Atac costretta ai rimborsi: 3 milioni agli abbonati e una nuova app che paga i ritardi
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Per migliaia di romani, abituati a contare i minuti persi tra autobus che non passano e metro ferme, la notizia arriva come un risarcimento atteso da anni. L’Antitrust ha chiuso il procedimento contro Atac con una decisione destinata a cambiare il rapporto tra cittadini e trasporto pubblico: oltre 3 milioni di euro in rimborsi per gli abbonati annuali Metrebus e una nuova applicazione che dal 2026 restituirà automaticamente parte del costo del viaggio in caso di ritardi superiori ai 15 minuti.
Un epilogo che nasce da lontano. Lo scorso febbraio l’Agcm aveva ispezionato gli uffici della municipalizzata, contestando alla società di non aver rispettato gli standard fissati nei contratti di servizio per il triennio 2021-2023. Tre anni segnati da corse saltate, mezzi insufficienti, impianti fuori uso e una qualità del servizio spesso lontana da quanto previsto. Da qui l’apertura di un’indagine per “pratica commerciale scorretta”, culminata ora in un accordo che ridisegna i diritti dei passeggeri.
Chi avrà diritto al rimborso e come funzionerà la nuova app
A beneficiare della misura saranno tutti gli abbonati annuali Metrebus in possesso di un titolo valido anche per un solo giorno nel 2024. Per ciascuno è previsto un rimborso di 5 euro, a cui se ne aggiungono altri 5 per chi abbia avuto un abbonamento attivo nel triennio 2021-2023. Una compensazione simbolica, certo, ma che arriva dopo anni di disagi quotidiani e rappresenta un riconoscimento formale delle mancanze dell’azienda.
La vera novità, però, sarà operativa dal 1° gennaio 2026. Atac introdurrà una nuova app che monitorerà in tempo reale i ritardi delle corse per cause imputabili all’azienda. Quando un mezzo supererà i 15 minuti di ritardo, l’utente riceverà automaticamente un credito di 0,50 euro su un borsellino digitale, utilizzabile per acquistare biglietti o abbonamenti, anche per terzi. Un sistema automatizzato che promette trasparenza e immediatezza, trasformando ogni disservizio in un diritto al rimborso.
Il provvedimento dell’Antitrust non riguarda solo la puntualità del servizio. Tra le contestazioni figuravano anche ascensori, scale mobili e montascale fuori uso, oltre all’insufficiente presidio del personale nelle stazioni. Per questo Atac si è impegnata a inserire 61 nuovi agenti di stazione a partire dall’inizio del 2026: 33 sulla linea A e 28 sulla linea B/B1. Una misura dal costo annuo stimato di 2,6 milioni di euro, necessaria per ridurre i disservizi e aumentare la sicurezza dei passeggeri.

Dalla manutenzione ai nuovi mezzi: Atac promette la svolta
L’Antitrust ha preso atto dei progressi nella manutenzione e sostituzione degli impianti arrivati a fine vita negli ultimi anni, ma il messaggio è chiaro: la qualità del servizio dovrà migliorare in modo tangibile. Per farlo, Atac potenzierà anche i canali informativi per gli utenti, rendendo più visibili funzioni come il calcolo dei percorsi, la geolocalizzazione dei mezzi e la prenotazione degli impianti per le persone a mobilità ridotta. Previsto inoltre un programma interno di compliance per monitorare e prevenire eventuali violazioni dei diritti dei consumatori.
L’azienda, dal canto suo, accoglie la delibera dell’Agcm come uno stimolo più che come una sanzione. “Il provvedimento è frutto di un dialogo positivo – ha dichiarato il direttore generale Paolo Aielli – che ci permette di accelerare il processo di cambiamento avviato negli ultimi anni tra digitalizzazione, nuovi mezzi, nuove infrastrutture e una maggiore centralità del cliente”. Un percorso ancora lungo, ma che ora ha un cronoprogramma preciso e, soprattutto, obblighi misurabili.
Per gli utenti, dopo anni di attese e disservizi, è una promessa concreta: da oggi, ogni ritardo avrà un peso. E un costo per l’azienda.
