Roma, caro vita ancora su | Ottobre da record: acqua e caffè alle stelle, sembra “oro liquido”
Inflazione - Notizialocale
Nell’ultimo report comunale l’inflazione in città tocca un nuovo massimo: rincarano alimentari, acqua e sanità, mentre cala l’energia elettrica. Da settembre a ottobre +0,1% mensile.
La corsa dei prezzi a Roma non si ferma. A ottobre 2025 l’indice dei prezzi al consumo diffuso dall’Ufficio statistico di Roma Capitale sale a 121,7, segnando un nuovo picco dopo quello di settembre. Su base annua l’aumento è dell’1,4% rispetto a ottobre 2024, mentre il confronto mese su mese mostra un ulteriore +0,1%. È un movimento in apparenza contenuto, ma che pesa sulle tasche delle famiglie perché si somma a rialzi diffusi in quasi tutte le voci di spesa quotidiana.
Il quadro per macro-aggregati è netto. L’unica area che non registra aumenti è quella delle “comunicazioni”. Per tutto il resto si sale: “altri beni e servizi” – la categoria che include parrucchieri, cura della persona, gioielleria, assistenza sociale e assicurazioni – balza di +4,6%. I “servizi ricettivi e di ristorazione” avanzano di +2,7%, gli “alimentari e bevande analcoliche” e l’“istruzione” registrano +2,5%, “bevande alcoliche e tabacchi” +2,2%, “servizi sanitari e spese per la salute” +1,5%, “abbigliamento e calzature” +0,9%. Tra i capitoli domestici spicca l’acqua, con forniture salite del +10,9% in un anno e un indice che tocca 179,3 punti: un livello che nel linguaggio dei numeri conferma la percezione diffusa del “bene ormai prezioso”. In controtendenza l’energia elettrica, giù del 6,2% tendenziale, pur restando su un valore elevato dell’indice (160,9).
Dal carrello alla tazzina: dove crescono di più i prezzi
Entrando nel dettaglio degli alimentari, i rincari colpiscono voci simboliche della spesa quotidiana. La carne aumenta del +6,5% rispetto a ottobre 2024; il pesce del +4,2%; formaggi e uova del +4,8%. La tendenza è chiara: proteine animali e derivati restano sensibili a dinamiche di filiera e costi energetici, con ricadute dirette sugli scontrini. A fare rumore è il cosiddetto “caro caffè”: l’indice legato alla tazzina cresce di +17,3 punti in un anno, fotografia di un prodotto che risente ancora di shock produttivi e logistica nei paesi d’origine, poi amplificati lungo la catena commerciale.
L’effetto sulle famiglie è duplice. Da un lato, il carrello pesa di più ogni settimana; dall’altro, cresce il conto dei servizi di base che ruotano attorno alla persona: dai parrucchieri all’assistenza, fino alle assicurazioni che rientrano nell’aggregato “altri beni e servizi” (+4,6%). Anche la voce sanità avanza (+1,5%), fotografando un aumento dei costi legati a visite, prestazioni e prodotti per la salute. La ristorazione, in scia, ritocca i listini: il +2,7% annuo segnala prezzi più alti per pranzi di lavoro e cene fuori, con impatto sul bilancio delle famiglie e dei lavoratori che mangiano spesso lontano da casa.

Casa, acqua e affitti: le implicazioni per i romani nei prossimi mesi
Capitolo abitazione: oltre all’acqua, che “corre” su livelli da “oro liquido”, pesano gli affitti con un +4,3% tendenziale e i servizi di manutenzione dell’alloggio a +3,5%. Si tratta di voci poco comprimibili, che incidono con costanza sul budget mensile. La flessione dell’energia elettrica (-6,2%) aiuta ma non ribalta il quadro, perché l’indice resta alto e perché altri costi domestici (materiali, interventi, sicurezza impianti) continuano a risentire di listini elevati. In pratica, il “conto casa” resta uno dei principali motori del caro vita capitolino.
Nel breve periodo, l’andamento con +0,1% mensile suggerisce una dinamica ancora positiva ma meno esplosiva rispetto ai picchi del biennio precedente. Resta comunque un’inflazione “di servizio” e “domestica” che tende a essere appiccicosa: ristorazione, persona, sanità e casa difficilmente tornano indietro velocemente una volta ritoccati i listini. Anche per questo la percezione del caro vita resta alta, nonostante alcuni allentamenti energetici. Per le imprese dei servizi, il nodo è l’equilibrio tra costi e domanda: aumentare troppo i prezzi può frenare i consumi; non aumentare rischia di erodere margini già compressi.
Guardando ai prossimi mesi, molto dipenderà da tre variabili: l’andamento dei costi idrici e delle utenze, la tenuta dei prezzi alimentari dopo i rialzi su carne, latte e caffè, e l’evoluzione dei servizi legati alla persona, che per ora guidano la spinta inflattiva. Intanto, il report di ottobre mette in fila alcune certezze: Roma resta in una fase di prezzi elevati, con differenze significative tra le voci; l’energia elettrica allenta ma non basta a riportare in basso l’indice generale; l’acqua e la casa continuano a rappresentare la parte più pesante del paniere per molte famiglie.
Nel frattempo, il monitoraggio del Comune scandisce i numeri e fotografa le pressioni su cui si costruiranno le prossime scelte di bilancio, dalle politiche sociali alle misure per i redditi più bassi. Per i consumatori, è il tempo di bilanci più attenti e di confronti di prezzo, soprattutto nelle categorie in maggiore accelerazione. Ma i dati di ottobre dicono già molto: il caro vita capitolino non ha ancora invertito la rotta e l’inverno inizierà con una base di prezzi più alta praticamente in tutte le aree della spesa quotidiana.
