Lazio, agricoltura in ripresa | Occupazione in crescita del 7,6% nel 2024: la svolta nelle campagne

Agricoltura

Agricoltura (Pexels) - NotiziaLocale

Nel 2024 il settore primario nel Lazio torna a macinare numeri positivi: l’occupazione agricola cresce del 7,6% e riporta al centro territori, filiere e nuove professionalità.

Nel Lazio l’agricoltura torna finalmente a crescere. Dopo anni segnati da crisi, cambiamenti climatici e difficoltà strutturali, il 2024 si chiude con un dato che cambia il racconto sul settore: gli occupati in agricoltura aumentano del 7,6% rispetto all’anno precedente. Un segnale forte per una regione spesso associata soprattutto ai servizi e alla pubblica amministrazione, ma che conserva una tradizione agricola importante, dalle campagne pontine alla Tuscia, passando per le aree interne e i Castelli Romani. Questo balzo in avanti dell’occupazione dice che la terra, se sostenuta e innovata, può ancora creare lavoro stabile e prospettive concrete.

La crescita degli occupati agricoli si inserisce in un quadro regionale dove il tasso di occupazione complessivo è in aumento e la disoccupazione in calo, ma il dato del settore primario spicca per intensità. A trainare sono diversi fattori: il ritorno d’interesse per produzioni di qualità, il peso sempre maggiore delle filiere corte, l’agriturismo e la vendita diretta, oltre ai progetti finanziati con fondi europei e nazionali. Il Lazio, regione con realtà molto diverse tra loro, dimostra così che dalla provincia di Viterbo fino alla piana di Latina, passando per le campagne intorno a Roma, l’agricoltura può essere un motore occupazionale e non solo un comparto residuale.

Agricoltura nel Lazio, i numeri e i volti della ripresa

Dietro quel +7,6% di occupati ci sono storie, aziende e territori che hanno scelto di reagire. Negli ultimi anni molte imprese agricole del Lazio hanno puntato su innovazione, formazione e diversificazione delle attività: non più solo produzione di materie prime, ma trasformazione in azienda, ospitalità rurale, degustazioni, esperienze in vigna o in uliveto. Ogni anello della filiera richiede competenze diverse, e questo si traduce in nuove figure professionali, dai tecnici di campo ai comunicatori digitali che gestiscono e-commerce e canali social delle aziende.

La crescita dell’occupazione è visibile soprattutto nelle aree dove l’agricoltura è già forte: la Tuscia con le coltivazioni di nocciole, olio e ortaggi, la provincia di Latina con l’ortofrutta e le serre, le zone vitivinicole intorno alla Capitale e nelle province di Frosinone e Rieti. Qui la domanda di manodopera è aumentata sia nella fase produttiva sia nelle attività connesse, come la logistica, la trasformazione e i servizi turistici legati al cibo. Non si tratta solo di lavoro stagionale legato alla raccolta, ma sempre più spesso di impieghi più continuativi, con aziende che cercano di fidelizzare i lavoratori e costruire squadre stabili.

Un altro elemento che emerge è la presenza crescente di giovani e donne. Molti under 40 hanno aperto nuove imprese agricole o sono subentrati in aziende di famiglia, spinti da bandi dedicati e dalla possibilità di coniugare vita fuori città, sostenibilità e impresa. Allo stesso tempo, numerose donne guidano aziende o ricoprono ruoli chiave nella gestione amministrativa, nella comunicazione e nell’accoglienza. Questa combinazione di energie nuove e competenze storiche contribuisce a rendere l’agricoltura laziale più dinamica e resiliente rispetto al passato.

 

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Giovani, innovazione e fondi europei: gli scenari per i prossimi anni

Il dato del 2024 è incoraggiante, ma la vera sfida sarà trasformare questa crescita in un trend stabile. Molto dipenderà dalla capacità di continuare a investire in innovazione e formazione. L’agricoltura del Lazio è sempre più chiamata a fare i conti con il cambiamento climatico, la gestione dell’acqua, la tutela del suolo e la necessità di ridurre gli sprechi. Tecnologie come l’agricoltura di precisione, i sistemi di irrigazione intelligenti, i droni per monitorare i campi e le piattaforme digitali per programmare i lavori possono aiutare le aziende a restare competitive e a garantire posti di lavoro qualificati.

Un ruolo centrale lo giocano anche i fondi europei e i programmi regionali dedicati al settore. Misure a sostegno dei giovani agricoltori, incentivi per chi investe in sostenibilità, contributi per la trasformazione aziendale e per l’energia rinnovabile stanno accompagnando molte realtà nel salto di qualità. Se queste risorse continueranno a essere utilizzate in modo mirato, potranno consolidare i risultati del 2024 e favorire ulteriori assunzioni, soprattutto nelle aree interne che più soffrono lo spopolamento.

Guardando avanti, l’agricoltura laziale può diventare un laboratorio di sviluppo locale: creare occupazione, proteggere il paesaggio, offrire prodotti di qualità ai cittadini e ai turisti. Il +7,6% di occupati nel 2024 non è solo un numero positivo nelle tabelle, ma il segnale che il settore sta cambiando pelle. Se istituzioni, imprese e lavoratori sapranno giocare di squadra, le campagne del Lazio potranno continuare a generare lavoro, reddito e nuove opportunità per le prossime generazioni, trasformando una ripresa congiunturale in una vera stagione di crescita strutturale.