Tredicesima: a chi non spetta neanche un euro | Per questa categoria di lavoratori si prospetta un Natale meno ricco

Tredicesima: a chi non spetta neanche un euro | Per questa categoria di lavoratori si prospetta un Natale meno ricco

Tredicesima, chi non la riceve - Notizialocale.it (Fonte: Pexels)

La tredicesima mensilità è attesa da milioni di lavoratori dipendenti, ma per chi lavora con partita IVA o svolge attività autonoma non arriva alcun pagamento aggiuntivo: la normativa 2025 lo chiarisce con precisione.

La tredicesima rappresenta una mensilità extra che l’INPS e i datori di lavoro corrispondono ai dipendenti nel mese di dicembre. È un sostegno importante, soprattutto per le famiglie, perché arriva a ridosso delle festività e dei consumi natalizi. Secondo fonti specializzate, nel 2025 la data media di erogazione rimane fissata nelle prime settimane di dicembre, mentre l’importo si calcola in base ai mesi lavorati nell’anno e al contratto applicato. Tuttavia, non si tratta di un diritto universale: la gratifica spetta solo a chi ha un contratto subordinato. Per autonomi e liberi professionisti, invece, non è prevista alcuna tredicesima.

L’errore più diffuso consiste nel pensare che chiunque percepisca una retribuzione mensile possa contare sul “tredicesimo stipendio”. Ma la legge è chiara: la mensilità aggiuntiva è legata al lavoro subordinato e disciplinata dai contratti collettivi. In assenza di un rapporto dipendente, il trattamento economico aggiuntivo non viene riconosciuto. Questo significa che per molte persone che operano con partita IVA o come collaboratori non subordinati il Natale non porta alcuna mensilità extra.

Perché la tredicesima non spetta alle partite IVA e ai lavoratori autonomi

La tredicesima viene versata come quota aggiuntiva dello stipendio ai dipendenti del settore pubblico e privato. L’INPS ribadisce che la mensilità spetta solo per rapporti di lavoro subordinati, a tempo pieno o parziale, e che l’importo è determinato dal numero di mensilità maturate nell’anno e dalle previsioni del contratto collettivo di riferimento.

I professionisti con partita IVA, i lavoratori autonomi, chi lavora a prestazione occasionale e chi opera come collaboratore senza vincolo di subordinazione sono esclusi. Queste categorie, infatti, non hanno una retribuzione mensile determinata da un contratto collettivo, né maturano ratei di tredicesima. La loro posizione non prevede mensilità aggiuntive perché non sono “dipendenti” ma prestatori autonomi di servizi.

Tredicesima – Notizialocale.it (Fonte: Pexels)

Come funziona per chi invece ha diritto alla tredicesima

Secondo le indicazioni per il 2025, la tredicesima viene pagata generalmente tra il 1° e il 20 dicembre, con variazioni in base al settore lavorativo. L’importo corrisponde a una mensilità aggiuntiva che si accumula durante l’anno: ogni mese di lavoro vale un dodicesimo della gratifica. Chi ha avuto assenze non retribuite o periodi senza copertura potrebbe percepire un importo ridotto.

I settori pubblici e privati seguono tempistiche leggermente diverse, ma la regola resta identica: l’erogazione è automatica per i dipendenti in forza, a tempo indeterminato o determinato, e non richiede alcuna domanda. Per i pensionati, invece, la tredicesima viene pagata direttamente dall’INPS insieme al cedolino di dicembre.

L’esclusione totale di autonomi e partite IVA resta quindi confermata: per queste categorie non è prevista né da legislazione né da contratto alcuna forma di tredicesima, salvo trattamenti economici extra concordati privatamente con un committente, eventualità comunque rara. Il risultato è che chi lavora senza contratto subordinato dovrà affrontare le spese festive senza poter contare su questa entrata aggiuntiva.