Delitto di Garlasco, spunta un dettaglio decisivo: tracce sugli abiti mai analizzate prima | L’indagine prende un’altra direzione
Il caso Garlasco si riapre: vestiti cruciali mai analizzati e un test mancante gettano nuove ombre sull’omicidio di Chiara Poggi. Le indagini ora puntano a nuovi indizi.
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La recente riapertura dell’inchiesta da parte della Procura di Pavia ha gettato nuove ombre su elementi e reperti che, per anni, sono rimasti ai margini delle indagini o non sono stati analizzati a fondo con la dovuta attenzione. Al centro di questo nuovo e inquietante capitolo investigativo si trova il mistero dei vestiti ritrovati in un canale poco distante dalla villetta di via Pascoli, un dettaglio che assume oggi un valore potenzialmente determinante. Le recenti rivelazioni puntano il dito su una serie di omissioni che potrebbero riscrivere, almeno in parte, la dinamica dei fatti o le responsabilità dei soggetti coinvolti. La questione più scottante riguarda un test cruciale sui vestiti che, incredibilmente, non sarebbe mai stato eseguito, lasciando un vuoto incolmabile nella ricerca della verità.
Il caso Garlasco si riapre: vestiti cruciali mai analizzati e un test mancante gettano nuove ombre sull’omicidio di Chiara Poggi. Le indagini ora puntano a nuovi indizi.
L’enigma degli abiti abbandonati e l’omissione fatale

Gli abiti abbandonati celano l’enigma di un’omissione fatale.
Il ritrovamento di alcuni capi di abbigliamento e calzature all’interno di un canale irriguo, situato nelle immediate vicinanze del luogo del delitto, rappresenta uno dei punti più critici e discussi delle nuove indagini. Si tratta di indumenti griffati e di scarpe che, fin dal momento del loro rinvenimento, avevano destato forti sospetti sia per la loro insolita collocazione geografica, così vicina alla scena del crimine, sia per la presenza di macchie di colore rossastro, che facevano pensare a possibili tracce ematiche. Nonostante l’evidente rilevanza di tali oggetti, per lungo tempo non è stato stabilito un nesso diretto con l’assassinio di Chiara Poggi, lasciando che il tempo e l’usura compromettessero la possibilità di ottenere risposte certe attraverso le tecnologie investigative dell’epoca.
Uno degli aspetti più sconcertanti emersi in queste ore riguarda la gestione e la conduzione degli accertamenti scientifici su tali reperti. Come riportato da diverse fonti e approfondito in trasmissioni giornalistiche, esisteva la necessità di sottoporre i vestiti a tre cicli di analisi per confermare definitivamente la natura delle tracce rinvenute. Incredibilmente, il terzo test, considerato fondamentale per dare una risposta inequivocabile sulla presenza di sangue umano, non è mai stato eseguito. Questa omissione appare oggi come un vuoto incolmabile nel percorso verso la verità, specialmente alla luce del fatto che quegli stessi oggetti sono stati successivamente distrutti, rendendo impossibile qualsiasi tentativo moderno di analisi con le attuali e più avanzate tecniche di sequenziamento del Dna. L’ipotesi iniziale, secondo cui potevano essere abiti di operai, contrasta oggi in modo stridente con la loro natura di capi d’alta moda, rendendo il mistero della loro presenza ancora più fitto.
Nuovi profili biologici e sviluppi inattesi
Sorprendenti profili biologici e inaspettati sviluppi ridefiniscono la ricerca.
La riapertura del caso non si limita però solo alla questione dei vestiti distrutti, ma si intreccia con i risultati ottenuti dal Ris di Cagliari riguardanti il materiale biologico prelevato sotto le unghie della vittima. Le nuove analisi condotte con la tecnica Bpa sembrano suggerire una compatibilità con il profilo genetico di Andrea Sempio, un amico del fratello di Chiara Poggi, che è stato formalmente iscritto nel registro degli indagati per concorso in omicidio. Questo sviluppo inatteso sposta l’asse delle indagini verso una direzione del tutto nuova, suggerendo che sulla scena del crimine possa esserci stata la presenza di un’altra persona oltre a quelle già considerate, o che la dinamica degli eventi sia stata ben più complessa di quanto stabilito nei precedenti gradi di giudizio, potenzialmente riscrivendo pezzi importanti della storia.
Mentre la pressione mediatica cresce incessantemente, la famiglia di Andrea Sempio ha espresso tutto il proprio dolore e la propria rabbia per il coinvolgimento del giovane in questa nuova, e per loro devastante, fase del processo. Il padre di Sempio ha dichiarato pubblicamente la totale estraneità del figlio ai fatti, descrivendo un clima di tensione insostenibile che ha trasformato le festività natalizie in un periodo di profonda sofferenza e indignazione. Allo stesso tempo, lo stesso Andrea Sempio ha mostrato un atteggiamento che alcuni interpretano come di sfida o, per altri, di amara ironia sui social network, postando video che hanno ulteriormente alimentato il dibattito pubblico sulla sua figura e sul suo ruolo in questa intricata vicenda che, a quasi vent’anni di distanza, non smette di produrre nuovi e inquietanti interrogativi, tenendo vivo il giallo di Garlasco e la ricerca instancabile della verità.
