alla semplice presa in possesso. In caso contrario, il Comune metterà in campo lo sgombero con forza pubblica, l’inventario dei beni e gli addebiti di spesa previsti. Il segnale politico-amministrativo è netto: le case popolari tornano a chi ne ha diritto, riportando ordine dove, per anni, hanno pesato irregolarità e occupazioni.