Sanità Lazio, svolta agli Stati Generali | Strategie, numeri e nuove priorità: ecco cosa è emerso dopo gli incontri

Ospedale

Ospedale (Pexels) - NotiziaLocale

Con gli Stati Generali della Salute la Regione Lazio chiude un percorso di ascolto e pianificazione: oltre 700 addetti ai lavori coinvolti, nuovi obiettivi su liste d’attesa, territorio e qualità delle cure.

La sanità del Lazio prova a guardare lontano, mettendo nero su bianco strategie e priorità per i prossimi anni. Nelle Corsie Sistine del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia si sono chiusi gli Stati Generali della Salute del Lazio, un percorso di confronto voluto dalla Regione per disegnare il futuro del Servizio sanitario regionale. Al centro, un obiettivo chiaro: migliorare la qualità delle cure partendo dai dati, dal coinvolgimento di chi lavora ogni giorno negli ospedali e sul territorio e dal contributo di istituzioni, associazioni e mondo accademico.

All’appuntamento hanno partecipato oltre 700 operatori, esperti e stakeholder del settore, segno di un interesse concreto verso una programmazione condivisa e non calata dall’alto. In platea e ai tavoli di lavoro erano presenti il ministro della Salute Orazio Schillaci, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il direttore generale della Direzione regionale Salute e Integrazione sociosanitaria Andrea Urbani, i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere, oltre a numerosi rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali. Una fotografia della macchina sanitaria regionale al completo, chiamata a discutere criticità, risultati e prospettive.

Bilanci risanati, ospedali più efficienti e tempi di attesa in calo

La prima giornata di lavori è stata dedicata soprattutto ai risultati raggiunti negli ultimi 30 mesi. Un periodo segnato da un’azione forte sui conti: la Regione ha rivendicato il risanamento dei bilanci sanitari 2023 e 2024, considerato il presupposto per ristabilire trasparenza contabile e avviare una revisione strutturale del sistema. Risistemare i numeri, in altre parole, per poter programmare investimenti e riforme senza continui interventi d’emergenza.

Un passaggio centrale è stato quello sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. I dati illustrati mostrano un miglioramento degli indicatori di performance del Servizio sanitario regionale. Il tasso di occupazione dei posti letto per acuti è salito dal 71,4% del 2022 al 79,9% del 2025, a indicare una gestione più razionale dei ricoveri e un uso più efficiente delle strutture. In parallelo, è stato potenziato il fronte dell’assistenza territoriale, con un’attenzione particolare alle cure domiciliari destinate agli over 65: in due anni si è passati dal 4% al 10,32% di presa in carico, un dato che racconta uno spostamento sempre più deciso dall’ospedale alla casa del paziente.

Importante anche il capitolo dedicato ai servizi sul territorio: sono state attivate 59 Centrali Operative Territoriali, elementi chiave della nuova organizzazione che mettono in rete medici, servizi domiciliari, strutture e pazienti. Inoltre sono stati creati oltre 2.900 nuovi posti tra salute mentale, dipendenze e RSA, settori spesso sotto pressione per l’aumento dei bisogni e la fragilità di molti utenti.

Un altro fronte delicato è quello dei Pronto soccorso, storicamente tra i punti più critici percepiti dai cittadini. A fronte di un aumento degli accessi, i tempi medi di attesa si sono ridotti: per le dimissioni si è passati da 7 a 5 ore e mezza, mentre per il ricovero si è scesi da oltre 19 ore a poco più di 15. La riduzione ha contribuito anche a dimezzare il fenomeno del blocco ambulanze, una delle situazioni più problematiche per chi arriva in emergenza.

Sulle liste d’attesa chirurgiche, in particolare per gli interventi oncologici, il 90% dei pazienti viene oggi preso in carico entro le soglie previste. Sul fronte ambulatoriale, la digitalizzazione delle agende ReCUP è ora completata al 100%, mentre nel 2023 era ferma al 10%. Questo cambiamento ha permesso di garantire entro i tempi standard il 97,1% delle prestazioni considerate critiche. Nell’ambito del PNRR sono state installate 336 grandi apparecchiature e oltre 16mila operatori sono stati formati, segnali di un aggiornamento tecnologico accompagnato da investimenti sulle competenze.

Dieci tavoli tematici, un white paper e le priorità per la sanità del futuro

Se la prima parte degli Stati Generali è servita a fotografare il presente, il cuore del percorso si è sviluppato nei tavoli tematici. Dieci gruppi di lavoro hanno analizzato, nel pomeriggio della prima giornata, le principali aree del servizio sanitario regionale: salute mentale, liste d’attesa e appropriatezza, risorse umane, invecchiamento e nuovi bisogni di salute, sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, farmaci e tecnologie avanzate, assistenza protesica, rapporto pubblico–privato, umanizzazione delle cure e volontariato.

Dalle discussioni è emerso un orientamento comune, raccolto in un white paper strategico. Il documento punta a rafforzare la prossimità dei servizi, cioè la capacità del sistema di avvicinarsi ai cittadini nei luoghi in cui vivono, consolidare la digitalizzazione dei processi e migliorare la presa in carico dei pazienti lungo tutto il percorso di cura. L’idea è quella di una sanità regionale capace di adattarsi in modo continuo, con un processo di miglioramento costante della qualità, sfruttando i dati e l’ascolto degli operatori.

Il lavoro dei tavoli ha individuato alcune direttrici considerate prioritarie per gli anni a venire. Tra queste spicca il potenziamento della rete residenziale extraospedaliera dedicata ai Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, tema sempre più centrale soprattutto tra i più giovani. Grande attenzione anche alla prevenzione primaria e alla sanità integrativa, per agire prima che le patologie diventino gravi e per alleggerire la pressione su ospedali e ambulatori.

Un altro punto chiave riguarda l’assistenza protesica, per la quale si propone l’istituzione di una Fast track per i presidi urgenti, così da ridurre al minimo i tempi di attesa per chi ha bisogno di ausili essenziali alla vita quotidiana. Sul versante delle professioni, il percorso partecipato ha segnalato la necessità di valorizzare maggiormente il ruolo degli infermieri, di definire tariffe prestazionali basate sugli esiti e di differenziare e aumentare le retribuzioni del personale, per rendere il sistema più equo e attrattivo.

Al centro resta comunque il cittadino. Nei documenti conclusivi viene sottolineato che i servizi dovranno essere progettati a partire dalle esigenze reali degli utenti, anche in chiave digitale, con un approccio olistico alla salute che consideri la persona nella sua interezza e non solo la singola patologia. Gli Stati Generali della Salute consegnano così alla Regione Lazio una mappa di priorità e di proposte condivise, su cui costruire i prossimi passi della sanità regionale, con l’obiettivo dichiarato di un servizio più vicino, moderno e capace di rispondere ai bisogni di oggi e di domani.