Cane del vicino sempre a far rumore: ora basta la prova del disturbo | il giudice può condannare

Cane del vicino sempre a far rumore: ora basta la prova del disturbo | il giudice può condannare

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Un recente orientamento giurisprudenziale chiarisce che, quando il cane del vicino abbaia in modo continuo e disturbante, può scattare la condanna al risarcimento: basta dimostrare che il rumore supera la normale tollerabilità.

Il problema degli animali che fanno troppo rumore è da anni una delle principali cause di tensione nei condomìni. Gli abbai ripetuti, soprattutto se avvengono nelle ore serali o notturne, possono trasformare la quotidianità in un vero disagio. La legge tutela il diritto alla tranquillità domestica e stabilisce che nessun condòmino deve subire rumori eccessivi derivanti da comportamenti negligenti o da una cattiva gestione dell’animale.

L’ultimo intervento della magistratura affronta proprio questo scenario, chiarendo che non serve dimostrare un danno “eccezionale”: è sufficiente provare che il disturbo è continuo, frequente e tale da compromettere il riposo o le attività quotidiane. In questi casi, il giudice può condannare il proprietario del cane al risarcimento del danno, sia morale sia materiale.

Che cosa considera il giudice e quali prove servono davvero

La chiave per ottenere il riconoscimento del disturbo è provare che il rumore supera la soglia della normale tollerabilità prevista dal codice civile. Il giudice analizza la frequenza degli abbai, la durata nel tempo e l’intensità del disagio provocato. Non è richiesto un accertamento complesso: le prove possono consistere in registrazioni audio, testimonianze dei vicini, segnalazioni all’amministratore o interventi delle forze dell’ordine.

Se emerge che gli abbai sono ripetuti e prolungati, e che il proprietario dell’animale non ha adottato misure per prevenirli, scatta la responsabilità. La condanna può tradursi in un risarcimento economico significativo, variabile in base al disagio subito. Un principio che rafforza i diritti di chi vive situazioni di rumore continuo e che sottolinea l’obbligo del proprietario di garantire un comportamento adeguato del proprio animale.

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Cosa può fare chi subisce il disturbo e come tutelarsi

Chi vive questa situazione può agire gradualmente: inizialmente segnalando il problema al vicino e all’amministratore di condominio, nella speranza di risolvere la questione in modo pacifico. In caso di mancato miglioramento, la raccolta delle prove diventa fondamentale per sostenere una successiva azione legale.

Il giudice valuta con grande attenzione queste controversie, perché riguardano la serenità domestica — un bene giuridico tutelato — e sono spesso legate a situazioni protratte nel tempo. Se il disturbo è documentato, la condanna può scattare senza difficoltà e portare al riconoscimento di un indennizzo. Una tutela concreta per chi desidera vivere la propria casa senza dover sopportare rumori incessanti, e un monito per i proprietari di animali affinché vigilino sul comportamento dei propri cani.