Dichiarazione dei redditi, chi l’ha dimenticata non si disperi: entro questa data è possibile presentarla

Dichiarazione dei redditi, chi l’ha dimenticata non si disperi: entro questa data è possibile presentarla

Dichiarazione dei redditi-Notizialocale.it

Chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi entro la scadenza ordinaria non è automaticamente fuori gioco: la normativa prevede ancora una possibilità, ma il tempo è limitato.

Dimenticare la dichiarazione dei redditi è un errore più comune di quanto si pensi. Tra scadenze ravvicinate, cambi di lavoro e poca chiarezza sulle procedure, può capitare di accorgersene quando ormai sembra troppo tardi. In realtà, il sistema fiscale italiano prevede una finestra aggiuntiva che consente di rimediare senza incorrere nelle conseguenze più pesanti, purché si agisca entro una data ben precisa.

Chi non ha presentato il Modello Redditi Persone Fisiche 2025 entro il termine ordinario non deve quindi disperarsi. La legge distingue chiaramente tra dichiarazione omessa e dichiarazione tardiva, e questa differenza è fondamentale perché consente ancora di mettersi in regola, evitando sanzioni molto più severe.

Dichiarazione tardiva: quando non è ancora considerata omessa

La dichiarazione dei redditi viene considerata tardiva e non omessa se viene presentata entro 90 giorni dalla scadenza ufficiale. Per il Modello Redditi PF 2025, il termine ordinario era fissato al 31 ottobre 2025. Questo significa che è possibile inviare la dichiarazione fino al 29 gennaio 2026 senza che venga classificata come omessa.

Presentare la dichiarazione entro questo limite temporale consente di regolarizzare la propria posizione fiscale, anche se con una penalità. La normativa prevede infatti una sanzione ridotta, che può essere ulteriormente abbattuta ricorrendo al ravvedimento operoso. È proprio questa possibilità che rende fondamentale non lasciar trascorrere inutilmente i giorni successivi alla scadenza.

Superato il termine dei 90 giorni, invece, la dichiarazione viene considerata omessa a tutti gli effetti. In questo caso le conseguenze cambiano radicalmente: le sanzioni diventano molto più elevate e non è più possibile beneficiare delle riduzioni previste per chi si ravvede spontaneamente.

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Cosa succede se la presenti ora e perché conviene farlo subito

Chi presenta la dichiarazione dei redditi entro il 29 gennaio 2026 deve comunque versare una sanzione amministrativa. Tuttavia, grazie al ravvedimento operoso, l’importo può essere fortemente ridotto, soprattutto se l’invio avviene con poco ritardo rispetto alla scadenza originaria. In molti casi, la sanzione si limita a poche decine di euro.

Oltre alla sanzione, restano ovviamente dovute eventuali imposte non versate, insieme agli interessi maturati. Ma anche in questo caso, regolarizzarsi tempestivamente permette di evitare accertamenti fiscali più invasivi e comunicazioni successive da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda i crediti d’imposta. Anche presentando la dichiarazione in ritardo, si mantiene il diritto a eventuali rimborsi, purché l’invio avvenga entro il termine dei 90 giorni. Rinviare ulteriormente, invece, può compromettere del tutto questa possibilità.

Per questo motivo, chi si accorge di aver dimenticato la dichiarazione dei redditi dovrebbe agire subito, senza aspettare l’ultimo giorno utile. Il margine per rimediare esiste, ma ha una scadenza chiara e non prorogabile. Presentarla entro la data prevista significa trasformare un errore potenzialmente grave in un semplice adempimento tardivo, con conseguenze decisamente più contenute.

La buona notizia, dunque, è che una soluzione c’è. La cattiva è che il tempo non è infinito. Chi vuole evitare problemi seri con il Fisco deve sfruttare questa finestra e presentare la dichiarazione dei redditi entro il termine consentito, prima che il ritardo si trasformi in un’omissione vera e propria.