Scuole di provincia senza personale Ata: turni saltati e genitori richiamati da lavoro | la circolare che nessuno aveva letto
Scuola - Notizialocale (pexels)
Nelle scuole di provincia il personale Ata non basta più e l’assenza di collaboratori scolastici sta mandando in tilt turni, vigilanza e perfino l’organizzazione delle lezioni, costringendo molti genitori a lasciare il lavoro per correre a prendere i figli: tutto nasce da una circolare che in pochi avevano realmente letto.
La situazione esplosa in diversi istituti del territorio mostra quanto il sistema scolastico sia fragile quando mancano figure essenziali come gli assistenti amministrativi, i tecnici e soprattutto i collaboratori scolastici. Qui la quotidianità viene stravolta nonostante aule regolarmente aperte, insegnanti presenti e piani delle attività pronti a partire, perché basta un turno scoperto per bloccare interi corridoi o impedire il funzionamento dei servizi minimi. Per molti plessi di provincia, già alle prese con organici ridotti, è diventato impossibile garantire lo svolgimento ordinario delle lezioni.
Il problema è esploso quando i dirigenti hanno comunicato alle famiglie che, a causa della mancanza di personale Ata, non sarebbe stato possibile assicurare la sorveglianza in alcuni momenti della giornata. Una notizia che ha colto tutti di sorpresa, anche perché fino alla settimana precedente nessuno immaginava che i vuoti di organico fossero così ampi. A far scattare l’emergenza è stata una circolare interpretata tardivamente, un documento che indicava nuove modalità di assegnazione e sostituzione dei collaboratori scolastici, generando un effetto domino molto più grande delle previsioni.
Quando la scuola si ferma per un turno scoperto
Secondo quanto emerso nei plessi coinvolti, la circolare ha imposto una serie di verifiche e adempimenti che hanno rallentato la copertura dei turni, lasciando improvvisamente scoperte le fasce orarie cruciali, come l’ingresso del mattino e la vigilanza nei cambi d’ora. Qui le scuole hanno dovuto riorganizzare tutto in poche ore, riscoprendo quanto il ruolo dei collaboratori scolastici sia fondamentale non solo per la pulizia, ma per la sicurezza di alunni e insegnanti. L’impatto è stato immediato: classi accorpate, laboratori chiusi, insegnanti costretti a rimanere oltre l’orario per coprire brevi tratti di corridoio.
La fragilità emersa racconta una realtà spesso invisibile: dietro ogni scuola funzionante ci sono figure che garantiscono continuità e presenza costante. In molti istituti della provincia, negli ultimi mesi, i collaboratori disponibili erano già pochi; l’arrivo della circolare ha rallentato ulteriormente le procedure di sostituzione e l’effetto cumulativo ha portato al caos. Alcune scuole hanno persino dovuto chiudere l’accesso a un piano per ore, non avendo personale sufficiente per garantirne la vigilanza.

La circolare sottovalutata che sta rivoluzionando la quotidianità
La circolare, letta frettolosamente nelle prime settimane e riscoperta solo quando i problemi sono diventati tangibili, ha introdotto criteri più rigidi per l’assegnazione dei turni e per l’impiego di personale supplente. Questo ha fatto sì che, in mancanza di figure disponibili, diversi dirigenti scolastici fossero costretti a comunicare alle famiglie che non potevano garantire la sorveglianza continuativa, invitandole in alcuni casi a prelevare i figli in anticipo. Una scelta estrema che ha avuto ripercussioni immediate sul lavoro dei genitori, molti dei quali hanno dovuto chiedere permessi urgenti o abbandonare il turno in corso.
Nei corridoi delle scuole di provincia si racconta di mattinate iniziate all’improvviso con comunicazioni interne che annunciavano “servizi ridotti”, di collaboratori rimasti da soli a gestire interi plessi e di insegnanti costretti a coprire attività non previste per evitare disagi ulteriori. La sensazione più diffusa è che l’interpretazione tardiva della circolare abbia creato un cortocircuito difficile da risolvere in breve tempo. Mentre le famiglie chiedono chiarezza e i dirigenti provano a riorganizzare gli orari, resta il timore che il problema non sia temporaneo, ma il segnale di un sistema che necessita con urgenza di organici stabili e adeguati al numero di studenti.
