Regione Lazio: non c’è rischio commissariamento

La prima vera manovra economica della Regione Lazio amministrata dalla Giunta Rocca non sarà l’assestamento di bilancio 2023 ma il bilancio e la legge di stabilità 2024. L’assessore Giancarlo Righini, nel corso di una conferenza stampa in Consiglio regionale insieme al governatore Rocca, ha spiegato che “nei prossimi giorni convocheremo la commissione per approvare un […]

Regione Lazio: non c’è rischio commissariamento

La prima vera manovra economica della Regione Lazio amministrata dalla Giunta Rocca non sarà l’assestamento di bilancio 2023 ma il bilancio e la legge di stabilità 2024. L’assessore Giancarlo Righini, nel corso di una conferenza stampa in Consiglio regionale insieme al governatore Rocca, ha spiegato che “nei prossimi giorni convocheremo la commissione per approvare un assestamento di Bilancio che non dispone di nuove risorse e che quindi rinvia tutte le valutazioni di carattere economico-finanziario alla legge di bilancio e stabilità del 2024”. In quell’occasione “contiamo di disporre di ricorse importanti per poter ricalibrare e programmare, per la prima volta dall’insediamento, le attività di bilancio che erano nel programma elettorale del presidente Rocca”. Insomma “tutte le valutazioni che volevamo fare già in sede di assestamento sono purtroppo rinviate di qualche mese”, cioè dopo la parifica (in programma il 20 settembre) del bilancio e dei conti della sanità laziali del 2022 da parte della Corte dei Conti. A quel punto “finalmente potremmo iniziare a dare vita al nostro programma elettorale e agli obietti di governo che il presidente Rocca si è dato”, ha aggiunto Righini.

Il tesoretto

C’è un “tesoretto” su cui l’assessore al Bilancio della Regione Lazio, Giancarlo Righini, fa affidamento per finanziare la manovra 2024, la prima in cui si dovrebbe vedere l’impronta del programma della coalizione di centrodestra che ha vinto le regionali a febbraio. La cifra non è nota ma certamente supera gli 88 milioni che la Regione dovrebbe vedersi restituiti dal Mef per il debito sanitario.

“Il tesoretto di cui parliamo non è solo di 80 milioni- ha spiegato Righini in una conferenza stampa in Consiglio regionale al fianco del governatore Francesco Rocca- perché il governo nazionale sta studiando una misura di anticipazione di liquidità sull’FSC (il fondo di sviluppo e coesione, ndr) e il congelamento della rata del debito con ulteriore misura di carattere finanziario per l’allungamento delle scadenze di qualche altro anno”. La speranza di Righini è che questo tesoretto “non venga eroso” dalla Corte dei Conti in sede di parifica del bilancio e dei conti della sanità 2022 a settembre. “Il 10 agosto i giudici istruttori ci consegneranno le questioni che verranno poste in preparifica l’11 settembre- ha spiegato Righini- Finora abbiamo acquisito richieste di chiarimenti non ancora formalizzati sul mutuo da 5,3 mld contratto nel 2008 e l’operazione Sanim del 2003. Il mutuo è ciò che preoccupa di più per importo e impatto ma non avrebbe ripercussioni in bilancio, se non per il fatto che ci sottrae capacità di indebitamento. Non andrebbero trovati 5,3 mld da coprire”.

Ma “sono altre le questioni che ci potrebbero preoccupare- ha sottolineato Righini-Perché ci sono state mosse delle contestazioni che a loro volta impatterebbero direttamente in quanto richiederebbero accantonamenti in bilancio da inserire nel rendiconto 2022 approvato in giunta”. Pertanto “quando la Corte dei Conti ci dirà quali dubbi ha per parificare il bilancio 2022, noi risponderemo e ci siamo impegnati a non impugnare il provvedimento ma ad onorarne il contenuto. Spero che la Corte si renda conto che contestare nel 2023 mutui contratti nel 2008 e l’operazione Sanim del 2003, quando nel mezzo sono intervenute delle pacifiche, non aiuta la Regione a uscire da questa situazione. Noi vorremmo che la Corte ci aiuti a correggere gli errori del passato- ha concluso Righini- Così potremmo impattare su misure necessarie per garantire investimenti e crescita alla Regione, farlo per operazioni di 15 e 20 anni fa non aiuta nessuno”.

La dichiarazione di Bertucci

“Sono assolutamente fiducioso, e faccio mie le parole del presidente Rocca e dell’assessore Righini: ce la faremo, con l’impegno e la collaborazione di tutti”. Con queste parole Marco Bertucci, presidente della Commissione Bilancio del Consiglio Regionale del Lazio, ha commentato la conferenza stampa che si è tenutali 26 luglio, sul tema del bilancio della Regione Lazio. “Quella che abbiamo trovato fin dal nostro insediamento all’interno del settore sanitario si è rivelata una situazione disastrosa. Grazie al lavoro siamo passati da 700 milioni di disavanzo a marzo ai 300 di giugno: a fine anno, concordo con Righini, saremo a zero, e continueremo a rispettare ogni indicazione che ci arriverà dal Mef”.

Si può tranquillamente parlare di vento che sta cambiando. “E’ così. E’ chiaro che i 700 milioni di marzo inevitabilmente sono stati fonte di preoccupazione, adesso siamo in netto miglioramento e dunque possiamo guardare con ottimismo ai prossimi mesi”, prosegue il consigliere regionale di Fratelli d’Italia.

Tutto questo si riversa ovviamente sul discorso del bilancio in generale. “L’assessore è stato chiaro: ora l’assestamento senza nuove risorse disponibili, nel 2024 la prima vera manovra della giunta Rocca, dove daremo finalmente vita al programma elettorale e agli obiettivi per i quali i cittadini ci hanno dato la fiducia”. Un quadro più chiaro ci sarà dopo la parifica del Bilancio e dei conti della sanità laziali del 2022 da parte della Corte dei Conti. “Continueremo a lavorare nell’interesse della Regione e di tutti i suoi cittadini. Auspico di poter contare anche sulla collaborazione dell’opposizione, che ben conosce la complessa situazione economica che questa maggioranza ha trovato nei conti del settore sanitario e non solo”, chiude Marco Bertucci.