Caldaie a gas, l’Europa fa marcia indietro: salta lo stop dal 2029 | Non spendere altri soldi

Caldaie a gas, l’Europa fa marcia indietro: salta lo stop dal 2029 | Non spendere altri soldi

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La norma che avrebbe rivoluzionato il riscaldamento domestico viene riscritta all’ultimo minuto: ecco cosa succede davvero adesso

Per mesi si era parlato di uno scenario inevitabile: la fine delle caldaie a gas, il divieto di produzione e vendita dal 2029, e la corsa verso soluzioni alternative che avrebbero cambiato il modo di riscaldare le case in tutta Europa. Una prospettiva che aveva creato allarme tra famiglie, installatori e imprese. Ora, però, lo scenario si ribalta completamente. La Commissione europea ha pubblicato una nuova bozza del regolamento Ecodesign e, con una modifica tanto tecnica quanto decisiva, il divieto dal 2029 è sparito dal testo.

La revisione è stata caricata online per la consultazione pubblica e ci resterà fino al 26 dicembre. Dopo di allora, servirà solo il via libera formale previsto nei primi mesi del 2026. E proprio in quella bozza arriva la svolta: niente stop alle caldaie a gas nel 2029. Non solo non saranno vietate, ma potranno anche continuare a essere vendute sia quelle più moderne sia i modelli tradizionali.

Un cambio di direzione netto che segna il rallentamento più evidente delle politiche climatiche europee degli ultimi anni. Ma soprattutto, cambia radicalmente il futuro dei sistemi di riscaldamento nelle case italiane.

Cosa cambia davvero dal 2029 e perché il divieto è stato cancellato

Il problema nasceva da una tabella tecnica allegata al regolamento. I valori minimi di efficienza richiesti dal 2029 erano così elevati che nessun modello attuale sarebbe riuscito a rispettarli. Di fatto, sarebbe stato un divieto mascherato. Il settore aveva protestato duramente, parlando di uno stop forzato che avrebbe messo in ginocchio installatori, produttori e famiglie con impianti ancora perfettamente funzionanti.

La nuova Commissione europea ha quindi deciso di intervenire, riscrivendo proprio quei valori. Ora, i nuovi limiti sono molto più accessibili e permettono anche alle caldaie a gas tradizionali di restare sul mercato. La norma entrerà in vigore dopo due anni dal via libera, quindi a metà 2028. E da quel momento non ci sarà alcuna interruzione nella vendita dei modelli attualmente in commercio.

In pratica, le caldaie a gas continueranno a essere acquistabili senza obblighi di sostituzione e senza restrizioni immediate. Nessuna famiglia sarà costretta a cambiare impianto né ad adeguarsi a tecnologie più costose come le pompe di calore, almeno non prima di molti anni.

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Il nuovo limite del 2040: lo stop resta, ma è lontano e non automatico

Il fatto che il divieto del 2029 sia stato eliminato non significa che l’Europa abbia rinunciato del tutto alla riduzione delle caldaie a gas. La scadenza più ampia resta nel quadro della direttiva Case Green, che prevede la fine dei sistemi alimentati da combustibili fossili nel 2040. Una data però indicativa, non vincolante, e che dovrà essere attuata singolarmente dai singoli Stati membri.

Questo scenario crea un decennio aggiuntivo in cui ogni Paese potrà decidere autonomamente quando e come intervenire. In Italia il tema è particolarmente sensibile, soprattutto dopo la scomparsa dei bonus caldaia per i modelli a gas, aboliti proprio dopo il recepimento preliminare della direttiva Case Green. Ma la discussione politica oggi guarda altrove, e molti governi hanno rallentato le loro strategie energetiche davanti all’aumento dei costi e al malcontento dei cittadini.

Adesso tocca ai singoli Stati decidere tempi e modalità della transizione. E la sensazione è che questo rinvio, di oltre dieci anni, cambierà radicalmente la traiettoria di un settore che sembrava destinato a un cambiamento rapidissimo. Per milioni di famiglie, almeno per ora, nulla cambierà. Le caldaie a gas resteranno nelle case e nei negozi ancora molto più a lungo del previsto.