Terremoto ai vertici Ue: Federica Mogherini lascia il Collegio d’Europa dopo l’inchiesta sui fondi
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Una decisione improvvisa che scuote Bruxelles: le dimissioni arrivano mentre l’ex Alto Rappresentante è indagata per frode, corruzione e conflitto d’interessi
A Bruxelles l’aria è cambiata di colpo. In un clima già appesantito dall’inchiesta esplosa pochi giorni fa, Federica Mogherini ha annunciato le sue dimissioni dalla guida del Collegio d’Europa, gesto che segna uno dei passaggi più delicati nelle vicende recenti delle istituzioni europee. Una scelta che arriva mentre la Procura europea indaga su presunte irregolarità legate all’assegnazione di fondi Ue e che coinvolge direttamente l’ex Alta rappresentante per la Politica estera dell’Unione.
L’inchiesta, avviata martedì, ipotizza frode in appalti pubblici, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale. Un fascicolo pesante, che ha portato le autorità belghe a fermare Mogherini, insieme a Stefano Sannino e a una terza persona, per ascoltarli nelle ore immediatamente successive alle verifiche. Tutti sono stati poi rilasciati, ma l’onda d’urto politica non si è arrestata.
L’annuncio di Mogherini: “Mi dimetto nel rispetto del mio ruolo”
A rendere ufficiale la notizia è stata la stessa Mogherini, con una mail pubblicata sul sito del Collegio. Un messaggio formale ma carico di implicazioni, in cui l’ex ministra degli Esteri italiana scrive di agire “in linea con il massimo rigore e correttezza” che ha sempre rivendicato nella sua carriera. Le dimissioni riguardano sia la carica di Rettore del Collegio d’Europa sia quella di direttrice dell’Accademia diplomatica dell’Unione europea.
Il caso ruota attorno a un bando del 2021, quando il Servizio europeo per l’azione esterna affidò proprio al Collegio d’Europa un programma di formazione per diplomatici, finanziato con oltre 600 mila euro. Al tempo, Mogherini era già alla guida dell’istituzione, e gli inquirenti stanno ora verificando se la procedura abbia favorito in modo improprio l’ente che dirigeva. Le indagini riguardano anche l’utilizzo dei fondi assegnati e la correttezza delle comunicazioni interne.
Nel suo messaggio, Mogherini rivendica i cinque anni di lavoro alla guida del Collegio, definendoli “meravigliosi” e ringraziando studenti, docenti e personale per il sostegno ricevuto. Una chiusura che suona come un gesto di difesa della propria integrità mentre la vicenda giudiziaria entra nella fase più delicata.

Un caso che investe anche altri vertici Ue
La decisione dell’ex Alto Rappresentante non arriva in un vuoto politico. Soltanto ventiquattr’ore prima, Stefano Sannino – anche lui coinvolto nell’inchiesta – ha lasciato il suo incarico di direttore generale nella Direzione Mena della Commissione europea. La coincidenza segnala un terremoto istituzionale che va oltre il singolo caso e che potrebbe avere ripercussioni più ampie sulla gestione delle procedure di assegnazione dei fondi europei.
L’inchiesta prosegue, e Bruxelles attende gli sviluppi. L’uscita di scena di Mogherini, figura di primo piano della diplomazia europea e tra le più riconosciute della politica italiana all’estero, segna intanto un passaggio che difficilmente potrà essere considerato marginale. Il Collegio d’Europa dovrà ora affrontare una fase di transizione complessa, mentre si cerca di capire quanto in profondità arriveranno gli accertamenti della Procura europea.
Per il momento, resta un dato incontrovertibile: l’Unione europea, già scossa da scandali e tensioni interne negli ultimi anni, si trova ancora una volta a fare i conti con il tema della trasparenza ai massimi livelli delle sue istituzioni.
