Salva casa rivoluzionato, addio doppia conformità e sanzioni crollano a 2mila euro | La svolta che cambia tutto

Salva casa rivoluzionato, addio doppia conformità e sanzioni crollano a 2mila euro | La svolta che cambia tutto

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Un emendamento alla Manovra ridisegna il decreto Salva casa: niente più doppio controllo urbanistico ed edilizio e maxi taglio delle sanzioni.

Il percorso per regolarizzare le difformità edilizie cambia nuovamente volto. A poco più di un anno dall’entrata in vigore del decreto n. 69/2024, il cosiddetto Salva casa, il Governo punta a un aggiornamento profondo della norma, inserendo nella Manovra 2026 un emendamento firmato da esponenti di Fratelli d’Italia. L’obiettivo è intervenire sulle criticità emerse durante i primi mesi di applicazione e semplificare il lavoro di professionisti e proprietari. La novità più attesa riguarda il superamento definitivo della doppia conformità, insieme a una riduzione drastica delle sanzioni, che scenderebbero dai 10mila euro attuali a poco più di 2mila.

Il nuovo intervento non si configura come un condono edilizio, ma come un perfezionamento del meccanismo già previsto dal decreto del 2024. La filosofia rimane la stessa: consentire la sanabilità delle piccole difformità edilizie restando all’interno delle regole ordinarie, senza deroghe generali e senza riaprire pratiche di abusi insanabili. L’emendamento inserito nel fascicolo della Legge di Bilancio punta quindi a rendere il sistema più semplice, più rapido e meno costoso, risolvendo molte delle frizioni applicative registrate dagli uffici tecnici comunali.

Stop alla doppia conformità: cosa cambia per i proprietari

Il cuore della modifica riguarda l’accertamento di conformità introdotto dall’articolo 36-bis, strumento pensato per sanare parziali difformità e variazioni essenziali. Ad oggi, per ottenere la regolarizzazione occorre dimostrare la conformità dell’intervento sia alla disciplina urbanistica vigente al momento della domanda, sia a quella edilizia in vigore al tempo della realizzazione. Una doppia verifica che ha reso impossibile la sanatoria in moltissimi casi, anche per opere che oggi sarebbero pienamente conformi.

L’emendamento propone di eliminare questo doppio passaggio e di concentrare la verifica su un unico momento temporale: quello della presentazione della domanda. Se l’immobile è conforme alla normativa vigente oggi, la sanatoria potrà essere rilasciata indipendentemente dalla disciplina dell’epoca in cui i lavori furono eseguiti. La portata della modifica è significativa: migliaia di pratiche rimaste bloccate potrebbero essere sbloccate, con un alleggerimento importante per uffici tecnici, professionisti e proprietari che attendono di regolarizzare situazioni pendenti da anni.

La semplificazione consentirebbe inoltre di ridurre tempi e costi delle verifiche, evitando ricostruzioni storiche complesse e difficili da documentare. Un intervento che, secondo gli estensori della norma, punta a correggere un problema strutturale senza aprire alcuna finestra di condono generalizzato.

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Sanzioni ridotte e procedura più snella: lo sconto fino a 2mila euro

La seconda grande novità contenuta nell’emendamento riguarda il sistema sanzionatorio. La versione originaria del decreto prevedeva una complessa formula di calcolo che coinvolgeva anche l’Agenzia delle Entrate e fissava sanzioni che potevano superare i 10.328 euro per gli interventi più gravi, come quelli realizzati senza Scia o in difformità significativa. Un impianto ritenuto troppo oneroso e troppo macchinoso.

Il nuovo testo dimezza – anzi, riduce di quasi l’80% – la sanzione massima, portandola a 2.068 euro. In alcuni casi potrebbe essere ancora più bassa, rendendo la procedura economicamente accessibile alla maggior parte dei proprietari. La riduzione è pensata per incentivare chi ha piccole irregolarità a regolarizzare la propria posizione senza timori economici, favorendo un recupero più rapido e diffuso della legalità edilizia.

Oltre al taglio delle sanzioni, l’emendamento elimina qualsiasi riferimento all’intervento dell’Agenzia delle Entrate nella determinazione delle somme dovute. Questo passaggio snellisce notevolmente l’iter, evitando ritardi e passaggi burocratici che avevano complicato l’applicazione del decreto. Professionisti e uffici comunali potranno così lavorare con maggiore autonomia e velocità, rendendo più fluida la gestione delle pratiche.

Nel complesso, il nuovo pacchetto di modifiche mira a un Salva casa più semplice, più veloce e meno costoso. Una riforma che potrebbe incidere in modo significativo sul patrimonio immobiliare italiano, agevolando milioni di proprietari nella regolarizzazione delle loro abitazioni e preparando il terreno a un 2026 all’insegna della semplificazione amministrativa.