Mutuo prima casa 2025: garanzia Stato fino al 90% per giovani e famiglie numerose | la norma che decide se la banca dice sì

Mutuo prima casa 2025: garanzia Stato fino al 90% per giovani e famiglie numerose | la norma che decide se la banca dice sì

Mutui- Notizialocale.it (Fonte: Freepik)

Nel 2025 lo Stato può coprire fino al 90% del mutuo per la prima casa di giovani e famiglie numerose, ma a fare davvero la differenza tra un “sì” e un “no” della banca sono requisiti precisi su reddito, ISEE, figli e valore dell’immobile.

Il mutuo prima casa torna al centro delle politiche del Governo con la proroga e il potenziamento del Fondo di garanzia mutui prima casa, lo strumento pubblico che permette a chi ha difficoltà di accesso al credito di presentarsi in banca con alle spalle la “firma” dello Stato. Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Fondo è stato rifinanziato e reso più selettivo, concentrando gli aiuti sulle categorie considerate più fragili sul mercato immobiliare. :contentReference[oaicite:0]{index=0}

La novità chiave per il 2025 è la conferma di una garanzia pubblica che parte dal 50% del capitale del mutuo e che può salire fino all’80% per i giovani under 36 con ISEE entro una certa soglia, arrivando fino al 90% per le famiglie numerose che rispettano requisiti stringenti su numero di figli e reddito. È una norma che non obbliga la banca a concedere il finanziamento, ma che ne orienta in modo decisivo la valutazione del rischio e quindi l’esito della pratica.

Come funziona davvero la garanzia statale sul mutuo prima casa 2025

Alla base di tutto c’è il Fondo di garanzia prima casa istituito presso il Ministero dell’Economia e gestito da Consap, la concessionaria pubblica che verifica le domande inviate dalle banche. In via ordinaria il Fondo prevede una garanzia del 50% del capitale per mutui fino a 250.000 euro destinati all’acquisto dell’abitazione principale, a condizione che il richiedente non sia già proprietario di altri immobili a uso abitativo, salvo rare eccezioni (ad esempio immobili ricevuti in eredità e concessi in uso gratuito a genitori o fratelli).

Con la Legge di Bilancio 2025 il meccanismo è stato prorogato fino al 2027 e rafforzato per specifiche categorie: giovani coppie, nuclei monogenitoriali con figli minori, conduttori di alloggi popolari, giovani sotto i 36 anni con ISEE non superiore a 40.000 euro e famiglie con almeno tre figli, con soglie ISEE che crescono in base al numero di figli. Per questi profili la garanzia può salire fino all’80% e, nel caso delle famiglie con cinque o più figli, fino al 90% del capitale del mutuo, se il finanziamento supera l’80% del valore dell’immobile e rientra nei limiti previsti.

Mutuo giovani – Notizialocale.it (Fonte: Freepik)

Requisiti nascosti e dettagli che possono bloccare l’ok della banca

La promessa della “garanzia fino al 90%” non significa che chiunque possa presentarsi allo sportello e ottenere automaticamente il via libera. La prima barriera è l’ISEE: per i giovani under 36 la soglia è fissata a 40.000 euro, mentre per le famiglie numerose i tetti cambiano in base al numero di figli minorenni conviventi, fino a 50.000 euro per i nuclei con almeno cinque figli. Poi c’è il rapporto tra importo del mutuo e valore della casa: la garanzia maggiorata si applica solo se il finanziamento supera circa l’80% del valore di perizia dell’immobile, altrimenti resta la copertura ordinaria.

Anche con lo Stato che si fa garante, la banca continua a valutare reddito, stabilità lavorativa, eventuali altri debiti e regolarità dei pagamenti pregressi. Il risultato è che la norma può trasformarsi in un potente alleato per chi ha un profilo “di confine”: giovani con contratti stabili ma pochi risparmi, famiglie con più figli che devono chiedere un mutuo alto rispetto al valore della casa, nuclei monogenitoriali che, senza garanzia pubblica, verrebbero percepiti come troppo rischiosi. Presentarsi con ISEE aggiornato, documenti in ordine e la chiara indicazione di rientrare tra i beneficiari del Fondo può orientare la decisione di credito e diventare quel dettaglio normativo che spinge l’istituto a dire sì invece che no.