Monte Gennaro: gioie e dolori
La storia è conosciuta: nel Parco regionale dei Monti Lucretili a ridosso della cima del Monte Gennaro, dalla quale si gode uno splendido panorama a 360 gradi, dal mare all’Abruzzo, c’è una selva di antenne, molte abusive, per le telecomunicazioni radiofoniche e televisive. Gli escursionisti Ogni fine settimana, i moltissimi escursionisti che dopo aver attraversato […]
La storia è conosciuta: nel Parco regionale dei Monti Lucretili a ridosso della cima del Monte Gennaro, dalla quale si gode uno splendido panorama a 360 gradi, dal mare all’Abruzzo, c’è una selva di antenne, molte abusive, per le telecomunicazioni radiofoniche e televisive.
Gli escursionisti
Ogni fine settimana, i moltissimi escursionisti che dopo aver attraversato il Pratone salgono alla vetta e rivolgono lo sguardo verso Roma, restano esterrefatti nel vedere quel groviglio di metallo arrugginito, cavi elettrici, piattaforme di cemento, che offende la vista. Il camminatore che per la prima volta è arrivato lassù, l’ultimo tratto è abbastanza ripido, ed ha camminato tra i grandi Agrifogli, i Faggi secolari, i cavalli e le mucche allo stato brado nel grande Anfiteatro Linceo, resta letteralmente offeso. E’ dall’anno 2008, in seguito alla delibera del Consiglio regionale 51, che si attendono la demolizione delle antenne ed una bonifica dell’area in cui sono installate.
Il protocollo
Recentemente i Sindaci di tre Comuni che fanno parte dell’area protetta: Marcellina, Palombara e San Polo dei Cavalieri, hanno firmato un protocollo d’intesa con il Parco dei Monti Lucretili per il miglioramento complessivo dell’impatto ambientale dei ripetitori installati sulla vetta più importante del territorio Nord-Est della Città Metropolitana di Roma Capitale. Il protocollo ha, come appiglio, il provvedimento regionale del 2022 che ha approvato il nuovo Piano di assetto del Parco che contiene il declassamento a servizi collettivi, attività produttive e impianti tecnologici D8 dell’area nella quale si trovano i ripetitori. In soldoni in un’area protetta nella quale recentemente sono stati rinvenuti anche resti archeologici per i quali si attende, a breve, l’apposizione di un vincolo, si potrebbero autorizzare attività imprenditoriali e tecnologiche non meglio precisate.
Consiglio di Sato
La storia quindi, che si immaginava conclusa con la sentenza del Consiglio di Stato del 2011, in base alla quale era stato bloccato il progetto di una antenna svettante oltre la cima del Gennaro alta oltre 100 metri, ha una nuova puntata. E’ presumibile che per riqualificare, venga avanzato un nuovo progetto di installazione di un unico traliccio che per accogliere, a pagamento si intende, le tante antenne presenti attualmente, dovrà essere di rilevanti dimensioni.
Reazioni delle associazioni
Il fine non è nuovo, riporta all’origine della storia e nonostante siano trascorsi una quindicina di anni: i termini usati sono gli stessi “riqualificazione, recupero paesaggistico, contenimento del possibile inquinamento elettromagnetico nei confronti delle strutture ricettive e dei centri abitati vicini”. Sorprende però la posizione attuale della direzione del Parco, allora contraria alla maxi antenna ed ora favorevole ad una riqualificazione che non può prevedere diversamente da un traliccio svettante che aumenti il territorio raggiungibile dal segnale delle emittenti radiotelevisive. Scontata la reazione delle associazioni ambientaliste. Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness, V.A.S. e W.W.F., per esse la soluzione per una riqualificazione sta nello spostamento in altra sede, esterna ad aree protette e lontana dagli insediamenti abitativi, di tutte le antenne attualmente posizionate nei pressi della cima di Monte Gennaro. In modo particolare Italia Nostra, che in un lungo comunicato riassume la vicenda dagli inizi, ricorda ai firmatari dell’attuale protocollo di intesa che “la vetta del Monte Gennaro è la meta più amata dagli escursionisti, è all’interno di una ZPS (Zona di Protezione Speciale) della Rete europea Natura 2000, e non è certo l’unico posto in cui si possano trasferire le antenne da bonificare. Inoltre, come gli amministratori ben sanno, una volta installato un traliccio con annesso edificio di alimentazione e strada di servizio, è inevitabile che si aggiungano altri tralicci e altri edifici, nel 2011, fu proprio il Parco dei Monti Lucretili a presentare il ricorso al Consiglio di Stato.”
Interrogazione e manifestazione
Non solo le associazioni ambientaliste sono tornate ad esprimere preoccupazione e dissenso, in Regione è stata presentata una interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio regionale Aurigemma dalla Consigliera Alessandra Zeppieri della Sinistra ecologista. Nell’atto viene ricordata la delibera 51/2008, mai applicata, che prevedeva, tra l’altro, un monitoraggio elettromagnetico, l’abbandono e la bonifica del sito antenne di Monte Gennaro nel territorio di San Polo dei Cavalieri e della Stazione della funivia nel territorio del Comune di Palombara Sabina. La storia quindi continua e le associazioni, che auspicano una convocazione dal Commissario del Parco e dai Sindaci coinvolti, danno appuntamento ai cittadini per una nuova escursione di sensibilizzazione, analogamente a quella del 2018, che si svolgerà domenica 6 Aprile con appuntamento a San Polo dei Cavalieri presso la “Montagna spaccata”. (Gianni Innocenti)

