Ufficiale Naspi, cambia la disoccupazione: migliaia di assegni eliminati | Non ti erogano più se fai questo errore

Inps logo (web)

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Dal 2026 entra in vigore una stretta significativa sulla Naspi, l’indennità di disoccupazione, con nuove regole che possono portare all’interruzione dell’assegno se il beneficiario rifiuta un’offerta di lavoro considerata congrua: un errore che rischia di lasciare senza sostegno migliaia di persone.

La misura nasce dall’esigenza di combinare il sostegno economico con l’effettiva disponibilità al lavoro. Per questo motivo, non basta più essere registrati come disoccupati: bisogna accettare offerte di lavoro compatibili con il proprio profilo e con i criteri di congruità stabiliti dalla normativa. Rifiutare senza giustificato motivo può comportare la decadenza o la sospensione dell’assegno Naspi, un’innovazione che modifica in modo concreto le prospettive di chi si trova senza occupazione.

Il cambiamento rappresenta una delle novità più rilevanti in tema di ammortizzatori sociali degli ultimi anni. Storicamente la Naspi ha accompagnato i disoccupati in un periodo di transizione, ma con le nuove regole il sostegno diventa condizionato a comportamenti attivi e collaborativi nella ricerca di una nuova occupazione. Non si tratta solo di una raccomandazione: è una condizione legale per continuare a percepire l’indennità.

Quando perdi la Naspi: il rifiuto dell’offerta “congrua”

La regola chiave riguarda l’accettazione di un’offerta di lavoro ritenuta congrua. Con l’aggiornamento normativo, se il beneficiario della Naspi riceve una proposta lavorativa che soddisfa determinati criteri e la rifiuta senza una giustificazione valida, l’Inps può interrompere l’erogazione dell’assegno. La legge specifica che si tratta di offerte che devono essere compatibili con la formazione professionale, l’esperienza e la residenza dell’interessato.

In pratica, non tutte le proposte equivalgono a un obbligo automatico, ma solo quelle ritenute congrue in base a parametri oggettivi: distanza massima percorribile, livello di mansioni coerenti con il profilo e retribuzione non inferiore a una certa soglia legata alla categoria professionale. Se l’offerta rispetta questi criteri e viene rifiutata senza motivo valido, la Naspi può essere revocata, anche se la persona continua a essere disoccupata.

Il principio alla base di questa novità è che l’indennità di disoccupazione non deve diventare un “paracadute permanente”, ma un sostegno temporaneo che accompagna chi è in cerca di un nuovo lavoro. Anche per questo motivo, il legislatore ha voluto legare strettamente l’assegno all’accoglimento di opportunità lavorative concrete.

Addio Naspi (pexels)
Addio Naspi (pexels)

Cosa si intende per “offerta congrua” e quali errori evitare

Per capire quando si rischia davvero di perdere la Naspi, è fondamentale conoscere i criteri che definiscono un’offerta congrua. Secondo le regole aggiornate, un’offerta non deve essere arbitraria: deve rientrare nei limiti geografici, nel profilo professionale e nella retribuzione coerente con il percorso lavorativo del disoccupato. Se una proposta di lavoro soddisfa questi parametri, rifiutarla senza motivo può costare l’assegno.

Tra gli errori più comuni che portano alla decadenza dell’indennità ci sono, ad esempio, il rifiuto di una proposta considerata troppo distante dal domicilio, l’ostinazione a cercare solo lavori non correlati alle competenze del disoccupato o il rigetto di offerte con livelli retributivi adeguati. Anche comportamenti come la mancata presentazione per un colloquio fissato nei termini indicati dall’ente proponente possono essere interpretati come un rifiuto e quindi portare alla perdita dell’assegno.

Un altro elemento critico è la comunicazione: chi rifiuta un’offerta deve motivare in modo chiaro e documentabile la scelta, ad esempio per motivi di salute o impedimenti legittimi. In assenza di una giustificazione valida, l’Inps procederà alla sospensione o revoca della Naspi, con effetti immediati sull’indennità residua.

La stretta riguarda migliaia di persone, perché in un mercato del lavoro dinamico le offerte non mancano e spesso possono essere classificate come congrue anche se non rispecchiano perfettamente le aspettative del beneficiario. Per questo motivo è fondamentale non commettere errori procedurali: leggere con attenzione le comunicazioni, partecipare ai colloqui previsti e motivare tempestivamente eventuali rifiuti.

In sintesi, la novità normativa ribadisce che ricevere la Naspi non è un diritto incondizionato, ma un beneficio subordinato alla collaborazione attiva nella ricerca di un nuovo lavoro. Chi ignora questa condizione rischia di vedersi cancellare il sostegno proprio nel momento in cui ne ha più bisogno. Capire bene cosa si intende per offerta congrua è la chiave per non perdere l’assegno e per affrontare con maggiore consapevolezza la transizione verso una nuova occupazione.