Tivoli, studente disabile filmato sul water: il video diffuso in chat | Sgomento in città
Choc al Convitto di Tivoli: due studenti disabili filmati in momenti intimi, anche sul water. Video diffusi in chat con commenti crudeli. Genitori denunciano, indagini in corso.
Le immagini incriminate, alcune delle quali ritraevano i giovani in momenti di estrema vulnerabilità e intimità, come lo studente filmato all’interno dei bagni del Convitto mentre era sul water, sono state riprese di nascosto e successivamente diffuse senza alcun ritegno di chat in chat tra gli studenti. Ogni immagine era accompagnata da didascalie crudeli e profondamente discriminatorie della condizione di disabilità dei compagni. “Guardate come corre la mongoloide” era uno dei commenti più feroci associato a un video che ritraeva la studentessa in palestra. Le foto, secondo le prime informazioni, sarebbero state anche modificate per ridicolizzare ulteriormente i compagni portatori di handicap, amplificando l’offesa.
A scoprire gli accaduti sono stati gli educatori attenti dell’istituto, che lunedì 15 dicembre hanno intercettato la diffusione di queste sconvolgenti immagini. Questi deplorevoli episodi, avvenuti tra i mesi di ottobre e novembre 2025, si sono verificati in totale e flagrante violazione del divieto ministeriale sull’uso degli smartphone e di altri dispositivi elettronici durante l’intero orario scolastico, in vigore dal 1° settembre 2025.
Le denunce e l’avvio delle indagini

Denunce e avvio delle indagini: il primo passo verso la giustizia.
Lo shock dei genitori è stato profondo di fronte all’evidenza delle umiliazioni. Il caso è emerso con forza lunedì 15 dicembre, giorno in cui la Rettrice del Convitto, la professoressa Alessandra Lorini, ha convocato immediatamente i genitori delle vittime per informarli dettagliatamente degli accaduti. Martedì 16 dicembre, i genitori della studentessa sono stati i primi a presentare denuncia formale presso il Commissariato di Tivoli. Il giorno successivo, mercoledì 17 dicembre, è stata la volta del padre dello studente.
Questi passaggi fondamentali hanno ufficialmente avviato l’inchiesta, che ora mira a identificare con precisione tutti i responsabili e a comprendere l’esatta estensione della diffusione di questo materiale offensivo. Le indagini, condotte dagli agenti del Commissariato di Tivoli, sono ora in pieno svolgimento. L’obiettivo principale è individuare tutti gli autori coinvolti nella produzione e successiva diffusione delle immagini e dei video, stabilire quante di queste immagini siano state modificate per ridicolizzare ulteriormente i compagni disabili e quanti contenuti siano stati effettivamente caricati e condivisi in rete, delineando l’ampiezza di questa grave violazione della privacy e della dignità personale.
Cyberbullismo e inclusione: un allarme sociale
Il cyberbullismo minaccia l’inclusione: un allarme sociale da affrontare.
Questo doloroso episodio al Convitto di Tivoli non è un caso isolato, ma un campanello d’allarme significativo sulla crescente diffusione del cyberbullismo, specialmente quando le vittime sono persone con disabilità. Sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza e di interventi educativi mirati nelle scuole, rivolti non solo agli studenti, per insegnare il rispetto e l’uso responsabile della tecnologia, ma anche al personale, affinché sia in grado di riconoscere, prevenire e affrontare con prontezza queste situazioni complesse.
La tutela dei più vulnerabili deve rappresentare una priorità assoluta per l’intera comunità e per le istituzioni, in particolare all’interno degli ambienti educativi. La vicenda pone interrogativi seri e urgenti sull’efficacia delle politiche di inclusione, sull’educazione al rispetto, all’empatia e sull’uso responsabile e consapevole della tecnologia tra i giovani. È un promemoria doloroso che la disabilità non deve mai essere un motivo di derisione, emarginazione o violenza, ma piuttosto un’occasione preziosa per rafforzare i valori fondamentali di inclusione, solidarietà e accettazione delle diversità. Da questo drammatico evento è imperativo che scaturiscano azioni concrete e durature, non solo sanzioni, ma anche percorsi educativi che possano prevenire simili orrori in futuro, garantendo così un ambiente scolastico sicuro, accogliente e rispettoso per tutti gli studenti, nessuno escluso.
