Zerocalcare rinuncia alla partecipazione a “Più libri più liberi”: “Non condivido spazi con i nazisti” | Scoppia la polemica tra editoria e politica
Zerocalcare (Wiki) - NotiziaLocale
Il fumettista romano rinuncia alla fiera della piccola e media editoria a causa della presenza della casa editrice “Passaggio al Bosco”, al centro di dure accuse di apologia del fascismo
Zerocalcare non sarà a Più libri più liberi. Il fumettista romano ha annunciato sui propri canali social la decisione di rinunciare alla partecipazione alla fiera della piccola e media editoria in programma a Roma dal 4 all’8 dicembre, spiegando che non intende condividere lo stesso spazio con chi definisce apertamente «nazisti». La scelta arriva dopo giorni di polemiche per la presenza della casa editrice “Passaggio al Bosco”, considerata vicina ad ambienti dell’estrema destra e accusata di promuovere testi apologetici del fascismo.
«Purtroppo ognuno c’ha i suoi paletti, questo è il mio», ha raccontato Zerocalcare in un video che accompagna il suo messaggio. «Quando l’ho deciso, quindici anni fa, mi pareva semplicissimo da applicare. Oggi è una specie di campo minato». Il riferimento è a una regola personale che l’autore dice di aver fatto propria fin da giovane: non condividere gli spazi con i nazisti. Una posizione che, in passato, lo aveva già portato a rinunciare alla stessa fiera, quando al centro delle polemiche c’era stato il caso legato al filosofo Leonardo Caffo.
La scintilla di questa nuova controversia è stata la partecipazione di Passaggio al Bosco, casa editrice al centro di un’accesa discussione pubblica. Contro la presenza del marchio nello spazio fieristico è stata diffusa una lettera aperta firmata da oltre 80 scrittori, accademici, artisti e musicisti, tra cui lo stesso Zerocalcare, Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Anna Foa, Domenico Starnone, Christian Raimo, Caparezza e Stefano Feltri. Il documento chiede chiarimenti all’Associazione italiana editori (AIE) sulla scelta di includere in fiera un editore che, secondo i firmatari, veicola contenuti chiaramente riconducibili alla cultura neofascista.
Il “paletto” di Zerocalcare e il rifiuto di normalizzare l’estrema destra
Nel suo intervento, Zerocalcare chiarisce che il nodo, per lui, non è solo la natura dei testi pubblicati da “Passaggio al Bosco”, descritti come «tutta roba che onestamente pare proprio nazista». A preoccuparlo è soprattutto il ruolo attivo che, a suo dire, questa realtà svolgerebbe sul piano politico e culturale: «Non è che penso che non debbano venire perché le fiere sono piene di roba orrenda. Ma questi sono militanti che stanno facendo un’operazione politica di livello alto, organizzano campi e svolgono con quei testi un lavoro di formazione», spiega.
Da qui il richiamo a quel “paletto rigido” che dice di aver ereditato «da gente più grande» e che riassume con una formula netta: «Non si condividono gli spazi con i nazisti». Essere presenti nello stesso contenitore, sostiene il fumettista, significa accettare l’idea che «sia tutto un catalogo di opinioni equivalenti», dove il nazismo e chi lo contrasta vengono messi sullo stesso piano. «È possibile che per le istituzioni culturali del nostro Paese il nazismo e l’anti-nazismo siano la stessa cosa? Io questo vorrei chiederlo all’Associazione italiana editori», afferma, con una domanda che fa da cornice a tutta la sua presa di posizione.
Zerocalcare utilizza anche un’immagine dura per spiegare la posta in gioco: «L’ultima volta che il mondo ha pensato che coi nazisti ci si poteva convivere è finita con un paio di musei della memoria e con scolaresche che ancora oggi vanno a vedere i forni dove si bruciava la gente». Una frase che vuole sottolineare, secondo l’autore, come la normalizzazione di certe presenze non sia solo un tema di “pluralismo”, ma una questione di memoria storica e responsabilità collettiva.
Pur riconoscendo che la lettera aperta rappresenta un passo importante, il fumettista ritiene che non sia sufficiente: «Se non si incavolano, dobbiamo trovare un altro modo», osserva, riferendosi alle istituzioni culturali e alle associazioni di categoria. E aggiunge un passaggio ancora più netto: «In alternativa io non so se posso continuare a partecipare alle fiere di questo Paese. Io non so quando secondo voi è il momento di tracciare una linea e dire basta, perché dopo c’è il baratro. Secondo me l’abbiamo già scavallato quel momento».
La replica di “Più libri più liberi” e il nodo della libertà di edizione
Alla decisione di Zerocalcare ha fatto seguito la risposta degli organizzatori di Più libri più liberi. La responsabile della comunicazione, Patrizia Renzi, ha spiegato che le posizioni del fumettista sono «conosciute e rispettate», lasciando intendere che il forfait non sia stato del tutto inatteso. Sul caso specifico di “Passaggio al Bosco”, però, Renzi ha preferito non aggiungere nuovi commenti, ribadendo che la linea ufficiale resta quella espressa nella lettera diffusa il giorno precedente dal presidente dell’Associazione italiana editori, Innocenzo Cipolletta.
Nella sua nota, Cipolletta ha richiamato i due principi che, a suo avviso, reggono l’editoria contemporanea: il diritto d’autore e la libertà di edizione. Senza questi due pilastri, ha sostenuto, il sistema del libro come lo conosciamo non potrebbe reggere. Un’impostazione che, secondo l’AIE, rende molto delicato intervenire a monte sulla presenza o meno di singoli editori, anche quando i loro cataloghi sono oggetto di dure critiche sul piano politico e culturale.
Renzi ha confermato che, nonostante le polemiche, la fiera in programma a Roma dal 4 all’8 dicembre si svolgerà senza cambiamenti di rotta: «Non succederà niente di diverso da quello che succede tutti gli anni, cioè una fiera che sta per cominciare con un programma vastissimo e tanti appuntamenti». Una risposta che da un lato rivendica la continuità dell’evento, dall’altro lascia aperto il dibattito su come le istituzioni culturali debbano gestire la presenza di soggetti accusati di diffondere idee riconducibili al fascismo o al nazismo.
Il caso di Zerocalcare, che decide di tirarsi indietro in nome di un paletto etico personale, mette così in luce una frattura sempre più evidente all’interno del mondo culturale italiano: da un lato chi ritiene intoccabile il principio della libertà di edizione, dall’altro chi rivendica la necessità di tracciare una linea invalicabile di fronte a contenuti percepiti come incompatibili con i valori democratici. Una discussione che va ben oltre la singola fiera, e che sembra destinata a proseguire anche dopo la chiusura dei cancelli di “Più libri più liberi”.
