Scuola, ore di sostegno: il taglio drastico | Adesso puoi cambiare le sorti di tuo figlio: chiedi il risarcimento

Scuola, ore di sostegno: il taglio drastico | Adesso puoi cambiare le sorti di tuo figlio: chiedi il risarcimento

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I giudici parlano chiaro: i tagli sono illegittimi e ora scatta anche il risarcimento per famiglie e minori

Quando una famiglia scopre che le ore di sostegno assegnate a scuola vengono improvvisamente ridotte, il senso di smarrimento è immediato. Significa interrompere un percorso educativo, mettere in difficoltà un bambino che ha bisogno di continuità e creare tensioni con un sistema scolastico che, invece di proteggere, sembra sfilarsi dalle proprie responsabilità. Una situazione che ogni anno riguarda migliaia di genitori costretti a combattere contro tagli giustificati con scuse di budget o mancanza di personale. Ma ora qualcosa è cambiato davvero.

Una recente sentenza del TAR della Campania ha segnato un punto di svolta, affermando con forza non solo l’illegittimità della riduzione delle ore di sostegno, ma riconoscendo per la prima volta un risarcimento economico al minore e alla famiglia. Una decisione che ribalta i rapporti di forza e mette nero su bianco un principio fondamentale: il diritto allo studio non può essere sacrificato per ragioni economiche. Mai.

Perché la scuola non può ridurre le ore: cosa dice davvero la legge

La normativa è chiara, e la giurisprudenza ancora di più: il sostegno non è un “servizio accessorio”, ma uno strumento essenziale per garantire a ogni studente con disabilità un percorso scolastico adeguato. La Costituzione tutela questo diritto e prevede che lo Stato debba intervenire anche con “assunzioni in deroga” se necessario. Significa che nessun vincolo di bilancio può essere usato come scusa per tagliare ore indicate nel Piano Educativo Individualizzato.

Le ore di sostegno non vengono stabilite a caso: vengono decise dal GLO, un gruppo di lavoro che coinvolge docenti, genitori e specialisti dell’ASL, e che nel PEI identifica con precisione quante ore siano necessarie per quell’alunno. Su questo punto il TAR è stato categorico: la scuola e l’Ufficio Scolastico Regionale devono rispettare il PEI alla lettera. Ogni riduzione per ragioni economiche è illegittima.

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Il caso che cambia tutto: la condanna e il risarcimento

La sentenza che ha acceso i riflettori arriva da Napoli, riguardante un minore con disabilità grave che da anni riceveva meno ore di sostegno rispetto a quanto stabilito dal PEI. La famiglia era già stata costretta più volte a ricorrere al TAR, ottenendo sempre ragione, ma l’amministrazione scolastica continuava imperterrita a ignorare i giudici e le esigenze del bambino.

Questa ostinazione ha pesato molto nella decisione del tribunale, che ha riconosciuto non solo la violazione del diritto allo studio, ma anche un danno concreto al minore. Per i giudici la riduzione del sostegno non è un semplice disservizio, ma un atto illecito che compromette lo sviluppo personale, la relazione con i compagni, il benessere psicologico e le opportunità educative del bambino. È stato riconosciuto anche il danno morale, fatto di sofferenza, ansia e senso di esclusione.

Il TAR ha fissato un risarcimento di 1.000 euro per ogni mese in cui l’alunno non ha ricevuto tutte le ore previste dal PEI. Una cifra che pesa, soprattutto perché il tribunale ha inviato gli atti alla Corte dei Conti. Questo significa che ora si valuterà se i dirigenti responsabili debbano rispondere personalmente del danno economico arrecato allo Stato. Un monito severo che potrebbe cambiare la gestione del sostegno in molte scuole italiane.

La sentenza è un precedente importante e rappresenta un messaggio chiaro alle istituzioni scolastiche: il sostegno non si taglia. E se accade, i genitori non solo possono reagire, ma oggi hanno uno strumento in più per ottenere giustizia e tutelare i propri figli.