Ultimo stop al ponte decisivo: la Corte dei Conti blocca l’iter | il governo scricchiola
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Il progetto del ponte torna a fermarsi: una nuova delibera della Corte dei Conti ha imposto uno stop che rimette tutto in discussione e apre un fronte politico delicatissimo per l’esecutivo.
La decisione è arrivata nelle ultime ore, in un clima già carico di tensioni istituzionali. Il progetto, da anni al centro di discussioni, revisioni e ripartenze, subisce ora un nuovo arresto che rischia di congelare l’intero iter amministrativo. Le verifiche richieste dalla Corte, concentrate sulla sostenibilità economica e sulla correttezza della documentazione, hanno individuato criticità che l’amministrazione dovrà chiarire prima che il dossier possa proseguire il suo cammino.
Per il governo, che aveva fatto del ponte uno dei simboli delle infrastrutture strategiche, la decisione rappresenta un colpo complesso da gestire. L’obiettivo politico era quello di mostrare continuità e determinazione, ma lo stop si abbatte proprio nel momento in cui le tempistiche venivano rilanciate con convinzione. La vicenda riporta così al centro un tema che ciclicamente divide maggioranza e opposizioni e che ora rischia di aprire nuove crepe interne.
Le criticità sollevate e cosa significa lo stop
La Corte dei Conti, nel motivare lo stop, ha richiamato la necessità di approfondimenti puntuali su alcuni passaggi considerati non del tutto consolidati. Si parla di valutazioni economiche da rivedere, proiezioni aggiornate da integrare e documenti amministrativi che richiedono ulteriori elementi prima di poter essere validati. Non si tratta di un rigetto definitivo, ma di un semaforo rosso temporaneo che di fatto paralizza l’iter finché non verranno fornite le risposte richieste.
Il blocco non riguarda solo gli aspetti tecnici, ma riapre anche il dibattito sulla reale sostenibilità dell’opera. Il progetto, da sempre indicato come una sfida ingegneristica e finanziaria, torna così sotto la lente del controllo pubblico, alimentando dubbi e discussioni che coinvolgono territorio, costi e responsabilità. Per ora, il messaggio è chiaro: prima di procedere, serve un percorso amministrativo più solido e documentato.

Le ricadute politiche e il malumore nella maggioranza
Il nuovo stop ha provocato reazioni immediate nel mondo politico. All’interno della maggioranza, c’è chi teme che questo ennesimo intoppo possa trasformarsi in un segnale di debolezza, soprattutto in un momento in cui il governo punta a mostrare compattezza e capacità decisionale. Alcuni esponenti chiedono di accelerare la produzione delle integrazioni richieste, altri invitano alla cautela, sottolineando che ignorare i rilievi sarebbe controproducente e rischioso.
L’opposizione, invece, parla di un progetto che continua a mostrare limiti strutturali e che non riesce a trovare una strada chiara nonostante gli annunci e le dichiarazioni di intenti. Il blocco della Corte viene interpretato come l’ennesima conferma delle incertezze che circondano l’opera, un’opera che divide da anni e che oggi torna di nuovo al punto zero.
Il futuro del ponte resta così sospeso, in attesa delle verifiche e delle integrazioni richieste. Quello che per il governo doveva essere un simbolo di rilancio rischia di trasformarsi nell’emblema delle difficoltà amministrative del Paese. E mentre la politica dibatte, l’iter rimane fermo, lasciando aperta una domanda che ritorna ciclicamente: quanto è realmente vicino, e quanto invece ancora lontano, il ponte che dovrebbe unire?
