Imu, 75% di sconto immediato se affitti casa: ecco come fare
Villa (pexels)
Arriva una novità che cambia in modo significativo la tassazione sugli immobili: in alcuni casi chi affitta la propria abitazione può ottenere una riduzione IMU fino al 75%, una misura già prevista dalla normativa nazionale ma spesso ignorata dai proprietari.
Secondo le ricostruzioni giuridiche più recenti, la disciplina italiana riconosce uno sconto rilevante sull’imposta municipale quando l’immobile viene dato in locazione con criteri considerati socialmente utili o strutturati su contratti che favoriscono stabilità abitativa. La riduzione, applicabile immediatamente sull’IMU dovuta, riguarda una serie di situazioni precise e offre un vantaggio economico notevole soprattutto nelle grandi città.
Il punto centrale è che non si tratta di un bonus generalizzato per tutti gli affitti, ma di un’agevolazione valida solo in determinati casi fissati dalla legge. Per questo motivo molti proprietari non la richiedono, perdendo uno sconto significativo che potrebbe alleggerire la pressione fiscale sull’immobile.
Quando scatta davvero lo sconto IMU del 75%
La riduzione del 75% si applica principalmente ai contratti di locazione a canone concordato, cioè quelli stipulati secondo gli accordi territoriali tra associazioni dei proprietari e degli inquilini. Questi contratti prevedono un canone calmierato e hanno una durata tipica di 3+2 anni. In presenza di questa formula, la legge consente al proprietario di pagare solo il 25% dell’IMU ordinaria, una delle riduzioni più alte previste dalla normativa attuale.
Il beneficio ha due condizioni fondamentali: l’immobile deve essere locato con contratto regolarmente registrato e deve rispettare i parametri previsti dagli accordi territoriali del Comune in cui si trova. Se questi requisiti sono soddisfatti, lo sconto è automatico e va applicato direttamente nel calcolo dell’imposta. Per molti proprietari è l’occasione per ridurre drasticamente il costo fiscale mantenendo comunque un affitto stabile e tutelato.
Le altre casistiche che danno diritto allo sconto (non solo il canone concordato)
Accanto ai contratti a canone concordato, esistono ulteriori situazioni che consentono una riduzione IMU significativa, seppure con percentuali diverse a seconda del Comune e delle normative locali. Una delle più rilevanti riguarda gli immobili concessi in comodato d’uso gratuito a figli o genitori. In questo caso la riduzione non è del 75%, ma può arrivare comunque al 50%, purché l’immobile sia registrato e il proprietario possieda un solo altro immobile a uso abitativo. È una forma di sostegno molto utilizzata per aiutare familiari senza dover affrontare l’IMU piena.
Un’altra categoria riguarda gli immobili affittati a studenti universitari in Comuni diversi da quello di residenza della famiglia. Alcune amministrazioni locali applicano riduzioni aggiuntive per favorire il mercato degli alloggi universitari, anche se la percentuale può variare. Rientrare in questa casistica può significare un alleggerimento importante della pressione fiscale per i proprietari nelle città universitarie.

La specifica decisiva: gli affitti brevi non danno diritto allo sconto
Se da un lato la normativa premia gli affitti che garantiscono stabilità e continuità abitativa, dall’altro esclude completamente gli affitti brevi e turistici. Case affittate tramite piattaforme digitali, locazioni inferiori a 30 giorni e immobili utilizzati come B&B o case vacanza non possono accedere allo sconto IMU del 75%. È un punto fondamentale, spesso frainteso, che distingue gli immobili destinati al mercato turistico da quelli impiegati per residenzialità prolungata.
Lo stesso vale per gli immobili non locati o sfitti: se la casa non è affittata o non rientra nelle categorie agevolate, resta dovuta l’IMU ordinaria. Non è quindi sufficiente “intenzione di affittare”: serve un contratto registrato e conforme alle norme per attivare l’agevolazione. Solo così il Comune può riconoscere lo sconto fiscale previsto dalla legge.
Come ottenere lo sconto e cosa controllare per non perderlo
Per usufruire della riduzione IMU è essenziale che il contratto sia registrato all’Agenzia delle Entrate e che nel modello di dichiarazione IMU venga indicata l’agevolazione spettante. Alcuni Comuni richiedono una comunicazione aggiuntiva, mentre altri applicano lo sconto in automatico purché la documentazione sia regolare. Una mancata dichiarazione o una registrazione incompleta può far perdere l’agevolazione anche se il diritto sarebbe pienamente riconosciuto.
È fondamentale inoltre verificare che il contratto rispetti tutti i parametri previsti dagli accordi territoriali: canone corretto, durata conforme e clausole obbligatorie. In caso contrario, il Comune potrebbe contestare l’applicazione dello sconto e richiedere il pagamento dell’IMU piena, con eventuali sanzioni. Una semplice revisione del contratto con un tecnico o un’associazione proprietari può evitare problemi futuri.
La sanatoria IMU, quindi, non è una misura automatica ma uno strumento potente nelle mani di chi affitta nel modo giusto. Sapere in quale casistica si rientra e come documentarla significa trasformare un obbligo fiscale pesante in un vantaggio concreto, in grado di ridurre la tassazione annuale anche di diverse centinaia di euro.
