Bollo auto, conto alla rovescia: dal 31 dicembre migliaia di automobilisti non dovranno più pagare

Bollo auto, conto alla rovescia: dal 31 dicembre migliaia di automobilisti non dovranno più pagare

bollo_auto_blocco pagamenti - notizialocale.it

La scadenza di fine anno cancellerà definitivamente i bolli non riscossi: ecco chi si libera dal debito senza versare un euro

Ogni fine anno porta con sé bilanci, scadenze e preoccupazioni fiscali. Ma per molti automobilisti italiani, il 31 dicembre rappresenta qualcosa di molto diverso: un vero e proprio spartiacque che può cancellare per sempre vecchi bolli non pagati. Una data che può trasformarsi in un sollievo, perché segna il confine oltre il quale la tassa automobilistica, se non riscossa entro i termini previsti, smette di essere dovuta.

Non si tratta di un condono né di una sanatoria, ma dell’applicazione rigorosa della legge. Il bollo auto è infatti uno dei tributi con il termine di prescrizione più breve dell’intero sistema fiscale italiano. Una finestra di soli tre anni, che però va calcolata con precisione quasi chirurgica. E quest’anno la scadenza è particolarmente attesa, perché riguarda tutti i bolli legati al 2022 e a ogni annualità precedente non più sollecitata.

Perché il 31 dicembre è decisivo: cosa succede ai bolli 2022 (e a quelli più vecchi)

Il funzionamento della prescrizione del bollo auto segue una logica semplice, ma spesso fraintesa. Il debito non si estingue tre anni dopo la scadenza reale del pagamento, bensì tre anni dopo il 1° gennaio dell’anno successivo. Questo significa che per un bollo dovuto nel 2022 il conteggio dei tre anni utili è iniziato il 1° gennaio 2023 e si concluderà il 31 dicembre 2025.

Alla mezzanotte, se l’automobilista non ha ricevuto alcuna comunicazione formale – ingiunzioni, solleciti o cartelle – il credito si estingue per legge. Dal 1° gennaio 2026 quel debito non esiste più: non può essere richiesto, recuperato, iscritto a ruolo né trasformato in cartella. In pratica, chi non riceve un atto entro fine anno è salvo definitivamente.

La regola riguarda anche i bolli ancora più datati: tutti quelli per cui non esiste un atto interruttivo entro i tre anni solari successivi vengono automaticamente azzerati. Una tutela che la giurisprudenza ha più volte confermato proprio per evitare che i contribuenti vengano sollecitati per tasse ormai prescritte da tempo.

bollo_auto_blocco pagamenti – notizialocale.it

Quando la prescrizione non si applica: gli atti che azzerano il conteggio

Il meccanismo, però, funziona solo se in quei tre anni l’amministrazione non ha inviato atti validi. È proprio l’arrivo di un sollecito formale, notificato via raccomandata o PEC, a interrompere il conto alla rovescia. In quel caso il timer riparte da zero dalla data della notifica.

Se un contribuente, ad esempio, ha ricevuto una comunicazione nel 2024 per un bollo 2022, la prescrizione non scatterà più nel 2026 ma tre anni dopo l’atto. Diverso è il caso in cui gli enti inviino richieste fuori tempo massimo: una diffida o un avviso ricevuto nel 2026 per un bollo del 2022 è illegittimo, perché il debito era già prescritto. E può essere contestato, evitando di pagare somme che non sono più dovute.

Il discorso vale anche per le cartelle esattoriali, che mantengono lo stesso termine triennale: se dopo tre anni dalla notifica non arrivano ulteriori intimazioni o atti esecutivi, anche la cartella si prescrive. Nessun allungamento automatico, nessuna trasformazione in debito decennale, come più volte confermato dalla Cassazione.

La raccomandazione per chi dovesse ricevere un atto scaduto è chiara: non ignorarlo mai. È possibile contestarlo, chiederne l’annullamento in autotutela o impugnarlo presso la giustizia tributaria. L’importante è agire entro i termini. Perché la prescrizione è un diritto, ma va fatto valere.