Casablanca, presi i due latitanti di “Assedio” | Arrestati un boss e una donna ricercati dalla Dia: Aprilia al centro delle indagini
Polizia - Notizialocale
Operazione in Marocco: fermati Patrizio Forniti e Monica Montenero. Secondo gli inquirenti lui guidava il gruppo mafioso apriliano. Con loro passaporti svizzeri falsi, la Dda di Roma avvia le procedure per il rientro.
La fuga finisce a Casablanca. La Gendarmeria reale del Marocco ha arrestato due latitanti italiani ricercati dalla Direzione Investigativa Antimafia: Patrizio Forniti, ritenuto il capo di un’organizzazione mafiosa attiva ad Aprilia, e Monica Montenero. I due erano sfuggiti a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Roma il 3 luglio 2024 nell’ambito del filone apriliano dell’inchiesta “Assedio”, che nei mesi scorsi aveva portato a 25 arresti e allo scioglimento del Comune di Aprilia per infiltrazioni. Il fermo è scattato il 14 novembre, al termine di un’attività congiunta che ha coinvolto le autorità marocchine e i canali di cooperazione internazionale della polizia italiana.
Forniti figurava nell’elenco dei “latitanti pericolosi”. Per gli investigatori era il perno del sistema criminale che porta il suo nome, con radici nel Pontino e ramificazioni economiche capaci di condizionare appalti e affari sul territorio. Al momento dell’arresto, secondo quanto comunicato, la coppia era in possesso di falsi passaporti svizzeri, segno di una rete logistica pronta a coprire spostamenti e identità. La Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ha già attivato le procedure di estradizione, con il supporto del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale nell’ambito del progetto I-CAN, e dell’Esperto per la sicurezza in servizio presso l’Ambasciata d’Italia a Rabat, in quota Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.
Il quadro dell’inchiesta: cos’è “Assedio” e perché Aprilia è centrale
“Assedio” è il nome dell’indagine che ha scoperchiato un presunto sistema criminale radicato ad Aprilia e nell’area pontina. Il Centro Operativo Dia di Roma, con il Reparto territoriale dell’Arma competente, ha delineato un quadro in cui il gruppo avrebbe inciso sulla vita economica e amministrativa con metodi mafiosi. L’operazione, culminata con 25 misure cautelari, ha avuto un impatto istituzionale senza precedenti per la città, arrivando allo scioglimento del Comune per infiltrazioni. In questo mosaico, Forniti viene indicato come figura apicale e Montenero come contatto di fiducia, utile a gestire movimenti e coperture.
Proprio per il ruolo di vertice attribuito a Forniti, la sua irreperibilità dal luglio 2024 era considerata una priorità investigativa. La cattura in territorio marocchino conferma quanto spesso le latitanze trovino riparo fuori dai confini nazionali, sfruttando documenti contraffatti e appoggi locali. Da qui l’importanza della cooperazione internazionale: scambio informativo, tracciamento dei flussi, verifiche sui documenti e raccordo tra autorità giudiziarie per portare a processo gli indagati.

Cosa succede adesso: tempi dell’estradizione, rilievi e riflessi su Aprilia
Con l’arresto scatta la fase tecnica dell’estradizione. La Dda di Roma ha inviato le richieste formali alle autorità marocchine, mentre la coppia resta a disposizione della magistratura locale per gli atti di rito. In parallelo vengono svolti rilievi su telefoni, supporti e documenti sequestrati, compresi i passaporti falsi, per ricostruire spostamenti, contatti e eventuali protezioni di filiera. Ogni dato utile potrà rafforzare il quadro accusatorio e illuminare coperture logistiche ancora attive.
Per Aprilia e il territorio pontino la cattura ha un valore simbolico e concreto. Simbolico, perché chiude il cerchio su due figure ritenute centrali nell’impianto dell’accusa. Concreto, perché può accelerare iter e processi aperti dopo “Assedio”, con ricadute su appalti, partecipate e vita amministrativa locale. L’inchiesta ha già segnato il tessuto civile della città, portando a commissariamento e a una stagione di verifiche sui meccanismi di decisione pubblica. Il ritorno in Italia dei due latitanti consentirà di tenere insieme i vari tronconi giudiziari e di definire le singole responsabilità.
Nella ricostruzione investigativa, il falso documentale è la spia di un livello di organizzazione non improvvisato. Passaporti svizzeri contraffatti, identità alternative, appoggi all’estero: sono strumenti classici della latitanza di medio-lungo periodo. Allo stesso tempo, l’arresto mostra che la cooperazione di polizia – dai canali I-CAN alla diplomazia operativa delle Ambasciate – può ridurre gli spazi di fuga e riportare i ricercati davanti ai giudici italiani. Saranno ora le aule di giustizia a chiarire, con tempi e prove, portata e responsabilità di ciascuno.
La cattura a Casablanca rappresenta quindi un passo avanti nella lotta ai gruppi criminali che cercano di infiltrarsi nell’economia reale e nelle istituzioni. Per i cittadini di Aprilia e del Lazio resta l’attesa per la fase processuale e per il rafforzamento dei presìdi di legalità. L’inchiesta “Assedio” ha acceso un faro su snodi decisivi tra affari, politica e amministrazione; la fine della latitanza di Forniti e Montenero può aiutare a fare luce su zone ancora d’ombra e a chiudere conti rimasti aperti con la città.
