Tivoli: Lions e scuola insieme per un uso consapevole del Web
La Rete è la grande rivoluzione culturale e tecnologica del nostro secolo e abbiamo appena cominciato a scoprirne il potenziale; come ogni rivoluzione porta con sé enormi opportunità ma anche nuovi rischi. Internet ci ha aperto una finestra sul mondo, è entrato prima nelle nostre case e poi nei nostri cellulari, ha cambiato la nostra […]
La Rete è la grande rivoluzione culturale e tecnologica del nostro secolo e abbiamo appena cominciato a scoprirne il potenziale; come ogni rivoluzione porta con sé enormi opportunità ma anche nuovi rischi. Internet ci ha aperto una finestra sul mondo, è entrato prima nelle nostre case e poi nei nostri cellulari, ha cambiato la nostra vita diventandone una componente irrinunciabile, con un click ci connettiamo da qualunque luogo ogni ora del giorno e della notte. Il problema è che da quella stessa finestra riescono ad entrare in casa nostra cose delle quali faremmo volentieri a meno: violenza, odio, razzismo, pedofilia, pornografia, truffe, video con risse e atti di teppismo, molestie sessuali, provocazioni a professori e compagni di classe.
Una larga parte delle relazioni personali oggi vengono vissute on line e questo riguarda soprattutto la generazione iper-connessa dei più giovani: il 22% degli adolescenti, secondo un rapporto del Moige(Movimento Italiano Genitori) rimane collegato per più di 5 ore al giorno (il 70% per chattare) e lo smartphone è lo strumento più utilizzato, tanto che spesso si sente dire: “lo uso per tutto, tranne che per chiamare”. Per tutelare i nostri ragazzi il club Lions Tivoli Host porta nelle scuole tiburtine il progetto “INTERconNETtiamoci… ma con la testa” che quest’anno ha condiviso con il Convitto nazionale A. di Savoia Duca d’Aosta di Tivoli, a beneficio dei ragazzi che frequentano la scuola media. Si tratta di incontri di orientamento nel corso dei quali educatori ed esperti di sicurezza informatica spiegano opportunità e rischi della navigazione in internet e dell’uso indiscriminato dei social, indicando le necessarie contromisure tecniche e soprattutto comportamentali per difendersi dalla prepotente invasività della Rete. Sono intervenuti l’ing. Piero Fontana Colonnello del Corpodegli Ingegneri dell’Esercito che presta servizio a Roma come Capo della 1a Divisione della Direzione per l’Informatica e delle Tecnologie Avanzate del Ministero della Difesa, e il vice sovrintendente della Polizia di Stato in servizio presso l’ufficio controllo del territorio del Commissariato di Tivoli-Guidonia. “L’incontro – come ha ricordato il Presidente Raffaele Bencardino nel saluto agli ospiti – è un’altra tappa del percorso che il Club e la scuola fanno insieme per l’informazione e la formazione dei giovani”.
Tanti i temi affrontati con il coinvolgimento attivo dei ragazzi, a cominciare dall’adescamento online, dove il cyberpedofilo è un adulto molto pericoloso che all’inizio finge di essere un ragazzo, ma una volta stabilita la fiducia introduce argomenti sessuali, inviando a volte fotografie molto sgradevoli e volgari. “Evitate perciò di entrare in contatto con persone che non conoscete davvero nella vita reale” è stata la raccomandazione dei relatori. Il cyberbullismo, con risvolti spesso drammatici (il 15% dei ragazzi ne sono vittime) che è praticato con l’utilizzo di strumenti informatici e dove gli attori coinvolti sono: il bullo, la vittima e gli spettatori, gente che vede, che sa e che non fa niente. Non restiamo passivi, aiutiamo la vittima che magari da sola non ha la forza e il coraggio di denunciare il male che sta subendo. E se siamo noi la vittima non aspettiamo che succeda qualcosa che possa risolvere il problema, informiamo gli insegnanti, i genitori, denunciamo alla polizia. La pedopornografia online, reato che consiste nel produrre e divulgare immagini o video ritraenti minorenni coinvolte in comportamenti sessualmente espliciti. C’è il furto d’identità, per delinquere usando il nostro nome, come proliferano siti che incoraggiano a farsi del male. Si arriva anche alla dipendenza da internet che porta all’isolamento sociale, al «rinchiudersi» nella propria camera al fine di utilizzare il più possibile la Rete; questi ragazzi non hanno amici veri perché non hanno una vita reale e fanno dei social network il loro rifugio.
“La prima cosa da capire è che non esistono due mondi “-afferma l’ing. Fontana-uno reale dove ci comportiamo bene e un altro virtuale dove possiamo scatenarci pensando di essere al “sicuro”, protetti dall’anonimato, noncuranti della gravità delle azioni compiute, perché non si vedono direttamente le conseguenze delle nostre azioni. Ma non è così, perché insieme a tutto quello che esce dal nostro dispositivo verso il mondo esterno, ci sono anche informazioni che permettono alla Rete di sapere chi sono e dove mi trovo”. La memoria di internet è senza confini: tutto ciò che noi postiano sui social può essere visto e letto da migliaia di persone, diventa virale e incontrollabile con conseguenze immediate e gravi nel mondo reale. In questa complicata sfida ci può salvare solo la presa di coscienza dei pesanti e spesso irreversibili rischi ai quali siamo esposti ogni volta che clicchiamo per connetterci. Per questo, è necessario coinvolgere scuole e famiglie per assicurare azioni di prevenzione e di risposta alla violenza online. (Vincenzo Pauselli)

